1Gv 3,22-4,6 e Mt 4,12-17.23-25
Ciò che esprime il nostro essere cristiani è la fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio, e l’amore reciproco. Questa intima relazione e reciprocità ci garantisce nel dimorare in Dio e essere sua dimora. Ma non siamo comunque indenni - come non lo erano i credenti della comunità giovannea - dalla contrapposizione tra lo Spirito di Dio e quello dell’anticristo. Ecco allora il discernimento dello spirito: “non lasciatevi incantare da ogni spirito” e “non date credito ai falsi profeti”.
Per questo Giovanni chiede di riflettere sullo Spirito della verità e lo spirito dell’inganno. Quest’ultimo è sempre causa di confusione, è divisivo, produce frattura. Giovanni indica allora tre criteri per un corretto discernimento:
- il primo è la retta professione di fede nell’incarnazione di Cristo;
- Il secondo è la valutazione dello spirito del mondo che ci allontana dal Vangelo;
- il terzo consiste nell’ascolto dell’apostolo.
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