Gn 15,5-12.17-18; Sal 26; Fl 3,17-4,1; Lc 9,28b-36
Questo è il mio Figlio, ascoltatelo!
Ma chi è questo figlio, cosa propone, cosa rappresenta? Queste parole nella nube rappresentano le ultime parole che udiamo di Dio Padre. Sono parole che hanno un peso e un senso esplicito e che ci rimandano completamente a Gesù.
Prima osservazione: Leggendo il testo, è interessante notare che L'evangelista Luca non usa la parola greca che esprime la trasfigurazione (metamorfè), ma differenza degli altri due vangeli sinottici, usa una frase sostitutiva: "il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante". Luca vuole essere certo che non prendiamo la scorciatoia misterica o magica rispetto a Gesù. Il cambiamento del volto e dell'esperienza che fanno di Gesù i discepoli è dovuto a una esperienza concreta e travolgente: croce e risurrezione.
La chiave di lettura del vangelo di oggi secondo Pizzaballa è: "chi passa attraverso l’esperienza della croce senza fuggire, senza maledire, ne esce trasformato e come nuovo, divenne altro”. Gesù non ha mai nascosto la croce.
La trasfigurazione, chiamiamola così, avviene circa otto giorni dopo alcuni discorsi:
1) la professione di fede di Pietro: tu sei il Cristo di Dio ...;
2) il primo annuncio della passione;
3) la sua morte e risurrezione.
Questa è la prima chiave di lettura cioè il discorso della croce e dell’amore, da senso a quanto succede sul Monte e interpreta cosa è venuto a dirci Gesù sul senso di noi stessi, del nostro esistere e del nostro vivere.
Gesù ci dice come stare in questo nostro mondo complesso, complicato, in cui misteriosamente facciamo esperienza di dolore e bellezza della vita. Tre parole:
ALTRO
Nel racconto del Vangelo è chiaro il riferimento alla Pasqua. È infatti innanzitutto il discorso della Pasqua ad essere un altro modo di guardare e reinterpretare la realtà ... come "altro" è il volto di Gesù. “Altro” rispetto alla logica del mondo segnata dal peccato e da tutti i suoi parassiti (guerra, discriminazioni, odi, violenza, ecc...), come la volontà di possesso, di dominio, di sopraffazione. La logica della croce è "altro", ed è una logica di vita donata, offerta.
ESODO
Essere altro è possibile se si percorre un esodo, un uscire dalle solite nostre logiche ... Chi entra in questo “esodo” diventa altro, differente, diventa pieno di luce e di vita.
Il nostro esodo, il nostro uscire da noi stessi per essere annuncio di Vangelo... il nostro essere degli esodati nel cammino personale che ci conduce a un incontro esistenziale con Dio, e testimoni dell’esodo nel mondo di Gesù, che non e un fuggire dal mondo ma un immergere nel mondo il mistero di vita e amore che è Dio, che stava per compiersi e che ora si compie sempre nel segno del pane e del vino, sacrificio della croce.
INCOMPRENSIONE
Questo discorso è bellissimo, quello che vediamo è stupendo ma nello stesso tempo questo confrontarci con Gesù con le sue parole sembra condurci sempre più dentro una incomprensione ... anche noi come i tre discepoli rischiamo di capirne sempre di meno, siamo come immersi nella fatica di chi non ha gli strumenti per stare di fronte a un Dio che si rivela. Le nostre fatiche a stare alle parole di Gesù possono essere un limite o un'occasione per accettare un confronto che ci cambia e ci porta ad essere anche noi “altro”.
Non ci si può dunque fermare sul monte, a dormire. Bisogna scendere, e seguirlo sulla sua stessa strada. Chissà quanta fatica hanno fatto Pietro, Giacomo e Giovanni, però alla fine anche loro sono risultati altro, tutto cambiato perché hanno ascoltato la sua parola: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua!"
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