mercoledì 31 maggio 2023

Il Sì e il No ... non solo degli opposti

Sofonia 3,14-18 e Luca 1,39-56

Maria ha creduto, si è fidata. Così giovane, eppure cosi "matura" di fronte al mistero di Dio e di sé stessa. Era così assurdo, assolutamente strano, troppo difficile, ciò che le è stato proposto e quanto lei avrebbe dovuto corrispondere, eppure ha creduto. La tanto declamata beatitudine consiste proprio nella pienezza di gioia che nasce dalla fedeltà di Dio e dalla sua fedeltà alle promesse fatte ai padri di Israele. La beatitudine è vedere in prospettiva il bene e la salvezza che si realizza attraverso il suo Si che è già una  vittoria anticipata su qualsiasi No del peccato. 

martedì 30 maggio 2023

Lasciare o non lasciare

Siracide 35,1-15 e Marco 10,28-38

Pietro per seguire Gesù ha davvero lasciato tutto: lavoro e famiglia. Gesù ha chiesto a Pietro e anche agli altri di lasciare veramente tanto per cui credo venga naturale una domanda come quella che fa oggi Pietro a Gesù. Noi che abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, cosa avremo in cambio?
Cosa vuol dire lasciare tutto e seguire Gesù? Vuol dire fidarsi ogni volta di Dio. E’ un gioco continuo alla fiducia. Si fa fatica a lasciare tutto, le idee, i progetti come te li eri immaginati; accettare che le cose prendano un’altra piega ...
Quante volte Gesù ti ha già fatto sperimentare che lasciare tutto e seguirlo ti fa trovare una condizione nuova di vita, certamente ancor più feconda della prima.

lunedì 29 maggio 2023

Maria madre della Chiesa

Atti 1,12-14 e Giovanni 19,25-34

Dopo gli avvenimenti accaduti, dopo la Pasqua, dopo l'ascensore e il dono dello Spirito, in quel luogo - Cenacolo - non ci sono solo gli Undici Apostoli, ma molte altre persone, tra cui, eminente, Maria, la madre di Gesù, e i fratelli di Lui, cioè altre persone legate al Signore da vincoli di parentela. E’ la Chiesa!
Possiamo dire ciò che vogliamo ma la Chiesa non è una istituzione come le altre, non nasce da una necessità o genialità, cone neanche da unoto getto; la Chiesa nascente dal dono dello Spirito ovvero un dono di amore. Nasce da una relazione di amicizia calda s stretta; nasce nella vicinanza e nella preghiera ... la Chiesa di Gesu è speciale, non conele nostre chiesuole.

domenica 28 maggio 2023

Soffiò su di loro ... vivifica!

Atti 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3-7.12-13; Gv 20,19-23

Ci siamo, è arrivata la festa di Pentecoste ... festa dello Spirito Santo ... festa di uno sconosciuto membro della Trinità ... un Dio minore quasi dimenticato ... perché confuso e stravolto dal turbine delle vicende della storia del mondo e dagli avvenimenti personali di ciascuno...
Lo Spirito è infatti parte di noi, ed è in noi, legato alla nostra creaturalità e umanità... non è un corpo estraneo che si aggiunge o ci sovrasta, come neanche una identità sovrumana, o meglio divina, che domina la nostra vita. Partiamo da ciò che ci dice Gesú: lo Spirito é pace, è amore e misericordia. Tutti effetti che rivelano la sua azione e realtà concreta. Dove c'è amore c'è lo Spirito, dove c'è misericordia c'è lo Spirito, dove c'è pace c'è lo Spirito, ecc...
Ma pure noi abbiamo ricevuto lo Spirito, lo abbiamo ricevuto nel Battesimo ma forse con più certezza nel momento stesso in cui abbiamo deciso di mettere la nostra vita nella vita stessa di Gesù, perché è la nostra scelta di fede che apre la possibilità allo Spirito di agire in noi, di rivelarsi pienamente.
L'immagine del vangelo in cui Gesú risorto soffio sugli apostoli è veramente suggestiva ... nello scompiglio e paura di una comunità chiusa in se stessa Gesù soffia tutti fuori nella molteplice possibilità di situazioni nuove. È l'esperienza della fantasia di Dio.
In questo anno, particolare, segnato oggi dall'ennesima emergenza ambientale e climatica - frane, alluvioni -, riesco e voglio riconoscere cosa significa lo Spirito di Dio, il soffio vitale di Gesú risorto?
Lo Spirito e la mia vita: Credo che ciascuno deve ricordare quando diciamo che il nostro corpo è tempio dello Spirito; così come lo fu il corpo di Gesù. Quando nella nostra vita ci mettiamo nella sequela paziente di Gesù, quando assumiamo e dilatiamo isentimentopi del Signore nopello sfretto spazio della nosrra umanità fragile, ecco che lo Spirito Santo è quell’energia che accende la nostra vita interiore. Sono le suggestioni al bene, lo slancio di amore; il desiderio di donarsi e di testimoniare.
È l’azione con cui Dio parla e agisce in noi, ed esprime il nostro essere generati come figli e figlie amati dal Padre.
È in questo sguardo che rileggendo la seconda lettura, ed è cosi che quelle parole danno forma al nostro agire oggi. Anche di fronte alla drammaticità delle situazioni, non può non essere che una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune. La diversità e particolarità con cui ciascuno può soccorrere i fratelli costituisce ben di più di una solidarietà umana, ma è la conferma che la nostra natura umana è fatta per essere abitata dallo spirito dell'amore.
C'è un agire dello Spirito che non è l'evento straordinario che stravolge la nostra vita.
In questi giorni ciascuno di noi ha sentito dentro di sé l'imperativo di aiutare, e di farsi partecipe del dramma di tanta povera gente ormai alle prese con qualcosa di più grande di loro.  Ma è proprio in quella sensibilità umana che dobbiamo ricercare la forza, il soffio dello Spirito. La bontà, la generosità, l'altruismo, l'orgoglio rimagnolo ... tutte parole che esprimono una condizione che dice la nostra coscienza unana e se vogliamo anche cristiana; la nostra natura umana ma pure lo spazio della grazia, ciò dell'agire di Dio in noi e attraverso di noi ... una grazia che è lo Spirito di Dio, lo Spirito dell'amore.
Mi piace pensare che lo Spirito non vuole banali ripetitori, ma discepoli geniali, edificatori di una Chiesa che ritrova unità e credibilità attorno all'eucaristia. Varietà e creatività sono il dono molteplice dello Spirito. Di fronte e in tutto quanto accaduto, il Signore “soffiò su di loro e disse: ricevete lo Spirito santo”; in questa nostra realtà chiusa e dall’aria stagnante, entra con forza il soffio di Cristo, l'ossigeno del cielo. Entra nel nostro respiro il respiro di Dio ...

sabato 27 maggio 2023

La nostra vita ... mistero di Gesú

Atti 28,16-20.30-31 e Giovanni 21,20-25

La prigionia di Paolo a Roma potremo paragonarla agli attuali arresto domiciliare, in una casa presa in affitto, sotto vigilanza di una guardia. Vive così due anni potendo parlare con grande libertà di Gesù. L’avvicinarsi del tempo della esecuzione della condanna non diminuisce il suo vigore spirituale, ma lo aumenta. Emerge una domanda, dallo stile di vita dell'Apostolo: la nostra attesa di felicità e di senso, conosce e riconoscere  la presenza di Gesù nella nostra vita?

venerdì 26 maggio 2023

Al cuore, Gesù!

Atti 25,13-21 e Giovanni 21,15-19

Paolo si trova al centro di un confronto per nulla chiaro tra uomini delle istituzioni. Gli uomini di potere sembrano completamente disinteressati al tema religioso, per loro sono solo problemi per "alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo", per loro obiettivo è mantenere l’ordine e il controllo. L’arrivo in città del re Agrippa offre un momento di grande prestigio a Paolo, per parlare di Gesù davanti a coloro che credono di contare. Il governatore Festo e il re non sanno cosa decidere, in quanto non comprendono la natura delle accuse verso Paolo. Comunque di fronte a tutto questo, è importante vedere come nella vita di Paolo ciò che determina le scelte e ne definisce l'epilogo è proprio Gesù. È bello pensare come Gesù possa o debba essere il cuore, il centro per ogni fase della vita di ogni credente.

giovedì 25 maggio 2023

Tu dammi testimonianza ...

Atti 22,30;23,6-11 e Giovanni 17,20-26

Siamo Gerusalemme e Paolo sfrutta la circostanza avversa per raccontare la sua storia personale e, soprattutto, come Gesù è entrato nella sua vita. Il racconto ci permette di fare la sua biografia: "Nato a Tarso di Cilicia, quindi di cultura greca, educato sin da ragazzino a Gerusalemme alla scuola di Gamaliele, quindi giudeo abituato ad un rispetto rigoroso della Legge, era solito perseguitare i cristiani e aggiunge di essere stato presente al martirio di Stefano"..., ma la sua vita cambia totalmenre quando sulla via di Damasco gli appare Gesù Cristo. Tutta la vita di Paolo è testimonianza; lo stesso Paolo se ne rende conto, fino all’ultimo, le sue scelte e il suo pensiero sono determinati solo e unicamente dalla relazione con Gesù e dall’annunciare Cristo.

mercoledì 24 maggio 2023

Essere insieme e non per caso

Atti 20,28-38 e Giovanni 17,11-19

L'incontro a Mileto rappresenta l'apice drammatico della vita di Paolo; è l'occasione per il suo testamento spirituale: “Occorre vegliare e affidarsi sempre a Dio”. Chi ascoltava Paolo certamente non ha più dimenticato le sue parole. Il dramma di non rivedere più quel volto amico, e allo stesso tempo la consegna più importante della sua vita: “il centro è Gesù Cristo”. Paolo ha vissuto un ministero entusiasmante, ma non esita a confidare le tante fatiche e le lacrime versate. Il suo lavoro di annuncio della fede non era legato a compensi e il suo servizio non si esauriva con l’insegnamento su Gesù Cristo, ma era legato anche ad un’attenta carità verso i più poveri. Ciò che emerge di importante anche per noi oggi è: non si dimentichi mai che al centro c’è Gesù Cristo.


martedì 23 maggio 2023

Continuiamo la nostra corsa

Atti 20,17-27 e Giovanni 17,1-11

Ormai è chiaro ciò che attende Paolo - catene e tribolazioni -; lui è sereno perché il suo unico scopo è, ed è stato, predicare Gesù Cristo a più persone, a chi poteva in un qualche modo incontrare. Oggi, a duemila anni dal cristianesimo delle origini, è possibile vivere così intensamente la fede in un contesto dove ormai non si vive il contrasto con la fede, ma soprattutto l'indifferenza.
L'esperienza della comunità delle origini è comunque anche oggi illuminante, nulla deve intimorirci nel proporre con la testimonianza della vita che Gesù realizza il senso vero di tutto ciò che esiste, e che solo Lui apre la possibilità di riconoscere la vita eterna come possibile condizione, radicata nella nostra umanità.
La percezione della fatica e della irrilevanza è evidente per tutti noi; possiamo decidere di scappare, o di evitare ogni esposizione, oppure di dare sfogo alla fantasia e all'ingegno personale, e incentivare i modi in cui dilatare la nostra testimonianza, fuori dalla prassi, fuori dalla convenzione tradizionale.

lunedì 22 maggio 2023

Lo Spirito "indispensabile".

Atti 19,1-8 e Giovanni 16,29-33

È lo Spirito il di più, la differenza "qualitativa" di ogni credente. Ma a cosa serve lo Spirito? Perché riteniamo così importante lo Spirito ricevuto nel battesimo e con la cresima?
La risposta è molto semplice per quanto non più comprensibile dopo tanti secoli dall'inizio dell'annuncio del vangelo: lo spirito serve per annunciare Cristo, per dare senso e forza al kerigma.
Come si annuncia Gesù nel nostro contesto culturale? In un mondo ricco e pieno di stimoli diversi, come anche di contraddizioni e limiti, cosa può toccare il cuore della gente? Appare chiaro, così come per Paolo, che ci sono difficoltà enormi rispetto all'annuncio della risurrezione, ma sono proprio le difficoltà a fare emergere quella fede viva e significativa che non teme confronti, minacce e provocazioni, perché tutto si concentra, non certo in un aumento numerico dei convertiti ma, nella salvezza che è Gesù Cristo.

domenica 21 maggio 2023

Connessione tra cielo e terra

At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-23

Siamo in un momento di vera crisi, tocchiamo con estrema evidenza la nostra fragilità e incapacità di fronte alle forze della natura e agli stravolgimenti che il clima determina sulla nostra vita. Dopo la pandemia, dopo la guerra, ora anche l'alluvione del nostro territorio. Sono troppi i segni di sofferenza e le ferite che questa sciagura ha aperto per poterle raccontare tutte ...
Ma cosa dobbiamo imparare da tutto questo? Che cosa dobbiamo riconoscere e capire?
Ci eravamo illusi di stare bene?
Ora sentiamo su di noi che i momenti di crisi e di difficoltà ci sono, ci sono stati e ci saranno anche in futuro.
Il tempo della crisi è un tempo di scelte, è un momento in cui dobbiamo metterci con determinazione davanti alle decisioni che dobbiamo prendere. Tutti, nella vita, abbiamo avuto e avremo momenti di crisi: crisi familiari, crisi matrimoniali, crisi sociali, crisi nel lavoro, tante crisi … Ieri la pandemia, poi la guerra, oggi l'alluvione. 
Ma ogni crisi, per noi credenti, per noi discepoli di Gesú, non è solo dramma, dubbio paura e sofferenza, per noi c’è la perseveranza nella preghiera, c'è il riconoscere la fedeltà di Dio, e la fedelta dei fratelli che si esprime nella fratellanza e nella solidarietà: il fango lasciato dall’alluvione annulla ogni distanza e discriminazione.
Questo è anche il tempo della conversione, perché questa fedeltà di Dio e dei fratelli ci ispira il cambiamento per il bene, non per allontanarci ed essere indifferenti al bene, ma per fare il bene.
Oggi il memoriale della Pasqua si illumina del mistero storico e concreto dell'Ascensione del Signore. Un evento che vuole raccontarci, prima di ogni umana percezione di sepatazione o privazione, la fedeltà del Signore, l’esplicito invio a essere nel mondo segno e strumento della Sua presenza, di ciò che lui ha vissuto e insegnato. Una presenza che non viene meno, mai, attraverso l'opera e l'agire della Chiesa e di ciascuno di noi.  
Con l'Ascensione tutti i battezzati divengono responsabili di ciò che il Signore ci ha affidato, il mondo, gli altri e la loro realizzazione, il senso della loro vita.
È bello pensare e scoprire che Ascendere per Gesù rappresenta in modo reale, concreto e intimo a ciascuno, la sua presenza più vera attraverso la nostra umanità.
Ascendere per Gesù significa immergersi in noi e dilagare nel mondo, nel tempo e nella storia  attraverso noi. Oggi ciascuno di noi, non può non insegnare a vivere lo stesso vivere bene di Gesú. Ogni discepolo insegna a essere felici, insegna a donare, cioè ad essere vivi. È questa la forza che nell'Ascensione i discepoli aggiungono e portano nel mondo. É questo che anche oggi, in questi giorni, ciascuno è chiamato, nelle proprie possibilità, a vivere.
“Dal giorno in cui fu assunto in cielo fino alla fine del mondo”, è una bellissima espressione, una frase ad effetto ... meravigliosa. Ci dice che lui, il Signore, è con noi e opera attraverso di noi la salvezza del mondo.

sabato 20 maggio 2023

Gesù è il Cristo

Atti 18,23-28 e Giovanni 16,23-28

Non è un teorema spirituale, ma una realtà da cui si evince il mistero di Dio. Oggi comprendiamo che è fondamentale per avere fede, aver chiaro il motivo della propria speranza in Gesù. Lo stesso Paolo ci dice infatti che "se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede". La fede di Apollo mostra il suo aver aperto in forza del battesimo, gli occhi, le orecchie, la mente e il cuore.
Oltre alla forza della fede, nello stesso brano riconosciamo il bello della fede nella Chiesa: coloro che sono testimoni, accettano e accolgono il dialogo e il confronto, non hanno paura e non lo temono. Questo è un volto dell’amore che nasce dalla fede in Cristo.

venerdì 19 maggio 2023

Siamo preziosi

Atti 18,9-18 e Giovanni 16,20-23

Alle parole incoraggianti del Signore, segue immediatamente persecuzione e giudizio. Come attualizzare allora: "Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso". Come è possibile tenere insieme eventi devastanti, la prova e la promessa di Dio,  di proteggerci, di non abbandonarci. Dopo il Covid 19; dopo la guerra in Ucraina, ora nel mezzo dell'alluvione ... "Non aver paura ..." perché?: prima di tutto c'è una promessa: "... sentirai la mia forza nel cammino, io sono il tuo Dio, il Signore.. Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori. Io sarò con te, ovunque andrai".
Occorre credere alle promesse.

giovedì 18 maggio 2023

Come nasce la comunità

Atti 18,1-8 e Giovanni 16,16-20

Anche nelle nostre comunità attuali può capitare di essere scoraggiati e delusi, soprattutto quando abbiamo fatto del nostro meglio e i risultati non sono quelli che ci saremmo aspettati. Anche Paolo era affranto dopo aver predicato nella sinagoga di Corinto per un certo tempo. Molti Giudei erano avversi a tal punto che Paolo si sentiva a disagio. Ma è proprio in questa difficile situazione che lo Spirito spinge Paolo verso i pagani. È proprio questa esperienza del limite che apre realmente la possibilità di un annuncio fino ai confini della terra. Forse è proprio questa la chiave di lettura: il limite e lo Spirito; nel limite e nella delusione delle nostre comunità agisce con forza e determinazione lo Spirito. Occorre lasciarsi coinvolgere pienamente e allora si scopriranno forze insperate!

mercoledì 17 maggio 2023

Aperti al mistero

Atti 17,15.22-18,1 e Giovanni 16,12-15

Ateniesi pagani, ma sorprendentemente aperti al mistero. Un mondo, quello greco, che sentiamo molto vicino per la logica e l'influsso culturale e sociale. Ma ciò che dovrebbe suscitare la nostra attenzione è ilsenso del sacro e l'apertura al mistero. Le parole dell’Apostolo sono un ponte di dialogo lanciato verso i greci. Paolo parte non dalla critica pungente, ma da ciò che unisce la tradizione pagana al vangelo che annuncia. Gli Ateniesi adorano quel dio che in verità non conoscono, infatti, lo confondo con altro. Paolo vorrebbe smontare la falsa idea che hanno di Dio, così impersonale e anonimo. Sono passati oltre 2000 anni ma non è scontato cercare di rivelare il mistero di Dio che si cela avvolto nella realtà.

martedì 16 maggio 2023

Credi al Signore Gesù?!

Atti 16,22-34 e Giovanni 16,5-11

Ciò che anche oggi ci è chiesto è proprio di credere in Gesú. Ma ci crediamo realmente, ci vogliamo credere, o ci crediamo solo per convenzione o perché siamo dentro a un contesto sociale in cui il "religioso" ha ancora il suo peso.
Come arrivare a credere? Certamente il carceriere è la sua famiglia arrivano a credere in forza della testimonianza di Paolo e Sila. È bella, poi, l’immagine finale che ci mostra Paolo e Sila a tavola con tutta la famiglia del carceriere i quali provavano la gioia tipica di chi ha incontrato il Signore. Anche in questo caso, come nel caso di Lidia, l’azione di Dio si dispiega nella ordinarietà della vita, è nel susseguirsi delle vicende che coinvolgono coloro che seguono il Signore. Quanto anche noi siamo punti di riferimento per gli altri nel testimoniare Gesù ed essere causa della gioia di chi scopre la salvezza?

lunedì 15 maggio 2023

Il Signore le aprì il cuore.

Atti 16,11-15 e Giovanni 15,26-16,4

In questo brano spicca la presenza di Lidia, una donna non ebrea che adorava Dio, e stava ad ascoltare. Dicendo che lei adorava Dio ci dice che credeva nel Dio di Israele. Quindi questa donna era già molto dedita a Dio. Il testo afferma che il Signore aprì il suo cuore per dare ascolto a ciò che pronunciava Paolo. Appunto "apriti" può essere il messaggio per noi oggi: è bene aprire le orecchie per ascoltare; è bene aprire la mente per maturare e crescere nella fede; è bene aprire il cuore affinché sgorghi l’amore; è bene aprire la bocca per dialogare ed annunciare la Parola di Dio.

domenica 14 maggio 2023

Verifica sull’amore



At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21

È possibile amare realmente? È possibile amare Gesù quando lo sentiamo così lontano da noi?
Ammettiamolo, quanto è difficile amare Gesù, ora che non è fisicamente visibile e vicino.
Oggi poi, più che mai ci appare lontano nel tempo e silenzioso nella nostra realtà; sempre più lontano e silenzioso; forse è proprio per questo che tante persone si perdono nell'indifferenza e nella fede tiepida: non si va più a Messa, non si percepisce più la Chiesa e la comunità, non si ha più compassione, tenerezza e senso di responsabilità.
Come posso amare? Come posso amare Gesù e gli altri?
Per capire come poter amare Gesù dobbiamo riconoscere e fare una esperienza: desiderare e volere amare ... è la stessa esperienza che abbiamo fatto quando abbiamo chiesto a qualcuno per essere amati.
È da quella esperienza, che può sfociare in un rifiuto o una accoglienza, che imparo cosa significa amare.
Nell’amore si concretizza tutto il Vangelo. Gesù non ci consegna una serie di regole o princìpi teorici, ma l'esigenza di vivere nell’amore per l'altro senza condizioni.
Per questo è necessario comprendere cosa significa amare e riconoscere quando ne sono capace. Perché da quel riconoscimento deriva ogni mio possibile cambiamento.
Amare ci permette di cambiare. Amare è ascoltare, è vedere, è toccare, scoprire chi è l'altro da me. Amare è entrare nella intimità della vita.
L'amore non consiste nel sentire che si ama, ma nel voler amare; quando si vuole amare, si ama. Si ama ogni giorno riaffermando così che l'amore non si dà una volta per tutte, ma si dà ogni giorno e in modo diverso.
Quando si ama, l'altro viene prima di me ... ecco perché l'amore supera ogni egoismo. Amare diventa una vera esperienza di gratuità.
Tutto questo Gesù lo mette dentro una possibilità che ciascuno può accogliere in un comandamento col quale, in modo umano realizziamo la volontà di Dio.
In questo caso il comandamento non è una regola ulteriore, non è un'imposizione ma una magnifica opportunità, che ci permette di trasformare noi stessi nella possibilità di amare; questo comandamento ci permette di realizzare come amare Gesù e di essere amato da lui attraverso l’esperienza dell’amore dei fratelli.
Ecco allora che se lo amiamo, usciremo dalle logiche puramente umane dell'amore, supereremo lo sguardo umano dell'amore e attraverso Gesù, entreremo nel suo sguardo di amore e nella sua esperienza di amare.

 

sabato 13 maggio 2023

Evangelizzazione!

Atti 16,1-10 e Giovanni 15,18-21

Nel secondo viaggio di Paolo siamo chiamati a confrontarci con il tema della evangelizzazione. Leggiamo, e restiamo affascinati dalla molteplicità di incontri, di città e persone che sono messi in contatto con la Parola. Paolo è un vero evangelizzatore e inculturatore della fede. Oggi noi che evangelizzazione viviamo e quale inculturazione? Evangelizziamo solo il nostro gregge? Preserviamo la cultura chiudendola nel recinto del nazionalismo? È proprio Gesù che ci sveglia, è Lui che ci chiama, che ci fa presente che essere suoi discepoli significa andare, incontrare e accogliere. È Lui che ispira quale decisione si debba prendere per portare felicità: star con le famiglie, dedicarsi allo studio e al lavoro, dialogare con i fratelli, incontrare gli amici, come affidare al Padre le scelte complicate della vita, è Lui che vuole che ci spendiamo nell'annuncio quotidiano.

venerdì 12 maggio 2023

Forza o debolezza ...

Atti 15,22-31 e Giovanni 15,12-17

Quale era il modo di modo di muoversi e di progredire della Chiesa delle origini, tale deve essere anche la Chiesa di oggi con la forza della profezia e la spinta dal soffio dello Spirito. Anche oggi nelle scelte della comunità di fede dobbiamo sentire risuonare e soprattutto dare senso a: "è parso bene allo Spirito Santo e a noi"; è questo infatti il motore dell'agire comunitario, lo Spirito in noi. Da soli sappiamo bene che non saremmo capaci di scelte vere e coraggiose. E oggi come allora occorre luce e verità affinché il nostro agire per il vangelo sia condizione che annuci sempre che Gesù è il Cristo. La Chiesa non impone, ma accompagna con la pazienza del Signore Gesù. Una pazienza che nulla ha a che fare con la debolezza, ma è la forza di una Chiesa che sa amare l'uomo senza pregiudizio.

giovedì 11 maggio 2023

Riedificare sempre la tenda di Davide

Atti 15,7-21 e Giovanni 15,9-11

Oggi sembra proprio che dalle nostre parti la tenda di Davide sia caduta; ecco che, proprio la vita della Chiesa delle origini sembra dare senso e voce a quella rigenerazione che tutti speriamo desideriamo, ma che a fatica riusciamo a concretizzare. Giacomo, da Apostolo di Cristo, dopo aver ascoltato le esperienze vissute, è illuminato dalla Parola di cui è servo e annunciatore: "Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide, che era caduta ..." Gesù che abita in noi nella sua Chiesa ... lui stesso riedificherà, cioè non sarà un restauro, ma da questa nostra caduta rilascerà una Chiesa nuova. Occorre lasciarsi coinvolgere e affascinare dalla possibilità del nuovo che germina attorno noi.

mercoledì 10 maggio 2023

Rigidità antica e moderna

Atti 15,1-6 e Giovanni 15,1-8

Il rigorismo, la rigidità nella Chiesa, cosa nasconde in verità? Non sempre un male, ma da ogni conflitto interno tra idee e posizioni antitetiche e nuove, per la Chiesa dovrà scaturire la direzione da seguire in futuro, valida per tutti.
Nel brano di Atti troviamo due posizioni: quella intransigente dei Giudei e Farisei convertiti, che volevano imporre la circoncisione, quale condizione indispensabile per la salvezza; mentre l'altra è espressa da Paolo e Bàrnaba, che riportano la gioia della conversione dei pagani alla fede. Salta agli occhi l’antitesi tra l’intransigenza degli uni e l’accoglienza semplice degli altri. Eoggi non è ancora così? Ci misuriamo ancora tra intransigenza e accoglienza.

martedì 9 maggio 2023

Dolori e gioia!

Atti 14,19-28 e Giovanni 14,27-31

Quale è la condizione di chi crede, rispetto alla realtà in cui vive. Quale è la condizione della comunità credente in una società che ormai si è completamente emancipata dall'idea della civiltá cristiana?
Forse ci siamo dimenticati che chi opera come Chiesa deve essere pronto a sperimentare di tutto per Gesù. Ieri abbiamo visto Paolo e Bàrnaba acclamati come dèi, ma oggi leggiamo come a fatica sfuggono alla morte per lapidazione. Ma è proprio in questa contradittoria situazione che  occorre riconoscere l’opera che Dio compie attraverso di noi. Ma in tutto come non riconoscere che "la gioia del Signore si compie nella missione"! Paolo e Bàrnaba, infatti non sperimentano solo prove e fatiche ma a che la gioia che deriva dal ministero: l’amicizia che si fonda sulla comune adesione a Cristo.

lunedì 8 maggio 2023

Da un luogo all'altro

Atti 14,5-18 e Giovanni 14,21-26

Da Antiochia Paolo e Barnaba devono fuggire, ma anche ad Iconio trovano ostilità e persecuzione e sono costretti a fuggire a Listra e Derbe, dove vengono scambiati per semidei. Una realtà surreale che mette in evidenza la fragilità umana costantemente in ricerca di certezze e sicurezze. È in questo contesto che Paolo e Barnaba si trovano a dare testimonianza e ad invitare alla conversione. L'annuncio del vangelo implica sempre una conversione personale e comunitaria, perché sia possibile trovare la vera vita. Anche a noi, oggi, è chiesto di imparare a discernere la realtà per riconoscere la gioia piena, capace di riempirci la vita.

domenica 7 maggio 2023

Lo sguardo sulla realtà deve essere profetico

At 6,1-7; Sal 32; 1Pt 2,4-9; Gv 14, 1-12


Un cristiano deve sempre guardare la realtà in cui vive ed essere profeta. Non si limita a fare letture sociologiche, o psicologiche, ma alla luce della fede (ciò in cui crediamo), della tradizione (ciò che nel tempo la chiesa ha vissuto) e della Parola di Gesù, il credente deve illuminare la sua realtà di vita e dare una interpretazione, una risposta profetica.

Se non lo fa, rinnega il proprio carisma battesimale. Per farlo non ha la sfera di cristallo, ma la luce dello Spirito, la conoscenza che viene dalla Parola, e l'originalità e intuizione che deriva dalla preghiera come vicinanza del Signore.

Per cui la via di cui parla Gesù non è una strategia di fuga dal mondo, e tantomeno un tentativo per arroccarsi in solitudine o opposizione rispetto al resto.

Conoscere la via significa riconoscere in noi ciò che ci avvicina ad essere come Gesù.

Guardiamo a lui, a come vive, a come si commuove e tocca le persone, a come va incontro alla gente, a come reagisce nel quotidiano, a come muore, e capiremo i sentimenti e il modo di agire di Dio.

Di fronte alle guerre che sono attorno a noi, non posso rinunciare alla pace in ragione di compromessi giustificando i conflitti nella logica del male minore.

Di fronte ai flussi migratori, non posso chiudermi e voltarmi dalla parte opposta come se nulla fosse.

Di fronte alla denatalità, che significa indifferenza ed egoismo culturale forse dovrei interrogarmi sul senso della vita come dono ed esistenza di Dio. Negare i figli non è solo negarne la generazione, ma è rifiutare parte delle sue promesse e negare la nostra possibilità di essere immagine di Dio.

Lasciamoci coinvolgere dalle parole di Gesù per mettere la nostra stessa realtà nella sua via, verità e vita.

Eccoci allora in ascolto di quel “Io sono la via, la verità e la vita”: questa frase deve diventare il nostro modo di vivere, di ispirare le nostre relazioni il nostro essere con i piccoli, i giovani, con uomini e donne, con gli anziani, con i migranti, con i poveri e con chi oggi crede di contare.

La verità non sono parole, ma è fatta di carne, della carne dei fratelli, e della carne di Cristo; la Verità se è tale è palese. La verità è amabile, perché ha a che fare con Gesù e col suo vangelo che non può mai essere una pretesa eccessiva e avvilente: Gesù si dona per farci vivere bene.

Ecco allora che cosa significa lettura della realtà per noi? Alcune cose ci interpellano … da vicino:

La scuola materna, il calo delle nascite e la conseguente riduzione delle iscrizioni (dimezzate negli ultimi 5 anni). Per non parlare del passivo di 25.000 euro del 2022 ... Come reagire? Aumentare le rette? Chiudere la scuola? La lettura della realtà mi porta a pensare invece l'opportunità che può essere aprire il Nido e pensare a una presenza ridotta della scuola materna, valorizzando sempre il ruolo educativo della Scuola Parrocchiale sul nostro territorio. Una scuola come segno di attenzione e di cura del sociale, come una opportunità che può essere per le nostre famiglie.

Il clima della nostra comunità di fede. Di fronte allo scarso senso di unità e di comunità che compagna la secolarizzazione, come intervenire in questo processo destrutturante della società e della Chiesa?

Occorre valorizzare le relazioni, occorre dare importanza a ciò che ci fa entrare in relazione gli uni con gli altri. La fede è luogo di relazione con l'altro, non semplice esperienza di intimismo spirituale o di tradizionalismi.

Fra tre settimane vivremo la festa patronale. Vorrei che fosse per tutti una vera occasione di relazioni, di comunione, di fraternità ... diciamolo, e diciamocelo: vogliamo sia una vera occasione, non una programma del calendario.

 

Vi ho portato due esempi di come interpretare la realtà alla luce delle parole di Gesù: io sono la via, la verità e la vita, in questo modo anche noi possiamo e dobbiamo essere parte della sua via, verità e vita ...

sabato 6 maggio 2023

Annunciare con audacia

Atti 13,44-52 e Giovanni 14,7-14

Un gran successo! Ovvero la settimana dopo, quasi tutta Antiochia si mette in ascolto di Paolo. "Quasi tutta la città", costituita per lo più di pagani, desiderosi di ascoltare se quei due nuovi arrivati, avessero un messaggio attraente per loro; ed ecco sembra proprio che la loro aspettativa non fu delusa, perché scoprirono che nella salvezza del Signore, loro stessi ne erano parte. È questo aspetto che sfugge oggi a noi ascoltarori della Parola: ci sfugge il nostro essere protagonisti attuali della salvezza. Ci sfugge quella franchezza con cui Paolo e Bàrnaba, parlano liberamente in tutta sicurezza e compiutezza, una forma di audacia nell'annunciare Cristo Salvatore. L'annuncio audace è di chi sa' indicare una strada nuova, mai concepita, una strada per la quale nulla sarà più come prima. La gioia cristiana è segno di audacia.

venerdì 5 maggio 2023

Ma Dio lo ha resuscitato

Atti 13,26-33 e Giovanni 14,1-6

Paolo, tiene talmente al suo essere israelita e alla sua appartenenza al popolo di Israele, al punto di inserire in ogni modo la sua gente nella lettura della storia della salvezza. In questo modo, egli, riesce a leggere anche gli atti ostili dei capi dei Giudei, come modalità della volontà di Dio: dice ad esempio “condannandolo, hanno portato a compimento le voci dei Profeti” oppure “dopo aver adempiuto tutto quanto era stato scritto di lui”. Paolo cerca di far prendere coscienza che le Scritture «che si leggono ogni sabato» sono fatti e realtà, che diventano vita concreta, dimostrino che l’amore di Dio agisce sempre nella storia concreta di ciascuno.

giovedì 4 maggio 2023

Paolo inizia da qui

Atti 13,13-25  e Giovanni 13,16-20

Il primo discorso pubblico di Saulo, e dopo questo, lo chiameremo Paolo: lui il persecutore dei seguaci di Gesù, ci insegna come ha imparato a leggere la storia del popolo di Israele con una prospettiva nuova, quella della missione di Gesù, il culmine della discendenza di Davide. La storia del popolo eletto narrata attraverso gli avvenimenti dell'Antico Testamento si dischiude a una prospettiva più ampia con la figura di Giovanni il Battista. Per Paolo il Battista è il primo grande annunciatore del Regno dei Cieli.
Paolo oggi, ci ricorda, che colui che lo ha chiamato a essere apostolo, oggi, in tanti modi diversi, chiama ciascuno di noi per nome, ciascuno a suo tempo. 

mercoledì 3 maggio 2023

Una storia vera

1 cor 15,1-8 e Giovanni 14,6-14

Festa degli apostoli Filippo e Giacomo

Paolo nella Prima lettera ai Corinti ci racconta la sua fede, e ci dice anche come quella stessa fede si intreccia con la vita, le persone, gli incontri. 
In questo raccontarsi, Paolo si presenta come paradigma di ogni persona che riceve l’annuncio della salvezza. Egli ci porta a conoscenza come il suo passaggio da aborto ad apostolo passa attraverso tutta la stessa storia di fede, che egli annuncia ad ogni membro della comunità di Corinto. Nell'annuncio di salvezza  Dio si consegna e si dona a ciascuno. Ognuno di noi può e deve ripensare così la storia che lo ha condotto al Vangelo di Gesù. Non ha caso Paolo dice: “A voi infatti, ho trasmesso, anzitutto, quello che ho ricevuto”. Ognuno di noi si trova oggi in questo "annuncio" che da Gesù arriva sino a noi.

martedì 2 maggio 2023

Dove è andato quel fascino...

Atti 11,19-26 e Giovanni 10,22-30

Ecco come lo Spirito è al lavoro nella Chiesa delle origini: dalla Palestina la Chiesa si diffonde nel vicino Oriente, fino ad Antiochia che sarà come un trampolino della nuova fede in tutto il mondo antico. Sono molteplici i modi in cui lo Spirito agisce: non abbandona ma accompagna i credenti nei luoghi in cui si sono dispersi, suscita in loro il grande desiderio di condividere con tutti la loro fede in Gesù. Lo Spirito smuove la comunità di Gerusalemme affinché mandi nuovi apostoli a vedere e conoscere ciò che stava accadendo ... Anche noi non dobbiamo temere di voler conoscere ciò che il soffio dello Spirito, al di fuori delle nostre piccole comunità, anche oggi è capace di suscitare.
Dobbiamo imparare a fidarci e a lasciarci illuminare da quello Spirito Santo che guida la Chiesa per vie insolite.

lunedì 1 maggio 2023

Qualunque cosa facciamola di buon animo ...

Colossesi 3, 14-15.17.23-24 e Matteo 13,54-58

Come tradurre nel tempo i sentimenti di Gesù? Come porsi e assumere in questo nostro tempo la novità assoluta di Cristo? Occorre un attimo di umiltà e di verità. La novità di Cristo sarà vera e attualizzata solo se entra a fare parte delle relazioni della nostra vita.
Non si tratta di fare gesti di carità, quanto piuttosto di rivestirsi di essa, assumerla come un abito, farla diventare la logica del proprio tempo entrando in comunione di speranza, sogni ed ideali con Gesù il Cristo. La carità ci cambia, dona un linguaggio mite, che mette in correlazione diversità umane e culturali; superando la confusione e la mediocrità imperante, il pregiudizio e il rifiuto, giungeremo anche noi al Regno dei cieli.