sabato 8 marzo 2025

Quaresima! Ci siamo di nuovo!

Dt 26,4-10; Sal 90; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13

Un tempo in cui concentrarci più del solito per cercare almeno di capire qualcosa di più di noi stessi e della realtà del mondo in cui viviamo.
Un tempo in cui riuscire a inserire Dio nelle nostre cose di tutti i giorni.
Un tempo in cui disarmarci più del solito per lasciarci stupire dalla presenza trasformante di Dio.
Un tempo di ascolto della Sua Parola e di attesa della sua presenza.
Un tempo in cui accogliere l'occasione preziosa dell’incontro con lui.
È un tempo straordinario in cui Dio, come un buon meccanico che ci offre i suoi servizi di riparazione, aggiustamento e manutenzione per il tagliando annuale alla nostra vita.
Ancora una volta Dio si fa per noi strada luminosa da scegliere per vivere in pienezza. Cammina con noi nel deserto e ci invita a camminare insieme a lui e ai fratelli, ci suggerisce come essere Chiesa capace di vivere quella strana roba che è essere "insieme", per sostenersi reciprocamente nella speranza più difficile ma anche più bella: la vita eterna. L'unica vita per cui abbia senso sperare.
Dio ci raggiunge per stringerci amorevolmente per farci sentire urgente e bellissimo il ritornare verso di lui… e a farlo con tutto il cuore.
Dio si offre a noi nel tempo, nella quotidianità come discernimento anche dei nostri eventi umani, della nostra storia contemporanea.
Egli si offre come vita da scegliere in ogni istante.
Lui, Parola che fa vivere, ci raggiunge, vive in noi, nel nostro cuore, sulle nostre labbra e può farci vivere.
Ecco cos’è la Quaresima: un tempo per camminare, passo dopo passo, e scoprire che alla fine arriveremo alle soglie di quel sepolcro non spaventati e disorientati dagli eventi, e dalla paura della morte, ma pronti a lasciarci stupire da Dio e dalle sue inedite logiche di dono e di redenzione, dalla sua promessa di vita eterna, di vita vera.
Questa prima domenica ci porta nel deserto, ma quello che mi piacerebbe emergesse nella nostra riflessione non è tanto ciò che accade: le tentazioni, il tentatore, la risposta di Gesù…
Il deserto è il luogo in cui la vita è messa a dura prova. E quando il deserto è interiore la situazione non cambia. Eppure anche in questi deserti, per noi, come per Gesù lo Spirito non ci lascia, resta con noi e ci guida. È nel deserto che più facilmente la Parola che parla può essere ascoltata. E allora, in questa Quaresima, lasciamoci condurre dallo Spirito, perché ogni deserto in noi possa fiorire, affinché possiamo camminarci dentro.
I deserti sono tanti, ogni giorno.
Deserto è quello spazio di vita in cui confrontarsi, incontrarsi, misurarsi con la propria solitudine, con il se stesso più vero e autentico, bello o brutto che sia. Lo vediamo nel Vangelo, e lo viviamo anche sulla nostra pelle. Ma come vivere il deserto, come affrontare le nostre solitudini possiamo deciderlo noi.
Possiamo scegliere se ottenere per noi, a qualsiasi prezzo, pane e regni, gratificazione e potere, o se fidarci e affidarci, continuando a scegliere la vita, a difendere la vita, a stare dalla parte della vita.
Davanti a noi quaranta giorni, alcuni deserti, un po’ di scelte…

La tentazione più grande che viviamo oggi, nella cultura indifferente, virtuale globale è il non percepire il peccato e quindi il male come veleno della nostra vita, e quindi condizione di morte.
Di fronte al male visto attraverso un video, mi distacco dal male e non ne sento la sua forza distruttiva al punto che con un tocco, il video si spegne o cambia la realtà rappresentata... ma sparisce anche l'orrore della guerra e la consapevolezza delle conseguenze del male.
La virtualità ci sta cambiando, e cambia anche la consapevolezza la coscienza e i sentimenti.
- La consapevolezza è priva di giudizio critico;
- La coscienza si anestetizza e diviene incapace del suo atto fondativo: riflettere;
- I sentimenti non reagiscono più rispetto alle sollecitazioni.
Biblicamente la condizione umana, da subito, è chiamata a confrontarsi con la tentazione e il peccato, con la libertà di scegliere o meno il bene e la vita, ma ora in questo nuovo modello esistenziale, il peccato, la tentazione non fa parte della realtà da indagare.
La tentazione, dunque, si manifesta ora come la possibilità concreta di vivere la propria umanità non secondo il progetto originario di Dio, ma secondo una volontà propria, percorrendo una strada altra rispetto a quella indicata dal Creatore e ignorata anche se inscritta dentro il cuore stesso dell’uomo.


Signore Gesù, lo sappiamo:
non di solo pane possiamo vivere.
Lo sappiamo: è la tua parola,
l’esperienza di te a darci vita.
Ma a volte i deserti allontanano
la tua parola viva anche dal cuore,
e mettono sulle nostre labbra
parole amare, segnate dal dolore.
Il tuo Spirito, Maestro buono,
ci spinga oltre noi, verso di te.
Faccia esplodere la tua vita
sulle nostre labbra e nel cuore:
perché sia bellezza,
perché sia risurrezione,
oltre ogni morte,
oltre ogni tenebra.

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