At 14,21-27 Sal 144 Ap 21,1-5 Gv 13,31-35
Come ama Dio? Gesù ci mostra come Dio ama ... umanamente!
Papà Francesco ha scritto: "Come vorrei che ognuno nella Chiesa, ogni istituzione, ogni attività riveli che Dio ama l’uomo!.
Ma come ama Dio? Non credo esista una risposta capace di soddisfare questa domanda.
Gesù non ci ha parlato dell'amore di Dio con i suoi stessi sentimenti, gesti, pensieri, azioni, ecc ... Non ha parlato di un amore astratto o sentimentale, ma ha espresso l'amore come qualcosa che si rende evidente attraverso le possibilità della nostra umanità, un amore incarnato; ci ha lasciato un comando che ci permette di viverecamando, con due modalità di attuazione:
- Amatevi gli uni gli altri;
- Amatevi come io vi ho amato.
La prima condizione da evidenza a tutta la nostra umana fragilità perché la reciprocità, gli uni gli altri è faticosa, fatta di gesti concreti che traducono l'amore ogni giorno,
La seconda condizione impone una imitazione senza appello, una totalità da riconoscere come condizione senza la quale non è possibile amare. Amare come Gesù ama, significa gratuità e dono. Nell'agire di Gesù non c’è il "ti do perché tu mi dia", ma c’è semplicemente il dono, puro e semplice, fatto senza pretesa né contraccambio alcuno.
Se la reciprocità ci fa sperimentare l'amore fraterno, la totalità ci pone nell'amore che è Dio.
L'esperienza umana e cristiana di amare non è allora una esperienza di sentimenti buoni, o affettivi, ma è un continuo misurare la realtà vissuta col metro che è Gesù stesso, un metro che misura anche i sentimenti e gli affetti. Alla luce di questo allora, l’amore è la sola risposta per gli appelli della nostra storia contemporanea, alle tensioni internazioni, ai disagi sociali, alle tante forme di discriminazione e odio. Amare non è buonismo ingenuo, ma sequela cristiana consapevole e moralmente responsabile.
Detto questo, chi seguire davvero Gesù impara ad amare. Solo chi sa farsi discepolo del Vangelo può amare come il Risorto ha amato. Non è una prerogativa esclusiva dei cristiani, ma chi si dice cristiano non può non può non amare, benché sia molto più facile fare altro. Chi si dice cristiano non può non mettere in campo scelte all’insegna della bontà: anche se questo renderà fragili, vulnerabili, contestabili. Il comandamento dell’amore è la sola e vera eredità che il Maestro ci ha consegnato, non ne abbiamo 10 più 1, ma ne abbiamo fondamentalmente uno, che deve essere, il nostro criterio quotidiano nella vita, nelle relazioni, nelle lotte e nelle ripartenze di ogni singolo istante. Dall’amore avremo tra di noi gli altri ci riconosceranno. In quell’amore potranno vedere Dio. Dal nostro amare potranno lasciarsi convincere della presenza di Dio che è amore. Se siamo anaffettivi, dove si vedrà Dio?
Nessun commento:
Posta un commento