Is 6,1-2a.3-8; Sal 137; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11
L'evangelista Luca è veramente un abile narratore capace di coinvolgerci nelle vicende umane di Gesù e anche dei primi chiamati. È bello vedere come Luca trasforma un falegname in pescatore e dei pescatori in apostoli di Dio.Come è possibile scegliere di seguire il maestro di Galilea, un falegname, un uomo dei monti, originario di una terra povera e rozza ...; perché è evidente l'impatto di Gesù rispetto al suo parlare, al suo fare segni e miracoli, al suo proporsi come novità rispetto al rapporto con Dio e con i fratelli ... In realtà sulla riva del lago sta succedendo qualcosa di straordinario, di unico ... Dio stesso si fa accanto all'uomo, e vive con lui ... Dio entra a fare parte delle vicende della quotidiana fatica, delle delusioni e dei fallimenti che troppo spesso rappresentano lo spazio della nostra vita: fatiche sterili e inutili che non portano da nessuna parte. Ma è proprio in quelle esperienze che Dio vuole essere, ed il suo esserci rappresenta il nuovo orizzonte di speranza al quale si affaccia il la vita di Simone e di tutti noi.
«Simone, prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca!». Quante volte questa frase l'abbiamo ascoltata e immediatamente censurata, certi che fosse un invito a provetti seminaristi o canditati novizi di una qualche congrega di religiosi.
In realtà l'invito di Gesù è estremamente concreto: dopo una notte di fatica inutile, e di sfiducia, risuona come una proposta assurda, e come un appello ad accogliere la parola e a fidarsi di quella parola che è di Dio. Quella proposta è assurda proprio perché è di Dio che chiede un atto di fede, di fiducia in lui.
Questo vangelo ci pone di fronte a:
1 - ad andare, al largo, contro ogni logica e ogni dato di fatto, accantonando le nostre certezze; al coraggio di andare cristianamente rispetto a scelte di vita, opinioni e orientamenti politici che non hanno per nulla a che fare con il Vangelo.
2 - alla possibilità di stupirci di un’esperienza che porterà frutto quando meno ce lo aspettiamo; essere una minoranza in un modo che cambia sotto i nostri occhi quale frutto di grazia rappresenta?
3 - alla delusione massima che è nella realtà quotidiana, lì dove la fatica è sterile; ma proprio per questo ciascuno di noi è testimone di una ricchezza non sua ma di Gesù.
La nostra vita di tutti i giorni è forse diversa? Le vicende attuali sono forse meno faticose e drammatiche? La storia che viviamo, al di là degli allucinanti proclami rappresenta un orizzonte di speranza e di pace, più sicuro rispetto ai tempi passati lontani e meno lontani?
No, ma proprio per questo la parola del vangelo chiama anche noi, proprio noi, tutti noi, a vivere vite non condizionate dal bisogno di certezza. La Parola ci manda per vivere in modo differente; per far sì che la vita sia audace, essenziale, capace di sperare contro ogni speranza.
Quest'anno giubilare della speranza deve essere luce in questo nostro tempo tenebroso, pieno di paura e di incertezze per il futuro.
Vieni, Signore Gesù,
accostati a noi e spingici
a scegliere la vita vera,
a giocarci in nome della fiducia,
a staccarci dalle sicurezze.
Insegnaci a fidarci
della tua parola che, sempre,
spalanca orizzonti immensi.
Insegnaci ad andare, con te,
oltre ciò che già
stringiamo tra le mani
e ci blocca in porti sicuri.
Amen.
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