Es 17,8-13 Sal 120 2Tm 3,14-4,2 Lc 18,1-8
Il figlio dell'uomo quando verrà troverà troverà la fede della vedova!
Questo è vero per la venuta ultima di Gesù come giudizio
finale, ma è ugualmente vero per la venuta puntuale nella nostra quotidianità
che è lo spazio dove il male si infrange rispetto al desiderio di bene e alla
giustizia.
Si, solo una fede umile, semplice e senza "potere" resterà come segno
di una fede capace di infrangere il potere del male.
Questa pagina di Vangelo non è semplicemente una esortazione a pregare ma, nell'invito dell'evangelista si nasconde il desiderio di Gesù che non ci scoraggiamo nel nostro tempo rispetto a tutti i giudici di iniquità che sono il simbolo del male e dell'ingiustizia,
Il rapporto tra il male che è sordo al grido dell'umile è del piccolo, risuona in tutti i tempi rispetto all’indifferenza del cuore di coloro che pur potendo non fanno, di chi agisce in forza di un potere ma non compie le opere di Dio: il bene, la giustizia e la misericordia.
La vedova del vangelo sembra una donna cocciuta e impertinente, che non si ferma davanti a nulla, ma in realtà è semplicemente una donna. La vedova sa di non valere nulla, di non avere alcuna possibilità se non quella di poter chiedere ..., chiedere con insistenza ... È di fronte a questa insistente nullità che si realizza il "prontamente" di Dio, che non significa subito o immediatamente, ma rappresenta il modo di agire di Dio al tempo opportuno, quando Dio realizza nella storia la salvezza.
Ecco che la preghiera si inserisce nel modo in cui Dio porta a salvezza, cioè realizza la giustizia, ci rende giusti, ci rende santi ovvero secondo la sua volontà, e rende giusto tutto ciò che esiste. La preghiera infatti, non è una richiesta spot per chiedere piccole cosucce, ma per allargare il nostro orizzonte di vita nel chiedere di realizzare noi stessi, nell'essere santi, cioè come Dio ci vuole, e per ciò per cui Dio ci chiama ad esistere.
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