giovedì 13 febbraio 2025

Non si esiste bene nella solitudine

Gen 2,18-25 e Mc 7,24-30

L’uomo non può esistere come solitudine! La differenza rispetto a tutta la realtà creata è l'alito di vita, quel soffio dello Spirito di Dio che lo rende un essere vivente, e che fa dell'uomo l'immagine e somiglianza di una comunione. L’umano è razionale, e in questo relazionarsi esprime la sua consapevolezza rispetto al trascorrere del tempo.. al potersi soffermarsi nel passato, a poter sognare il futuro. Gli altri esseri viventi non lo possono fare, essi vivono sempre e solo il presente. L’umano è cosciente, sente la differenza tra il bene e il male, e può sceglierlo! Può realizzarsi, o perdersi. L'umano-comunione per portare a compimento il proprio processo di umanizzazione è nella necessità  esistenziale di essere in relazione. Questa relazione diventa poi unione, effusione di carni - "una carne sola" -;  solo quando sono capace di vivere in pienezza la relazione con l’altro esisto come umanità realizzata.

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