Rm 3,21-30 e Lc 11,47-5
mercoledì 15 ottobre 2025
Gesù pienezza della legge di Dio
Liberi in Dio
Rm 2,1-11 e Lc 11,42-46
martedì 14 ottobre 2025
Cambio non alla pari
Rm 1,16-25 e Lc 11,37-41
lunedì 13 ottobre 2025
Il valore di essere stato scelto
Rm 1,1-7 e Lc 11,29-32
domenica 12 ottobre 2025
Cammino, Gratitudine e fede
2Re 5,14-17 Sal 97 2Tm 2,8-13 Lc 17,11-19
di questo straniero?» Qui sta la differenza. I primi nove sono stati solo "guariti", il decimo viene invece "salvato"!
E ogni giorno riceveva la stessa misteriosa risposta: "Devi desiderarlo".
"Ma io lo desidero con tutto il mio cuore, no? Allora perché non lo trovo?".
Un giorno, il maestro si stava bagnando nel fiume con il discepolo. Spinse la testa del giovane sott’acqua e ve la tenne mentre il poveretto si dibatteva disperatamente per liberarsi.
Il giorno dopo fu il maestro a iniziare la conversazione: "Perché ti dibattevi in quel modo quando ti tenevo la testa sott 'acqua?".
"Come perché?" disse il discepolo indispettito. "Perché cercavo disperatamente aria!"
"Hai risposto bene. Quando ti sarà data la grazia di cercare disperatamente Dio
come cercavi l’aria, allora lo troverai".
Chi è capace di gratitudine, sa vivere una relazione con il mondo, con se stesso e con Dio, da persona libera e liberante… veramente risorta!
Grazie, Signore,
nostro Padre e Creatore,
per le tenere e delicate carezze
con cui silenziosamente ci raggiungi.
Per la tua paziente attesa delle nostre risposte;
per quelle mille forme di guarigione interiore
che restituiscono pace al nostro cuore
anche in tempi di bufere.
Grazie, Signore, semplicemente
perché ci sei e perché ci sono. Amen.
sabato 11 ottobre 2025
Li siederò a giudicare
Gl 4,12-21e Lc 11,27-28
venerdì 10 ottobre 2025
Viene il giorno del Signore
Gl 1,13-15; 2,1-2 e Lc 11,15-26
giovedì 9 ottobre 2025
... sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.
Ml 3,13-20 e Lc 11,5-13
Malachia è l'ultimo profeta prima di Giovanni Battista; passeranno fatti oltre quattrocento anni di silenzio ... L'attesa diviene, sconforto, disimpegno, disillusione, tutto sembra precipitare nel male, nella colpa, nel vizio, nell'immoralità. È in questo abisso che nasce l'attesa messianica. Anche oggi le nostre comunità hanno bisogno di ridestsrsi col fuoco dello Spirito e della Parola del Signore per essere nutrite e illuminate; il pane eucaristico che spezziamo e condividiamo è segno concreto della presenza di Dio che cambia il nostro cuore. Ma se non cambiamo il nostro cuore, se continuiamo ad aggrappiamo alle nostre sicurezze, se rimaniamo chiusi nelle nostre comunità non saremo capaci di riconoscere il Dio che viene ad abitare il nostro cuore e la nostra vita, e non sapremo essere una Chiesa che cammina nel mondo.
mercoledì 8 ottobre 2025
Ninive è salva!
Gio 4,1-11 e Lc 11,1-4
martedì 7 ottobre 2025
Il bene fatto porta la salvezza di tanti
Gio 3,1-10 e Lc 10,38-42
lunedì 6 ottobre 2025
Per convertire Ninive occorre Giona
Gio 1,1-2,1.11 e Lc 10,25-37
domenica 5 ottobre 2025
Facci vivere di TE
Ab 1,2-3;2,2-4 Sal 94 2Tm 1,6-8.13-14 Lc 17,5-10
Il gelso era un albero molto diffuso ai tempi di Gesù; le sue radici erano robuste e penetravano in profondità nel terreno, per cui il gelso era considerato un albero longevo, e difficile da estirpare.
Una immagine che se accostata alla richiesta dei discepoli suona in questo modo ... la fede riesce anche lì dove sembrerebbe proprio difficile ... come sradicare un gelso ... e in assurdo trapiantarlo nel mare ...
Oggi questa immagine si accompagna alla nostra quotidianità in cui sembra che il male non si riesca più a sradicare ...
Come può il Signore della vita restare inerme; come può permettere che addirittura nel suo nome qualcuno uccida bambini innocenti, per bombe o per fame!
Per assurdo, Gesù ci sta dicendo che per sradicare il male occorre la nostra piccola e fragile fede ... che in realtà è una forza che non sappiamo giustamente valutare. Il male, a volte, può solo sembrare impossibile da sradicare ... ma …
Siamo di fronte a dei paradossi ...
Alla richiesta, forse legittima, ma ingenua dei discepoli, che contrappongono alla forza del male o del mondo la necessaria forza della fede; anche di noi ... pieni di paura e umanamente fragili ... chiediamo il dono della fede forte, di una fede grande, per vincere il mondo, Gesù invece ci offre l'immagine assurda del Gelso e di un seme piccolo e insignificante, il seme della senape.
Ma è proprio questa fede piccola che in realtà è capace di cose grandi ...
Il gelso, così difficile da estirpare, finisce addirittura nel mare, dove non potrà sopravvivere ... ma la fede sostiene anche l'impossibile, ciò che umanamente è fuori ragione.
Poi succede che anche noi sperimentiamo l'essere servi inutili ..., anche noi nella nostra inutilità sperimentiamo le conseguenze dell'essere figli di Dio ... di avere un padrone come Dio Padre ... Un padrone che sa di avere servi inutili ... ma comunque figli.
Ma è a questi figli che il Padrone fa dono della fede in Lui ...
Cosa significa avere fede?
Avere fede in Dio significa comprendersi come quel servo nei confronti del suo Signore, sentirsi parte di un vincolo e di un legame basato sulla somiglianza e la pratica del suo amore. Un rapporto questo che rende appunto il credente figlio di Dio.
Perché questo sia possibile, Gesù più volte nel vangelo di Luca ci mette di fronte all'essere come il Padre, cioè ad essere buoni fino in fondo.
Cioè bisogna che l’amore del discepolo raggiunga una qualità il più simile a quella di Dio.
E qual è la qualità dell’amore di Dio? Quella che si esprime in un perdono senza condizioni. (Aiiia)
Gesù propone una fede che è un’alternativa, una risposta diversa al mondo e alla nostra vita: accogliete questa offerta d’amore di Dio e l’amore di Dio vi rende liberi e questo amore si esprime attraverso il perdono incondizionato, diversamente rimanete nella condizione di servi verso il vostro Signore, di schiavi delle logiche del mondo, schiavi della violenza e della vendetta..
“Così anche noi, quando avrete fatto tutto quello che ci è stato ordinato…”, “siamo semplicemente servi. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare": amare, perdonare.
Noi oggi di fronte a Gesù siamo messi di fronte a una domanda: credi nell’impossibile.
La fede può davvero spostare le montagne?
La fede è un dono tanto prezioso quanto fragile, ha un potenziale infinito ma per crescere e diventare capace di frutto ha bisogno di una cura e attenzione quotidiana, ha bisogno di essere nutrita. La piccolezza e la fragilità del nostro credere, non va abbandonata a se stessa.
Prendiamoci cura della nostra fede! Chiediamo il dono della fede cioè di imparare a vivere di Gesù e come lui.
Fammi vivere di te
La mia fede, Signore Gesù,
è debole e vacillante:
fammi vivere di te!
La mia fede è soffocata,
la soffoco con le mie mille domande:
fammi vivere di te!
La mia fede è indebolita
dal poco tempo che riesco
a dedicare a te e alla tua Parola:
fammi vivere di te!
La mia fede è bloccata da ciò
che vorrei e non vedo:
fammi vivere di te!
Signore Gesù, maestro nel credere,
fammi vivere di te. Amen.
I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia. Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami. L'erba era sparita dai prati. La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto.
Le settimane si succedevano sempre più infuocate. Da mesi non cadeva una vera pioggia.
Il parroco del paese organizzò un'ora speciale di preghiere nella piazza di fronte alla chiesa per implorare la grazia della pioggia.
All'ora stabilita, la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza.
Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede. Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari.
Ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bimba seduta compostamente in prima fila. Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso.
... credere è portare l'ombrello.
sabato 4 ottobre 2025
Il mio vanto è la croce
Gal 6,14-18 e Mt 11,25-30
venerdì 3 ottobre 2025
Oltre ogni nostra chiusura … la sua parola
Bar 1,15-22 e Lc 10,13-19
giovedì 2 ottobre 2025
Angeli Custodi ...
Es 23,20-23 e Mt 18,1-5.10
mercoledì 1 ottobre 2025
Ricostruire dalle ferite
Ne 2,1-8 e Lc 9,57-62