martedì 31 gennaio 2017

Ebrei 12,1-4 e Marco 5,21-43
Corriamo con perseveranza ...


Se dovessi immaginare "una corsa con perseveranza", non farei fatica a pensare a un procedere dinamico e col sorriso, non una corsa da atleta o una corsa come per fuggire, ma proprio una azione coinvolgente e densa di attesa e prospettiva.
Questa corsa è possibile se deponiamo ciò che è di peso e il peccato peccato che ci assedia. Ci sono infatti "cose" che appesantiscono ogni minuto della nostra giornata terrena; inoltre, il peccato, ci vincola a posizioni di immobilità che limitano ogni possibile slancio. Ma il fascino del volto di Cristo, la sua bellezza, che è il volto della nostra Chiesa, quel suo volto, ci sta davanti e sempre ci precede e ci attende.
È questa relazione tra Lui e noi che è al cuore anche di ciò che con estrema densità e dovizia di particolari è narrato nel Vangelo di oggi, dove le nostre umane vicende si intrecciano con la sua vicinanza che salva. 

lunedì 30 gennaio 2017

Ebrei 11,32-40 e Marco 5,1-20
Giunsero all'altra riva del mare ...


I territori dei Geraseni sono a est del lago di Galilea, in un'area in cui predomina il paganesimo, certamente una area di scarsa influenza ebraica; è la zona della decapodi.
Sia Matteo che Marco ci informano di contatti avuti da Gesù con queste popolazioni. Il Vangelo, il regno di Dio non è esclusivo, ma ovunque c'è l'uomo, lì il Vangelo diventa occasione di liberazione e di proposta di vita. È liberazione dal male, dalla possessione e dalle catene e dai ceppi che il male è il peccato ci procurano. È libertà, per scegliere la bellezza del Signore e del suo regno: "lo supplicava di poter restare con lui ..."
A prima vista sembrerebbe che questa "missione" in terra pagana di concluda con un fallimento, rispetto alla consuetudine della Galilea, ma in realtà emerge il vero effetto dell'annuncio: la missionarietà; "Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te". Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

domenica 29 gennaio 2017

Sofonia 2,3;3,12-13 / Salmo 145 / 1 Corinzi 1,26-31 / Matteo 5,1-12
Ciò che serve oggi: la felicità!

Il mondo non sarà mai reso migliore da chi ha nel suo cuore la ricerca del potere e della ricchezza. Non possiamo servire Dio e mammona ...
Negli anni, abbiamo letto la pagina delle Beatitudini in vari modi: con un taglio spirituale, sociale, sociologico, teologico ecc...
Ma questa pagina è Vangelo, per cui è Parola del Signore, che ci racconta come avviene la salvezza ... Come la nostra vita ci appartiene e come essa appartiene a Dio, come tutto è per il suo compimento, quindi per la beatitudine.
Questa è la potenzialità di questo brano di Vangelo, è tale al punto di dare significato e senso a tutto ciò che è in relazione alla vita dell'uomo.
Le beatitudini sono fatte per l'uomo, per la nostra esistenza ... Per rendere bella la nostra natura, anzi la descrivono al meglio di ciò che può e deve essere.
Il senso delle beatitudini sulle labbra del Signore va compreso a partire da Lui stesso. Lui ci dice che la felicità, quella vera passa attraverso la nostra perfezione, la santità della vita, il vivere la vita come realizzazione del Regno dei cieli.
Per cui le otto immagini di felicità descrivono lo spazio della nostra stessa esistenza:
- Lo spirito, la sua povertà o essenzialità è la bussola che ci orienta a ciò che è vero, bello e buono, Dio stesso e il suo regno;
- Il pianto, è lo spazio del dolore dell'uomo a cui non possiamo non rispondere ... Ogni uomo ha l'obbligo di rispondere al dolore e alle lacrime dei fratelli con la consolante tenerezza di Dio;
-  La mitezza, è lo spazio della pazienza, dell'attesa che non tarda per sempre ... Perché è attesa del Signore;
- La fame di giustizia, è il grido di un mondo che chiede di non essere scartato e dimenticato;
- I misericordiosi, sono tutti i gesti di Dio che umanamente poniamo nella nostra storia;
- I puri di cuore, sono tutti coloro che non hanno venduto al diavolo, ai soldi e al potere  la loro vita ... La purezza è la libertà del cuore;
- Gli operatori di pace, siamo tutti noi quando ascoltiamo e facciamo il desiderio di pace, cioè di comunione e fraternità che abita nella nostra umanità: siamo tutti figli di un unico Padre;
- I perseguitati, sono l'umanità profuga, fuggiasca, cacciata, umiliata, discriminata, offesa perché gli si vuole negare la sua dignità, il diritto a essere uomini. Gli si vuole negare il regno di Dio.
Nelle Beatitudini Gesù ci dice che la felicità è il cammino di compimento del nostro essere uomini e donne figli di Dio. Non sarà un "qualcosa" in più che ci viene dato, ma sarà il frutto di un agire secondo il desiderio di Dio.
La Beatitudine non sarà mai il frutto di muri, né della sicurezza economica, del protezionismo, dello scarto dei fratelli, delle barriere doganali, della espulsione dei profughi, della guerra di liberazione dal terrorismo, delle azioni di propaganda... Tutto questo, non darà mai la felicità, ma solo maggiore ricchezza e potere a chi già tutto possiede.
Questa non è la felicità, ma è la "gloria" del principe di questo mondo, del divisore, di colui che affascina e ammalia l'uomo per portarlo via da Dio.

sabato 28 gennaio 2017

Ebrei 11,1-2.8-19 e Marco 4,35-41
"Non avete ancora fede?"


Eppure, di segni e parole ne avevano visti e ascoltate parecchie, ma la fede in Gesù non era ancora "chiara". Non lo era perché la fede non è un punto di arrivo, ma è una condizione di ricerca. La domanda di Gesù non è solo una provocazione, e non aspetta una risposta circa l'incoerenza della fede. La domanda del Signore è una apertura sulla vita e sulle situazioni: il passare all'altra riva, la tempesta, la paura ...
Tutto nella vita è spazio in cui la fede si dispiega, si genera, si evidenzia, si concretizza. La fede non esprime solo l'atto di fede, non è un evento puntuale, almeno non come intendiamo generalmente noi. La fede è anche la condizione nella quale si trova l'uomo in ricerca della propria "dimora" e l'uomo col desiderio (fame) di Dio.
Chi è sulla barca con Gesù deve comprendere che Gesù si accompagna in quella attraversata ed è parte della loro fede, non la sostituisce.

venerdì 27 gennaio 2017

Ebrei 10,32-39 e Marco 4,26-34
Giornata della "Memoria"
Annunciare la Parola ....


In questa "espressione" la Parola non sono parole, ma assume una identità rivelativa del regno di Dio. È una realtà misteriosa che si annuncia per immagini e parabole, una realtà che è nell'agire stesso dell'uomo; nel fare la volontà di Dio, la quale si annida nella storia e nella nostra terra e da lì inizia ad agire secondo la sua potenza (... germoglia e cresce ... produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo ...). Il regno di Dio deve essere seminato per poter essere fino in fondo il piccolo granello di senape. Tutto questo zelo per il regno è parte, e alimenta, la nostra memoria di Lui, di Cristo, per il quale sopportiamo ogni cosa (una lotta grande e penosa),  per essere saldi e perseveranti in attesa della sua stessa venuta. Il ricordo cristiano non è mai una rassegna di immagini del passato, ma è memoria dell'atto di fede.

giovedì 26 gennaio 2017

Tito 1,1-5 e Luca 10,1-9
"...mio vero figlio ..."


C'è chi assume questa pagina del Vangelo come invito ad agire nella Chiesa con una spinta "proselitista", il che rivela una indole ecclesiale pari a quella di una agenda.
Il "regno di Dio ormai vicino" non è un invito di promozione, quasi che gli sconti siano agli sgoccioli, per cui occorre affrettarsi ...
L'annuncio del Vangelo; narrare la Salvezza, non genera una conversine per affiliazione, ma per figliolanza. Quando Paolo, si rivolge a Timoteo utilizza due parole "vero" e "figlio" ... Non si tratta di un figlio carnale, ma generato dalla sua predicazione, generato nella fede. Questo figlio è più figlio di tutti gli altri. Questo dovrebbe illuminare la qualità delle nostre relazioni e dei nostri rapporti. Gioire di quanto per alcuni siamo figli e quanto  lo sono altri per noi! 

mercoledì 25 gennaio 2017

Atti 22,3-16 e Marco16,15-18
Festa della conversione di San Paolo
"Chi sei ..."

In realtà Saulo era già stato "adocchiato" da Gesù da tempo. Saulo aveva già "incontrato" il Signore più volte, a partire dalla lapidazione di Stefano. L'incontro sulla via di Damasco, non dobbiamo intenderlo nell'ottica dello straordinario, ma in quella del compimento: "Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito..."
Tutta la vita di Saulo/Paolo, è risposta alla sua stessa domanda: "Chi sei Signore?" È il modo in cui Paolo corrisponde alla predilezione che il Signore gli ha riservato. Ci sono per tutti noi, situazioni e avvenimenti nella vita che rivelano la "predilezione" che il Signore ci riserva ... A questi appelli dell'amore non possiamo tacere!

martedì 24 gennaio 2017

Ebrei 10,1-10 e Marco 3,31-35
Da una diversa prospettiva


Ma cosa dici Gesù? Mancare di rispetto in questo modo a Maria?
A tua madre e alla tua famiglia ... Ma che ti prende?
Questa è la reazione immediata che suscitano le tue parole ... E se fosse che ci stai insegnando che la realtà è tutto ciò di cui ne fa parte possono essere viste con uno sguardo diverso? Per cui ... Ci stai forse dicendo che è più bello passare dalla stretta visuale degli affetti famigliari alla gioia dell'amore per la visione di un popolo ... "Che fa la volontà del Padre!"
È così impariamo che la realtà presente è ombra dei beni futuri; bellezza che solo in uno sguardo da "fuori" si riesce a contemplare.

lunedì 23 gennaio 2017

Ebrei 9,15-28 e Marco 3,22-30
Cristo è mediatore di una nuova alleanza!

"Ora Cristo entra una volta per sempre nel santuario del cielo per offrire se stesso in sacrificio per i nostri peccati". Questa sintesi della lettera agli Ebrei accompagna questa giornata in cui saluto il mio "babbo". Sono certo che tutti i peccati sono perdonati ai figli degli uomini, proprio tutti, perché nessuna fragilità o l'imitazione della nostra natura è superiore alla Misericordia di Dio e al suo amore per noi. Il suo corpo e il suo sangue stabiliscono la nuova alleanza, quella di amore/amicizia. La nostra più profonda nostalgia e il nostro più grande desiderio è di non essere più divisi da lui, ma stretti dalla sua mano entrare anche noi nel santuario del cielo. Il santuario del cielo è il cuore del Padre dove e quando finalmente comprenderemo "che non c'è amore più grande di chi è disposto a dare la sua vita per amore dell'amico".

domenica 22 gennaio 2017

Isaia 8,23-9,3 / Salmo 26 / 1 Corinzi 1,10-13.17 / Matteo 4,12_23
Mentre camminava: chiamava ...


La scelta di Gesù è quella di immischiarsi con le vicende e la vita della sua gente. Egli non è un maestro appartato, un maestro isolato dal mondo o isolato nel mondo. Egli da Nazareth dove è nato, scende al lago e va ad abitare a Cafarnao, da dove, partirà la sua azione di annuncio e ogni sua missione. Cafarnao è quasi il centro operativo il suo quartier generale ...
È a Cafarnao che Gesù coinvolge in questo progetto i suoi amici, coinvolge la gente che viene da lui per ascoltarlo per essere guarita ... E' da Cafarnao che Gesù propone il regno dei cieli, come il sogno di Dio, come ciò che è l'uomo, il desiderio di felicità per ogni uomo che nasce. E propone pure la conversione non come conseguenza del regno, ma come modo di realizzarlo.
Tutto questo non è un accadimento sopra le nostre teste, ma in realtà Gesù chiama ... Cioè condivide con Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni ... Gesù cerca un rapporto forte, una relazione di amicizia, egli inizia in quella reLazione il regno dei cieli. La vera felicità parte dalla qualità delle nostre relazioni.

sabato 21 gennaio 2017

Ebrei 9,2-3.11-14 e Marco 3,20-21
Il sangue di Cristo ci purifica!


L'idea del "luogo" Santo, sta al cuore del concetto di Tempio per Israele, per ogni ebreo, ma anche per Gesù. Questo luogo speciale, mistico e trascendente, non è più inaccessibile, ma Gesù vi accede nella sua morte, e con il suo corpo e sangue, compie il sacrificio che da vita all'universo intero. È in questa prospettiva che la morte ci apre alla realtà magnifica di ciò che è eterno. La fede in Gesù ci garantisce che la tenda del mistero, e del desiderio, è accessibile, e che lui la attraversa, ma che anche noi con lui nella nostra morte la attraverseremo, per divenirne parte ... Parte del suo sacrificio, parte del suo corpo e del suo sangue, parte della sua vita. A Magdala sul lago di Tiberiade, un reperto riproduce il Tempio di Gerusalemme e il Velo, la tenda del Santo dei Santi, su cui era riprodotto un fiore a otto petali, una rosetta iscrivibile in un ottagono ... Il segno del mistero invita ad essere attraversato...

venerdì 20 gennaio 2017

Ebrei 8,6-13 e Marco 3,13-19
Gesù chiama per nome ...


Non è l'elenco dei promossi o dei vincitori di un concorso per titoli ed esami ...
Li ha scelti perché stessero con Lui e per mandarli ...
Li ha scelti, cioè gli sono piaciuti, si è compiaciuto di loro; ha desiderato la loro amicizia, ha ardentemente donato la sua; li ha preferiti rispetto a tutti gli altri. La relazione che noi instauriamo con Gesù ha sempre origine dalla sua predilezione che nel tempo si esprime  con le nostre umane categorie e caratteristiche. Il vincolo dell'amicizia assume in queste parole di Marco una forma di straordinaria bellezza, forse non tutti lo possono capire, ma l'amicizia non è una simpatia o un vantaggio o vincolo relazionale, ma è uno stare con, un essere con; è espressione di comunione. Questa scelta amicale si esprime, di conseguenza, in una vocazione, in un fine che non esaurisce il tutto in se stesso ma si manifesta come dono. Sentirsi chiamati da Gesù è bello!

giovedì 19 gennaio 2017

Ebrei 7,25-8,6 e Marco 3,7-12
Il "segreto" messianico ...


Mi è sempre stato insegnato che il Vangelo di Marco contiene un tema dedicato al segreto di Gesù: "di essere il messia". Questo "segreto" che percorre tutta la narrazione di Marco, si può svelare e comprendere solo alla fine, sulla croce e nelle parole del centurione.
Oggi il Vangelo racconta che gli spiriti, lo riconoscevano, ma egli impediva a loro di rivelare chi fosse. Senza nulla togliere a questa linea di pensiero, vorrei aggiungere una suggestione, cioè, che il segreto in realtà ci avvicina al "mistero di Dio", che non si separa da noi, ma che dimora nella nostra stessa realtà, oppure che noi dimoriamo nel mistero. La lettura di Ebrei suggerisce una comprensione particolare di tutto ciò che è la rappresentazione umana della ritualità: "immagine e ombra delle realtà celesti". E se tutto fosse così immagine reale del mistero eterno? Allora il "segreto" non sarebbe più un "segreto" come lo intendiamo normalmente, ma sarebbe una epifania ordinaria.
Oggi vado alla ricerca dei "segreti"!

mercoledì 18 gennaio 2017

Ebrei 7,1-3.15-17 e Marco 3,1-6
Melchisedek


Emerge dalla lettera agli Ebrei questa figura, un po' mitica, che troviamo all'inizio della storia della fede di Abramo. Questo uomo-sacerdote, questo re di Gerusalemme rappresenta per Abramo un personaggio speciale: accostarsi alla giustizia, alla pace, al mistero eterno di ciò che esiste. A questo punto non basta capire questa immagine, occorre comprendere la conseguenza: Abramo gli affida la decima, cioè il meglio di ciò che possiede, di ciò che è. Nel sacerdozio offriamo a Dio il meglio di ciò che siamo, e pone nella nostra esistenza e umanità il gusto di ciò che è di Dio. È bello pensare che in questo modo il Mistero eterno un po ci appartiene. Dal Vangelo comprendiamo che il mistero eterno si accosta, si accosta sempre attraverso Gesù.

martedì 17 gennaio 2017

Ebrei 6,10-20 e Marco 2,23-28
Il Signore del sabato!

Con questa espressione, "Figlio dell'uomo è signore anche del sabato", non si afferma una indiscriminata libertà nel fare ciò che si vuole anche rispetto alla Legge, ma a partire dalla comprensione più profonda del Sabato (giorno di festa e di contemplazione, cioè di lode, in cui l'uomo riposa in Dio), il Figlio dell'uomo ne è il garante. Tutto nella relazione con Dio converge al "sabato". Per cui è la vita stessa, le azioni compiute, i pensieri, i desideri ... tutto deve esprimere la sacralità di ciò che appartiene a Dio. Tutto di noi deve celebrare il mistero. Questo senza cadere in un integralismo religioso oppure in una separazione razionalista tra sacro e profano. Il Figlio dell'uomo è il fondamento di una etica umana, di una moralità dell'esistenza che rende lode a Dio; essa non si oppone alla vera sacralità. Una briciola di sabato è in ogni giorno della settimana; ovvero ogni giorno è parte del sabato.

lunedì 16 gennaio 2017

Ebrei 5,1-10 e Marco 2,18-22
Le regole o lo sposo?


La reazione immediata degli osservanti ortodossi del popolo è di disappunto e confusione: "tu caro Gesù non stai alle regole!"
La risposta di Gesù secondo il Vangelo di Marco è chiara e puntuale: "io non sono qui per dare altre regole o per ribadire le vecchie; io sono il non nuovo che rende nuove tutte le cose!" 
Si comprende che Gesù non si considera un fondatore di un movimento religioso, di una struttura di norme, riti e regole morali, ma come il Dio con noi, lo sposo atteso, il sommo sacerdote, l'agnello di Dio, il figlio dell'uomo ecc... Cioè quel "nuovo" che non si può paragonare o abbinare a ciò che è "vecchio". La sua novità ci obbliga a rendere nuovo noi stessi, diversamente saremo stoffe vecchie che si strappano e otri vecchi che si rompono, incapaci di accostarsi alla compagnia del Signore.

domenica 15 gennaio 2017

Isaia 49,3.5-6 / Salmo 39 / 1 Corinzi 1,1-3 / Giovanni 1,29-34
Basta una "piccola fede" ... per una vita battesimale!

Capire il battesimo che da tempo abbiamo ricevuto significa vivere bene il tempo presente in una fede che ci ha generato per essere vissuta tutti i giorni. Una vita battesimale è una vita che riconosce in Dio la sua stabilità, la sua oirigine. Una esistenza battesimale esprime e riconosce Gesù in ciò che lo stesso Battista ci dà testimonianza:
- Gesù è per me l'agnello di Dio? Quello che toglie il peccato del mondo?
- Gesù è colui che mi precede e quindi mi accompagna conducendomi in un cammino di cui lui garantisce la meta: la vita eterna, un'amore per sempre ...
- Gesù è colui  in cui dimora lo Spirito Santo... Ma lo spirito cerca altre dimore ...
- Gesù è il figlio di Dio, io lego la mia vita, consacro me stesso, non rispetto a in una idea spirituale ma nella amicizia con il figlio di Dio.

sabato 14 gennaio 2017

Ebrei 4,12-16 e Marco 2,13-17
Vivente è la parola di Dio!


"... Io comunque ho letto tutta a Bibbia e non ci ho trovato nulla di interessante!"
Le Scritture vanno lette con fede. Senza la fede non è possibile scrutare il mistero che le scritture rivelano. Resterebbe solo la pretesa razionale di capire tutto con la conseguenza di vanificare ogni possibilità per accogliere il mistero. Il mistero è la possibilità rispetto a ciò che è "altro" attraverso la categoria di ciò che è spirituale, non razionale e sperimentabile.
Così anche Matteo il pubblicano, risponde alla "parola", la chiamata di Gesù, come conseguenza di ciò che penetra nell'intimo più intimo ... Ed è la sua fede che lo guida nella risposta, mentre per gli altri tutto ciò è lo scandalo più inaudito. La ragione senza la fede, è una esperienza "zoppa" che cerca continuamente dove appoggiarsi.

venerdì 13 gennaio 2017

Ebrei 4,1-5.11 e Marco 2,1-12
"Protocollo Cafarnao ... "


"... E tutti si meravigliavano e lodavano Dio ..."
Questa è la reazione di quel villaggio di pescatoti sul lago di Galilea; una meraviglia e una lode che nasce dall'esperienza viva ed efficace della presenza di Gesù. Il segno della guarigione del paralitico, suscita meraviglia, ma molto più importante è la lode a Dio; ciò significa che il vissuto di quella comunità non è solo emozione e stupore, ma è collocato e abita in quella realtà di mistero che è Dio stesso. L'uomo guarito dal suo male, l'uomo liberato dal peccato, l'uomo che può camminare con il suo Dio, tutto questo non è semplice stupore e meraviglia, ma è preghiera, testimonianza e annuncio: una lode per il Signore, cioè un canto gioioso che racconta la vita e la fede.
A Cafarnao non accadono solo miracoli e segni, ma, a Cafarnao si "applica il protocollo di redenzione", si rinnova la faccia della terra!

giovedì 12 gennaio 2017

Ebrei 3,7-14 e Marco 1,40-45
Siamo, infatti, diventati partecipi di Cristo!

Nella lettera agli Ebrei, l'essere partecipi di Cristo, cioè avere lui in comune tra noi e Lui stesso, è la condizione per orientare costantemente la scelta della vita, e per allontanare la seduzione del peccato, cioè del maligno. È la relazione bella con lui, umanamente compresa e affettivamente sentita che impone la conversione alla vita. Nello stesso modo si comprende anche la guarigione del lebbroso, narrata nel Vangelo di Marco. Ciò che determina la purificazione dalla lebbra, non è l'insistenza del lebbroso o la preghiera del Signore, ma partecipare di una unica volontà di salvezza: "lo voglio, sii purificato". Il nostro rapporto personale con Gesù esige una costante cura, anche da parte nostra, non è una condizione che si autodetermina; ma occorre una amorevole cura della amicizia, al pari di tutti gli altri miei amici, questo rappresenta il vero atto di fede!
In quale modo, oggi, avrò cura di questa amicizia?

mercoledì 11 gennaio 2017

Ebrei 2,14-18 e Marco 1,29-39
Una immagine da "Instagram"


È una immagine stupenda quella che ci offre il Vangelo di Marco questa mattina; per chi ha negli occhi Cafarnao e i luoghi vicini, capisce rivive la presenza del Signore, così come Marco ci testimonia. La Sinagoga, le strade strette della cittadina vicinissima al lago; le case una accanto all'altra; il deserto a poche centinaia di metri dalla riva del lago ecc... In questa quotidianità di Gesù, è molto bello poter collocare il modo col quale sperimentare la sua vicinanza che è comunione di "carne e sangue" ... Lo spazio e il tempo sono il luogo in cui Dio e l'uomo operano congiuntamente per realizzare la salvezza! Gesù si prende cura di noi, stirpe di Abramo, così come è detto nella lettera agli Ebrei; a Cafarnao tocchiamo con mano come Gesù si prende cura delle nostre fragilità: la febbre della suocera di Pietro, malati e indemoniati ... Per tutti, e su tutti, Gesù mette la sua preghiera al Padre e la sua voglia di annunciare e predicare.

martedì 10 gennaio 2017

Ebrei 2,5-12 e Marco 1,21-28
Antidoto al male: la Santità!


La Parola oggi ci porta a Cafarnao, dove Gesù ha vissuto e abitato per circa 3 anni. In quella Sinagoga ha ascoltato la proclamazione della "Legge"e dei "Profeti" ... Ma in quella sinagoga ha pure parlato con autorità, per questo le sue lato le sono insegnamento!
Ogni giorno tutti facciamo esperienza del male attorno a noi e del peccato attorno e dentro di noi. Proprio per questo non possiamo dimenticare, come dice la lettera agli ebrei che: "colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine"; solo la santità del Padre che rende santa la nostra esistenza è capace di contrastare il male e di vincere il peccato. Infatti dice a Gesù l'uomo posseduto: io riconosco benissimo che Tu sei Santo ... Tu sei la nostra rovina. La santità della vita è la rovina del male.

lunedì 9 gennaio 2017

Ebrei 1,1-6 e Marco 1,14-20
"Iniziamo pure ..."


Dio ha parlato a noi, così come lo ha fatto nel tempo antico, e oggi continua a parlarci attraverso il Figlio se ascoltiamo la sua Parola.
Ogni volta che ci accostiamo al Vangelo di Marco - l'invito che ci viene fatto è sempre quello di andare oltre l'ascolto - e mettiamo la nostra vocazione (chiamata) a servizio del Regno che si è fatto vicino ... tutto di noi inizia a muoversi in un modo nuovo (conversione, cambio di mentalità).
Gesù, ci invita realmente a seguirlo, a lasciare le reti e il resto per stare dietro a Lui. È straordinario, è sconvolgente questo invito, per chiunque voglia ascoltarlo. La nostra paura di fronte a questo invito ci ha convinti che sia solo per coloro che scelgono la speciale consacrazione a servizio del Regno, ma non è così!
La proposta fatta ad Andrea, Simone, Giacomo e Giovanni ... tocca chiunque vuole vivere fino in fondo una amicizia fedele e totale con il Signore. Da questo nasce ogni consacrazione della vita. Da oggi, viviamo questa Parola come la traccia in cui la nostra vita dimostra l'amicizia con il Signore .... Per cui, "iniziamo pure ..."

domenica 8 gennaio 2017

Isaia 42,1-4.6-7 / Salmo 28 / Atti 10,34-38 / Matteo 3,13-17
Le conseguenze del battesimo


Cosa rappresenta il battesimo per Gesù?
Indubbiamente una scelta fondamentale, una scelta che Gesù porterà avanti per tutta la sua vita. Non rappresenta certo un proforma religioso e nemmeno una tappa nel cammino di fede o di iniziazione ...
Il battesimo è la sua vocazione.
Nel battesimo al giordano Gesù è chiamato: "figlio; amato; mio compiacimento".
La vocazione di Gesù è di essere figlio di Dio, frutto concreto del suo amore; la sua vocazione è pure quella di essere amato, e ugualmente donato, non trattenuto ma offerto. La vocazione di Gesù è pure essere come al Padre piace, quindi essere nella sua volontà e per la sua volontà.
Il battesimo è la sua missione.
Conviene che facciamo ogni giustizia. Una espressione che ci lascia interdetti. Cosa è giusto? È giusto realizzare il progetto di amore del Padre, la salvezza di tutti gli uomini. Gesù nel gesto del battesimo mostra la sua azione/missione, quella di essere accanto e non separato dall'uomo peccatore. Lui si immerge nell'acqua dei peccatori per potersi immergere nella loro vita di morte e così donarvi la vita di Dio.
(...)
Che cosa rappresenta il battesimo che ho ricevuto?
In che modo quella scelta corrisponde al mio essere figlio di Dio, segno di amore e spazio in cui il Padre si compiace? Il che significa: nella vita reale, sono fratello dei miei fratelli; sono amore che si dona; sono nella volontà di Dio?
(...)

sabato 7 gennaio 2017

1 Giovanni 3,22-4,6 e Matteo 4,12-17.23-25Discernimento degli spiriti?

Sant'Ignazio di Loiola, fondatore dei Gesuiti, elabora la pratica degli Esercizi Spirituali proprio in riferimento alla comprensione degli "spiriti". Partiamo infatti dalla vistata ione della varietà degli spiriti e delle suggestioni emozionali; tutto si muove, anche in noi, tra ciò che è dal mondo e ciò che è da Dio. Come è possibile fare coincidere ciò che è da Dio con il desiderio di bontà, bellezza e piacere, che anima il nostro cuore. Facciamo un passo in avanti: la vera bellezza, la vera bontà e il vero piacere, non consiste nel godimento personale ma nel ritorno o compiacimento di ciò che è bontà, bellezza e piacere. Per capirci, se il massimo della bellezza, della bontà e del piacere è l'amore, questo è vero quando mi è donato e lo accolgo, non quando lo vivo per me stesso. Questo discernimento è faticoso perché mi impone una dimensione spesso chiusa in noi: la prossimità. Questo discernimento è passaggio dalle tenebre alla luce, dalla nostra penombra alla luce di Gesù.

venerdì 6 gennaio 2017

Isaia 60,1-6 / Salmo 71 /  Efesini 3,3-2.5-6 / Matteo 2,1-12
Come dei Magi ...

In questa giornata di festa, per non cadere nella facile drammatizzazione fantastica di streghe volanti a cavallo di scope, di carbone dolce e caramelle, occorre comprendere cosa la tradizione della Fede vuole esaltare e cosa vuole custodire con premura.
Certamente il senso cristiano della universalità della salvezza, dell'annuncio del regno e della famigliarità con Dio. Il verbo di Dio incarnato non è un dono privilegiato, non è una proposta in esclusiva, e neppure un premio per qualcuno. Il mistero dell'incarnazione coinvolge ogni uomo, credente e non credente, bianco o nero, cristiano o mussulmano, ciò che si realizza nella pienezza del tempo è universale. Questo spinge Paolo in Efesini a dirci: "... che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo".
Co-eredi: eredi dello stesso amore del Padre; la sua misericordia è veramente per tutti , questo significa per la Chiesa: andare in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo della gioia. Significa avere lo sguardo di Dio sulla realtà, su tutta la realtà. La Chiesa, cioè ogni discepolo. Noi, a questo punto, comprendiamo che siamo fatti ed esistiamo, per il mondo ... La nostra missione è essere per il mondo è nel mondo. Questo è l'oro dei Magi: è l'evento prezioso della salvezza! Noi ne siamo il Segno!
Con-corporei: tutti facciamo parte di un solo corpo, siamo chiamati, ordinati a formare un solo corpo in Cristo, e un solo popolo. Direbbe Paolo: giudei e greci, gentili e pagani, schiavi e liberi ... Diciamo oggi, credenti e non credenti, cristiani e musulmani, bianchi e neri, europei e profughi, poveri e ricchi del mondo... Un solo corpo, un solo popolo di Dio. Senza barriere ideologiche, senza sguardi discriminanti, senza odi e indifferenze. Un corpo, un popolo ... La Chiesa di Cristo, fondata sulla testimonianza di Pietro e degli apostoli; questa Chiesa è "cattolica" cioè universale, non ha più confini, ed è la sua Sposa. Questa è la mirra dei Magi: il profumo della Sposa di Cristo. Noi siamo profumo!
Com-partecipi: tutti siamo partecipi di un'unica azione di lode e di preghiera a Dio. La sacralità della natura umana, nel mistero dell'incarnazione pervade tutta la natura, tutta, non solo quella di alcuni. Ma questa sacralità diffusa, dissolta,  rende ancora più evidente, che tutta l'umanità è chiamata ad esistere a partire dal creatore, e nella sua volontà è resa partecipe della vita eterna. La sacralità della nostra esistenza si esprime nel "sacerdozio di Cristo" che lo Spirito Santo rende efficace ed operante nella natura dell'uomo e nel particolare in ogni uomo, al fine di esprimere nella vita, e con la vita la lode a Dio. Questo è l'incenso dei Magi: ridare a Dio la sua gloria insieme con noi. Noi siamo lode a Dio!
La stella, Betlemme, Erode, i Magi, Gerusalemme ... Tutto ci porta a ritenere solo questa domanda e la sua risposta:
"Dove si trova colui che è nato?" ... "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto" ...
"... una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele ..."
Come per i Magi, la luce della stella è la luce di Cristo, la luce venuta nel mondo perché a tutti sia rivelato il mistero di Dio, allo stesso modo oggi i Magi non portano le caramelle ai bambini, ma portano oro, incenso e mirra: un evento di salvezza, e ci manifestano in Gesù, figlio di Maria e Giuseppe il vero Dio, il verbo fatto uomo.

giovedì 5 gennaio 2017

1 Giovanni 3,11-21 e Giovanni 1,43-51
Dare la vita per i fratelli ...


La nostra umanità sembra proprio così perfetta che si autotutela in tutto, si garantisce si difende ... specialmente dai fratelli, veri antagonisti.
Le parole della scrittura aprono in questa umanità autosufficiente una falla che è la breccia della fede: "Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità". Questa frase della lettera di Giacomo è la concretizzazione nel presente dell'amore per e di Cristo. È questa condizione che ci permette di vedere "le cose più grandi di queste" ... Quelle che riguardano i fratelli e il Signore Gesù.

mercoledì 4 gennaio 2017

1 Giovanni 3,7-10 e Giovanni 1,35-42
Che cosa cercate? ... Cerchiamo tutto!


Ci siamo appena imbarcati, stiamo decollando, a sera saremo a casa ... Stamattina abbiamo celebrato l'Eucaristia a Emmaus. Il Vangelo proclamato era quello di Luca, dei due discepoli  che tornano al loro paesello, tristi e sconsolati. Noi, invece, torniamo a casa consolati e con il "contatto" per sintonizzarci con Gesù ogni volta che vorremo.
Infatti se in noi, a volte, è ancora presente quel desiderio che ci spinge a cercare Gesù ... In realtà tutto viene superato dal "venite e vedete". Noi siamo andati e abbiamo visto! Abbiamo visto che è reale e possibile, che esiste sulla terra un luogo in cui Dio è nato e ha camminato accanto e insieme a degli uomini. Sulla scorta di questi giorni, anche noi abbiamo seguito Gesù; siamo andati dietro a lui, abbiamo ascoltato le sue parole, dimorato dove egli dimora: nel cuore del mondo, la terra della promessa; nel cuore della storia, la pienezza del tempo; nel cuore della vita, oggi la nostra vita.
Andrea ci conduce insieme a Simone, lui ci conferma che Gesù è il Cristo, da oggi non ne avremo più alcun dubbio, da oggi abbiamo la certezza che lo sguardo del maestro è su ciascuno di noi e per noi.

martedì 3 gennaio 2017

1 Giovanni 2,29-3,6 e Giovanni 1,29-34
Siamo realmente figli di Dio ...

Nemmeno in modo approssimativo possiamo immaginare quanto è grande l'amore del Padre ... Un amore così straordinario che è capace di determinare per ciascuno di noi le medesime condizioni che si realizzano per il figlio Suo, l'amato. Giovanni Battista ci testimonia che l'amore del Padre è lo Spirito che rivela e pervade tutto il Cristo nel momento stesso del battesimo. Lo Spirito manifesta l'essere Figlio, ma lo spirito è amore alla massima potenza possibile. Per cui, se anche a noi il Padre manda lo Spirito, il suo amore si esprime nella nostra esistenza anche nelle nostre povere possibilità di amare. 
Essere figli significa essere amati, e introdotti in un mistero che ci rifonda e rigenera come figli. 

lunedì 2 gennaio 2017

1 Giovanni 2,22-28 e Giovanni 1,19-28
Quello che avete udito dal principio ...

C'è un momento nella nostra vita che rappresenta il "principio" della nostra fede in Cristo, è il momento in cui il segno dell'acqua del battesimo prende voce e ci parla di Gesù. La voce di Gesù è infatti non è promessa di vita, quella eterna, frutto di un atto di amore che solo il Signore può fare: darci la sua stessa vita; "Dio infatti, ha tanto amato il mondo da dare/donare (a noi) il suo Figlio.
Quando questa promessa ci appartiene, Gesù rimane in noi e noi in lui; questa condizione è lo stato del discepolo che riconosce in Gesù il suo Signore. Questa condizione è ciò di cui nel tempo della nostra vita dobbiamo prenderci cura, costudire e alimentare. Forse non riusciremo a essere costanti, ma ugualmente custodiamo in noi la memoria di ciò che abbiamo udito da "principio", perché quello è il nostro inizio.

domenica 1 gennaio 2017

Numeri 6,22-27 / Salmo 66 / Galati 4,4-7 / Luca 2,16-21
È avvenuta la pienezza di tempo ...


Auguri di buon nuovo anno ... Quanta attesa in queste poche parole,  attese che esprimono desiderio per un futuro migliore ... ma attenzione a non caricare questo nostro tempo di attese che non può soddisfare.
Quando il tempo cessa di essere un "susseguirsi di istanti" che scorrono per divenire "un istante Infinito" si comprende cosa significa "quando venne a pienezza del tempo".
È bello all'inizio dell'anno "civile", qui a Gerusalemme, comprendere il tempo nella sua "qualità di pienezza", grazie anche all'idea straordinaria di un tempo come "evento di salvezza". Il mistero dell'incarnazione non solo riempie di significato, ma rivela nella sua essenza, che tutto è ricondotto/redento nell'eterno istante che è pienezza. Lo stupore dei pastori, la loro lode di gratitudine, trascende la comprensione del momento presente e si dilata, "se ne tornarono", in tutta la loro vita.