Qo 1,2;2,21-23 Sal 89 Col 3,1-5.9-11 Lc 12,13-21
Io e mio fratello, divisi da una eredità
Vi racconto una storia, che credo servirà a ciascuno per rileggere e sdrammatizzare, prima degli eccessi, certe esperienze, anche di vita famigliare
Morendo, un beduino lascia ai suoi tre figli il suo patrimonio: 11 cammelli,
stabilendo che al primo dovesse andare 1/2 del suo patrimonio, al secondo 1/4 e al terzo 1/6. La suddivisione dell’eredità però non è semplice: Chiaramente, essendo 11 un numero dispari, il primo dei tre fratelli presenta subito agli altri un problema: non può prendersi la metà dei cammelli (ovvero 5 cammelli e mezzo) senza ucciderne uno tagliandolo a metà. Ed ecco che iniziano i litigi e gli altri due fratelli si oppongono e vorrebbero il secondo 2,75 cammelli e il terzo fratello 1,83 cammelli ...
Insomma, a queste condizioni la spartizione dell’eredità sembra essere impossibile.
Proprio quando la situazione sembra precipitare, un amico un cammelliere si trova a passare per puro caso e vedendo i tre fratelli accapigliarsi, ne chiede il motivo e…
Dona ai tre fratelli uno dei suoi cammelli. A questo punto i 12 cammelli possono facilmente dividersi tra i tre fratelli. Rispettando le quote previste dal padre, il primo prende 1/2 dei 12 cammelli, ovvero 6. Il secondo 1/4, ovvero 3 e il terzo il suo 1/6, ovvero 2 cammelli. In questo modo, ai tre fratelli vanno 11 cammelli e il cammello avanzato viene restituito all'amico.
È strano ma noi ci scanniamo nelle divisioni tra noi ... diabolicamente, pur essendo fratelli ... per cose che non sono il valore assoluto ... ma sono solo dei cammelli ...
La mia cupidigia, ... è da scemo.
“Stolto”: Nell'analisi testuale risulta che l'evangelista mette in bocca a Gesù una parola greca che significa mente a cui è messo come prefisso l'alfa privativa, da qui il senso di senza mente, privo di senso. Dobbiamo ridare senso e valore alla nostra vita, al di là di ciò che abbiamo, che siamo riusciti a ottenere o costruire. È urgente riconsegnare alle nostre esistenze e a quelle di ogni essere umano, il valore assoluto che nulla può impoverire o annullare. È urgentissimo riuscire a riconoscere come tesoro il nostro essere figli di Dio e essere persone umane. Questo tesoro è sorgente di vera umanità.
Arricchire davanti a Dio, e beni come benedizione.
Vi racconto una storia, che credo servirà a ciascuno per rileggere e sdrammatizzare, prima degli eccessi, certe esperienze, anche di vita famigliare
Morendo, un beduino lascia ai suoi tre figli il suo patrimonio: 11 cammelli,
stabilendo che al primo dovesse andare 1/2 del suo patrimonio, al secondo 1/4 e al terzo 1/6. La suddivisione dell’eredità però non è semplice: Chiaramente, essendo 11 un numero dispari, il primo dei tre fratelli presenta subito agli altri un problema: non può prendersi la metà dei cammelli (ovvero 5 cammelli e mezzo) senza ucciderne uno tagliandolo a metà. Ed ecco che iniziano i litigi e gli altri due fratelli si oppongono e vorrebbero il secondo 2,75 cammelli e il terzo fratello 1,83 cammelli ...
Insomma, a queste condizioni la spartizione dell’eredità sembra essere impossibile.
Proprio quando la situazione sembra precipitare, un amico un cammelliere si trova a passare per puro caso e vedendo i tre fratelli accapigliarsi, ne chiede il motivo e…
Dona ai tre fratelli uno dei suoi cammelli. A questo punto i 12 cammelli possono facilmente dividersi tra i tre fratelli. Rispettando le quote previste dal padre, il primo prende 1/2 dei 12 cammelli, ovvero 6. Il secondo 1/4, ovvero 3 e il terzo il suo 1/6, ovvero 2 cammelli. In questo modo, ai tre fratelli vanno 11 cammelli e il cammello avanzato viene restituito all'amico.
È strano ma noi ci scanniamo nelle divisioni tra noi ... diabolicamente, pur essendo fratelli ... per cose che non sono il valore assoluto ... ma sono solo dei cammelli ...
La mia cupidigia, ... è da scemo.
“Stolto”: Nell'analisi testuale risulta che l'evangelista mette in bocca a Gesù una parola greca che significa mente a cui è messo come prefisso l'alfa privativa, da qui il senso di senza mente, privo di senso. Dobbiamo ridare senso e valore alla nostra vita, al di là di ciò che abbiamo, che siamo riusciti a ottenere o costruire. È urgente riconsegnare alle nostre esistenze e a quelle di ogni essere umano, il valore assoluto che nulla può impoverire o annullare. È urgentissimo riuscire a riconoscere come tesoro il nostro essere figli di Dio e essere persone umane. Questo tesoro è sorgente di vera umanità.
Arricchire davanti a Dio, e beni come benedizione.
I beni della terra sono una benedizione per tutti e non solo per qualcuno ... Un esempio è il Pane e il segno del pane come cibo di vita eterna. Ma siamo cosi gretti che invece ci accaniamo ad accumulare i nostri piccoli e grandi tesori, tutti i nostri umani «possedimenti»: famiglia, salute, affetti, lavoro, certezze interiori, rettitudine, progetti, futuro, casa. Ma il valore della nostra vita non dipende da tutto questo! Il valore e il senso dell' esistenza non dipende dall'averli o dal perderli, o dal non essere mai riuscita a procurarmeli, generando crisi di stoma e fragilità psicologica. Eppure anche la nostra società moderna sul possesso dei beni si è giocata tutto.
Ed ecco, il Vangelo mi propone una sorta di precarietà come benedizione e salutare condizione che genera libertà e generosità.
Ed ecco, il Vangelo mi propone una sorta di precarietà come benedizione e salutare condizione che genera libertà e generosità.
Forse è tempo di cambiare, di cogliere quella sfida della precarietà, lei può insegnarci a vivere. Dobbiamo ridare senso e valore alla nostra vita, e alla vita dei nostri fratelli.
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