Gv 10,27-30
Nessuno può strapparci, separarci, allontanarci da Dio, neppure noi stessi e il nostro senso di inadeguatezza.
Ogni giorno possiamo dire che non c’è caduta, non c’è giudizio, non c’è peccato che possa escluderci dalla vita di Dio.
Ogni giorno possiamo dire che non c’è caduta, non c’è giudizio, non c’è peccato che possa escluderci dalla vita di Dio.
Nelle parole di Gesù scopro che nella comunione con Dio posso sempre ricominciare, so che in Dio posso sempre fare esperienza di misericordia, potrò sempre sentire compassione, delicatezza, misericordia, amore, gratuità. Quando Gesù si è presentato come il Buon Pastore, credo che prima di tutto abbia guardato quelle persone con compassione perché stanche, disorientate, assetate di un qualcosa che era oltre il senso religioso, oltre le leggi e le prescrizioni dei sacerdoti del Tempio, oltre i riti e i sacrifici, che consolavano ma non aprivano alla speranza certa dell'amore di Dio per noi. La paura di Gesù era che qualcuno di quelli che stava guardando, camminasse nel silenzio nel cuore, la solitudine che divora e nella quale ci si perde. Gesù il Buon Pastore vuole sempre raggiungerci, accompagnarci, indicarci la vera meta della vita.
Il Buon pastore vuole condividere con noi un segreto che solo condiviso da senso a tutto: la sua vita è incrocio di vite, è comunione di storie, è incontro tra diversi, la vita è lo spazio che possiamo riempire della sua presenza di eternità.
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