mercoledì 6 maggio 2015

Atti 15,1-6 e Giovanni 15,1-8
Quale annuncio facciamo?


Cosa annunciamo quando annunciamo il Vangelo? Quale è l’immagine di Dio che noi comunichiamo, testimoniamo, raccontiamo? Dio è prima della religione e della morale; Gesù è prima della Chiesa?
Essere dei tralci uniti alla vite, permette di portare frutti, ma ci apre alla consapevolezza che questa relazione non è fine a se stessa, non realizza semplicemente le nostre attese e la nostra esistenza. Diventare "miei discepoli" implica una complicità attiva e reale rispetto alla realizzazione del Regno dei cieli. Questo "regno" si origina a partire dall'annuncio del Vangelo. Come papa Francesco ricorda, bisogna annunciare il Vangelo con la vita è se necessario con le parole; quando la mia vita parla di Dio, quando il mio agire morale consegna Gesù ai fratelli, solo allora il mio annunciare è efficacemente un frutto della vite e dei tralci. Attenzione alla nuova generazione dei fariseo-cristiani.

Nessun commento:

Posta un commento