domenica 22 giugno 2025

Abbiamo mangiato, ora condividiamo ...

Gn 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17

"Nel cuore della Terra Santa ferita, nel luogo stesso in cui Cristo ha donato la sua vita per amore dell’umanità, risuona con forza il: “Date voi stessi da mangiare”. Così ha esordito il Patriarca di Gerusalemme, il cardinal Pizzaballa, nella Solennità del Corpus Domini, giovedì scorso.
"Guardando la fame che abita il nostro tempo, guardando a ciò che accade in Palestina" sembra di rivivere la fatica di quella giornata raccontata di Luca: una folla stanca e affamata che, nonostante tutto, rimane con Gesù. Una folla che non si lascia sopraffare dai bisogni materiali, ma cerca qualcosa di più: cerca la Sua presenza, la Sua parola, il Suo pane. È una domanda che tocca anche noi oggi: di cosa abbiamo veramente fame?
Una domanda che oggi assume un peso drammatico e reale. Non si parla solo di fame simbolica o spirituale, ma di una fame concreta, legata alla povertà, all’insicurezza, alle ferite di un conflitto che continua a strappare dignità e futuro a intere famiglie. «Penso a Gaza – ha detto il Patriarca – ma non solo. Alle tante situazioni di povertà che il conflitto ha creato».
Ma ciò che accade in tutto il mondo è drammatico, è fuori da ogni vera logica umana, è segno di crudeltà, di ingiustizia e menzogna.
Di fronte a questa realtà la Chiesa è l'eucaristia, è segno sacramentale di quel pane spezzato e moltiplicato, di ieri, di oggi e per sempre, quindi non si rassegna di fronte al nascondimento della verità.
Non possiamo fare finta di nulla, disinteressati delle folle, ovvero dei nostri fratelli e mandarli via, lasciare che ognuno pensi a sé?
Gesù come ai discepoli, chiede a noi di condividere il poco, offrire noi stessi, diventare dono. L’Eucaristia, cuore della fede cristiana, non è solo celebrazione, ma stile di vita: è condivisione nella povertà, forza nella fragilità, comunione nella differenza.
«Date voi stessi da mangiare» non è solo un comando: è la chiamata alla conversione pastorale della Chiesa. Occorre lasciarsi coinvolgere dal Signore e correre a mangiare il suo pane per poter essere casa.
Aci di dare il pane a chi ha fame, perché siamo chiamati ad essere eucaristici,cioè donare noi stessi, insieme al pane consacrato.
È questa Eucaristia che dà forma alla comunità, infatti Gesù non moltiplica il pane per una massa anonima, ma per una folla divisa in piccoli gruppi. L’Eucaristia, dunque, non solo nutre la comunità, ma la costruisce, le dà volto, identità, relazioni. L'Eucaristia in questo modo non genera una istituzione ma fa delle comunità lo spazio dove maturare e crescere la fraternità e la fede con semplicità e pazienza reciproca.
Ed ecco che ciò che si condivide diviene abbondanza, possa questa Eucarestia dare forza al cammino della nostra comunità.

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