domenica 4 maggio 2025

La risurrezione ci convoca e ci parla

At 5,27-32.40-4. Sal 29   Ap 5,11-14   Gv 21,1-19

Questo ultimo capitolo di Giovanni è alquanto strano ... Sembra voler tratteggiare da un lato una esperienza di Chiesa, con tutti i suoi limiti e le sue fughe, come anche mettere un accento sulla figura di Pietro, come riferimento della comunità stessa. Una comunità che viene convocata dal risorto, perché diversamente non si mette nella sequela del Signore, ma torna a pescare, si insabbia nelle occupazioni pastorali, nelle priorità pratiche della vita quotidiana; forse anche la carità, o la catechesi dei fanciulli, come pure l'impegno sociale e la promozione umana ... ma tutto questo in realtà è privo di ciò che Gesù mette al centro del suo rivelarsi risorto: la pesca abbondantissima, forse la missione di radunare il popolo di Dio con il vangelo della vita e spezzare il pane, mangiarlo, come segno di quella eucaristia che costantemente rimette Cristo al centro e  come orizzonte che abbraccia tutto il mondo, nel tentativo di essere la comunione ovvero tutto per tutti.

In questa apparizione col Risorto facciamo i conti con il dubbio di chi fatica a credere, con lo scoraggiamento di chi non ha speranza; non siamo tutti dei campioni come quelli del cenacolo di Gerusalemme. Lì sono una spanna avanti, perché hanno vissuto, sperimentato, toccato il dono del Risorto. Ma qui, nel Vangelo, è tutta un’altra storia, e forse è la storia più umanamente vicina a noi. Percepiamo la vita di chi si confronta col vangelo e con le scommesse della vita; con chi alla luce delle parole di Gesù, cerca ogni giorno di fare discernimento e di accende luci nella coscienza, che non sempre riesce a stare in una docile obbedienza come chi pensa di avere la verità in tasca da poter affrontare tutto e tutti.

La proposta é altra, è sinodale, è condivisa, è comunitaria! O c'è Gesù che chiama a mangiare o tutto è superfluo; ogni sforzo della Chiesa e di ogni comunità sarà, oggi come ieri in Galilea, mettersi in ascolto di quell'invito: "Venite a mangiare".

Poi uno sguardo su Pietro. Quanto è bello e importante questo dialogo alla luce di ciò che oggi vive la Chiesa, la morte di papa Francesco e il Conclave. Pietro va guardato con un occhio particolare sembra che l'evangelista voglia dirci di riservare a Pietro e ai suoi successori un ruolo del tutto speciale, di fatto ci sono alcuni elementi il dialogo sull'amore, il parlarsi senza schemi e pregiudizi, il tenersi nel reciproco sguardo. Sono immagini che scaldano il cuore ... come quella triplice richiesta di "pascere", cioè prendersi cura ... che credo siano fondamentali e che devono arricchire la nostra preghiera, anche e soprattutto in un momento come questo, alle soglie di un Conclave e mentre nel nostro cuore vibrano ancora i gesti e le parole di papa Francesco.

Nessun commento:

Posta un commento