domenica 5 ottobre 2025

Facci vivere di TE

Ab 1,2-3;2,2-4 Sal 94 2Tm 1,6-8.13-14 Lc 17,5-10

Il gelso era un albero molto diffuso ai tempi di Gesù; le sue radici erano robuste e penetravano in profondità nel terreno, per cui il gelso era considerato un albero longevo, e difficile da estirpare.

Una immagine che se accostata alla richiesta dei discepoli suona in questo modo ... la fede riesce anche lì dove sembrerebbe proprio difficile ... come sradicare un gelso ... e in assurdo trapiantarlo nel mare ...

Oggi questa immagine si accompagna alla nostra quotidianità in cui sembra che il male non si riesca più a sradicare ...

Come può il Signore della vita restare inerme; come può permettere che addirittura nel suo nome qualcuno uccida bambini innocenti, per bombe o per fame!

Per assurdo, Gesù ci sta dicendo che per sradicare il male occorre la nostra piccola e fragile fede ... che in realtà è una forza che non sappiamo giustamente valutare. Il male, a volte, può solo sembrare impossibile da sradicare ... ma …

Siamo di fronte a dei paradossi ...

Alla richiesta, forse legittima, ma ingenua dei discepoli, che contrappongono alla forza del male o del mondo la necessaria forza della fede; anche di noi ... pieni di paura e umanamente fragili ... chiediamo il dono della fede forte, di una fede grande, per vincere il mondo, Gesù invece ci offre l'immagine assurda del Gelso e di un seme piccolo e insignificante, il seme della senape.

Ma è proprio questa fede piccola che in realtà è capace di cose grandi ...

Il gelso, così difficile da estirpare, finisce addirittura nel mare, dove non potrà sopravvivere ... ma la fede sostiene anche l'impossibile, ciò che umanamente è fuori ragione.

Poi succede che anche noi sperimentiamo l'essere servi inutili ..., anche noi nella nostra inutilità sperimentiamo le conseguenze dell'essere figli di Dio ... di avere un padrone come Dio Padre ... Un padrone che sa di avere servi inutili ... ma comunque figli.

Ma è a questi figli che il Padrone fa dono della fede in Lui ... 

Cosa significa avere fede?

Avere fede in Dio significa comprendersi come quel servo nei confronti del suo Signore, sentirsi parte di un vincolo e di un legame basato sulla somiglianza e la pratica del suo amore. Un rapporto questo che rende appunto il credente figlio di Dio.

Perché questo sia possibile, Gesù più volte nel vangelo di Luca ci mette di fronte all'essere come il Padre, cioè ad essere buoni fino in fondo.

Cioè bisogna che l’amore del discepolo raggiunga una qualità il più simile a quella di Dio.

E qual è la qualità dell’amore di Dio? Quella che si esprime in un perdono senza condizioni. (Aiiia)
Gesù propone una fede che è un’alternativa, una risposta diversa al mondo e alla nostra vita: accogliete questa offerta d’amore di Dio e l’amore di Dio vi rende liberi e questo amore si esprime attraverso il perdono incondizionato, diversamente rimanete nella condizione di servi verso il vostro Signore, di schiavi delle logiche del mondo, schiavi della violenza e della vendetta..
“Così anche noi, quando avrete fatto tutto quello che ci è stato ordinato…”,  “siamo semplicemente servi. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare": amare, perdonare.
Noi oggi di fronte a Gesù siamo messi di fronte a una domanda: credi nell’impossibile.

La fede può davvero spostare le montagne?

La fede è un dono tanto prezioso quanto fragile, ha un potenziale infinito ma per crescere e diventare capace di frutto ha bisogno di una cura e attenzione quotidiana, ha bisogno di essere nutrita. La piccolezza e la fragilità del nostro credere, non va abbandonata a se stessa.

Prendiamoci cura della nostra fede! Chiediamo il dono della fede cioè di imparare a vivere di Gesù e come lui.


Fammi vivere di te

La mia fede, Signore Gesù,

è debole e vacillante:

fammi vivere di te!

La mia fede è soffocata,

la soffoco con le mie mille domande:

fammi vivere di te!

La mia fede è indebolita

dal poco tempo che riesco

a dedicare a te e alla tua Parola:

fammi vivere di te!

La mia fede è bloccata da ciò

che vorrei e non vedo:

fammi vivere di te!

Signore Gesù, maestro nel credere,

fammi vivere di te. Amen.

 

I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia. Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami. L'erba era sparita dai prati. La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto.

Le settimane si succedevano sempre più infuocate. Da mesi non cadeva una vera pioggia.
Il parroco del paese organizzò un'ora speciale di preghiere nella piazza di fronte alla chiesa per implorare la grazia della pioggia.

All'ora stabilita, la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza.

Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede. Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari.

Ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bimba seduta compostamente in prima fila. Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso.

... credere è portare l'ombrello.






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