domenica 27 luglio 2025

"Padre nostro" come ci dice Gesù

Gen 18,20-32; Sal 137; Col 2,12-14; Lc 11,1-13

L’unica preghiera insegnata da Gesù, più che un esercizio di dettato fatto agli apostoli - scolari - non vuole condividerli delle parole esatte di Gesù, ma il loro profondo significato.
Del Padre Nostro abbiamo tre versioni, due nei vangeli, Matteo e Luca e una nella Didachè, rleggendole, sono sempre più convinto che le parole riportate dai vangeli corrispondano non tanto a un insegnamento didattico, quanto piuttosto a un modo autorevole di tradurre con gli occhi dei discepoli come Gesù pregava e il contenuto di quella preghiera. Nel Padre nostro possiamo cogliere tutta la dimensione umana del figlio di Dio, per cui  risulta di assoluta importanza che Gesù si rivolgesse a Dio chiamandolo Padre o addirittura .. babbino! Possiamo inoltre chiederci se è così improbabile che volesse rendere glorioso il "suo nome" e centro della attazione della sua esistenza umana? Ma cosa c'è di strano che chiedesse la realizzazione e manifestazione di quel regno di cui parlava? Ed è così impossibile che Gesù nella sua umanità chiedesse al Padre il pane per sostenere la vita, come il pane moltiplicato e l'amore per amare tutti come poi ha fatto nella croce? È privo di fondamento pensare che Gesú abbia chiesto di dargli forza nella tentazione... quella stessa del Getsemani ...
Direi che ciò che il Padre nostro rivela in realtà è l'intimità della vita di Gesú.
Quindi possiamo dire che Gesù ai discepoli che gli chiedono di insegnare loro a pregare, egli dice quello che lui stesso metteva nella sua preghiera: “Quando pregate, dite: “Padre …”. Gesù si rivolge a Dio chiamandolo Padre, perché questo è il rapporto che lui è venuto ad inaugurare con i suoi: la relazione del Padre con il Figlio.


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