domenica 1 giugno 2025

Desiderare il paradiso

At 1,1-11   Sal 46   Eb 9,24-28;10,19-23   Lc 24,46-53

Recentemente ho rivisto la scena del film su San Filippo Neri, in cui alla nomina a cardinale risponde al papa: "Santo Padre, preferisco il paradiso!"
Solennità dell'Accensione ... non è certo facile descrivere la dimensione religiosa, psicologica e teologica di questa Solennità. Nell'immaginario passato della Chiesa si è delineata una visione in cui Gesù è una sorta di vettore che di innalza nel cielo ... d'altronde certe espressioni dei vangeli non lasciano dubbi a supportare questa immagine iconografica.
Ma se devo essere sincero ... la trovo poco calzante col mistero dell'Incarnazione e col Dio con noi che è l'Emmanuele!
Mi ritrovo più a mio agio con l'idea che Gesù doveva ascendere. Lui, che è diventato carne della nostra carne, ossa delle nostre ossa, doveva ascendere per accendere in noi il “desiderio del cielo”… Ritornando al Padre ci ha donato lo Spirito Santo, che radica in noi il desiderio di Dio.

Con la solennità dell’Ascensione celebriamo un mistero: il nostro desiderio di ritornare al Padre. “L’uomo è desiderio, l’uomo è un essere finito che si apre all’infinito, quindi gli manca sempre qualcosa. Grazie a Dio, gli manca l’infinito”, gli manca il paradiso. Che Gesù Ascende al cielo, in realtà o coinvolge anche tutti noi oppure resta un evento teologico ininfluente, per cui nel Figlio asceso al cielo, l’umanità di cui anche Dio si è impastato, siede alla destra del Padre, accanto al Padre. La nostra umanità, anche quella fatta di carne ferita, colpita, uccisa, è con il Signore, nel Signore, accanto al Padre dei cieli, accanto al Signore e Creatore del tempo e dello spazio. C’è una frase che appartiene al vangelo di Matteo che riempie di senso e ci corrisponde umanamente: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". Sono le ultime parole del Vangelo di Matteo. Ecco, lui è con noi tutti i giorni perché noi siamo con lui nel  cuore del Padre, lì dove è la sorgente di ogni vita. Lui è con noi perché nella sua ascensione non c’è più cielo e terra, ma nel cielo ora c’è anche la terra. È questa la straordinaria certezza che ci deve accompagnare, è questo ciò che vorrei riempisse le nostre giornate colme oggi di crudeltà e disumanità. Gesù Asceso al cielo trasforma il desiderio di cielo in annuncio del Vangelo … al punto che Gesù risorto e vivo possa riempire il cuore e la vita di chi è in questo mondo e chi lo abita. Il Vangelo ci chiede di alzare gli occhi, di spostarli dal nostro ombelico, all'orizzonte di Dio ... ed è in questo tentativo che impauriamo l'esperienza dell'assenza, e ci chiede di fare lo sforzo di desiderare una fede che riesca a spingersi sempre un po’ più oltre. Non un oltre noi, ma un oltre con noi. Una fede forte di una certezza: siamo fatti per il cielo, la nostra umanità, noi siamo accanto a Dio, noi siamo con Dio, lì dove lui è. È questo il pensiero che dovrebbe disarmare ogni nostro gesto, ogni parola, ogni pensiero nemico.

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