Rm 1,16-25 e Lc 11,37-41
Paolo sente il bisogno di affermare di «non mi vergogno del vangelo»? E come si può pensare di potersi vergognare di una “bella notizia”? Ma noi, siamo convinti nel profondo di poter affermare di non vergognarci del Vangelo? Siamo capaci di dimostrare che il vangelo corrisponde alla dinamicità della nostra vita? Oppure siamo fermi, immobili, gente che non cammina, non cresce, non cambia idea e prospettive?
La preoccupazione di Paolo è quella di richiamarci alla verità per dirci: guardate che se vi vergognate avete ribaltato il senso del vangelo, delle Parole di Gesú, avete ribaltato l’ordine delle cose: avete scambiato Dio con l’uomo, avete messo un uomo al posto di Dio, ma in questo scambiare si svuota la buona e bella notizia che è il Vangelo si perde chi siamo veramente, perdiamo in umanità.
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