giovedì 31 agosto 2023

La gioia della comunità

1 Tessalonicési 3,7-13 e Matteo 24,42-51

Che gioia ha Paolo nel cuore rincorrendo i ricordi della comunità di Tessalonica: “per tutta la gioia che proviamo a causa vostra.. notte e giorno, chiediamo di poter vedere il vostro volto..”.
Sembrano le parole di un innamorato che scoppia d’amore per l’amata. Chi di noi potrà mai scrivere la stessa cosa per una comunità di persone? Chi potrà dire le stesse cose per la propria comunità? Forse si … forse no … perché?
Queste sono domande che non rimangono ferme dentro ma che muovono verso l’altro; sono domande che uniscono le persone, che le rendono partecipi della vita degli altri.

mercoledì 30 agosto 2023

La vera paternità

1 Tessalonicési 2,9-13 e Matteo 23,27-32

Come un padre verso i figli vi abbiamo esortato, incoraggiato, e scongiurato ... per essere degni di Dio! Ogni fatica pastorale,ogni impegno nell'a nunciare il vangelo non è mai fine a se stesso, ma è per generare figli di Dio,la consapevolezza di essere figli. Ecco che "Rendere grazie" per l'azione evangelizzatrice è un dono, non un atto dovuto, per tutto ció che implica la scelta di fede: per le tradizioni, la Scrittura, il passato, la memoria; tutto apre a un nuovo e vero futuro, quello dei figli di Dio.

martedì 29 agosto 2023

Martirio di un Profeta

Geremia 1,17-19 e Marco 6,17-29

Il profeta non è un indovino, non ha lo scopo di annunciare gli avvenimenti di domani e così mettersi al servizio della curiosità o del bisogno di sicurezza degli uomini. “L’elemento essenziale del profeta non è quello di predire futuri avvenimenti; il profeta è colui che dice la verità perché è in contatto con Dio; cioè esprime la verità valida per l'oggi ma che getta luce, illumina anche il futuro. Pertanto non si tratta di predire l’avvenire nei suoi dettagli, ma di rendere presente in quel momento la verità divina e di indicare il cammino da prendere”. (Joseph Ratzinger, Intervista con Niels Christian Hvidt, 1997).

lunedì 28 agosto 2023

Abbandoniamo i nostri idoli

1 Tessalonicesi 1,2-5.8-10 e  Matteo 23,13-22

Lo stile di una comunità che diviene esempio per tutte le comunità: operosi nella fede, forti nel praticare la carità e fermi nella speranza. Sono queste le parole che più mi colpiscono o forse che meglio riesco a comprendere, come modo per abbandonare gli idoli ed esprimere una sequela vera e concreta. Cosa significa nel 2023 essere alla sequela di un idolo? Quali sono gli idoli? Come li riconosco? L'idolo è ció che mi permette di evadere da quello che vivo in questo esatto momento. L’idolo come qualcosa che mi allontana dalla esperienza concreta della vita. L'agire in forza della fede, l'esercizio dell'amore di Dio e come amore vicendevole, la stabilità nella speranza della salvezza eterna, tutto questo permette a noi di vincere i nostri idoli.

domenica 27 agosto 2023

La Chiesa oggi

Is 22,19-23; Sal 137; Rm 11,33-36; Mt 16,13-20

Circa 200 anni prima di Cristo, la località di cui parla il vangelo, alle sorgenti del fiume Banias, affluente del Giordano, fu teatro dello scontro culturale con il mondo greco. Una guerra tra i Seleucidi e i Tolomei. Dopo la vittoria dei seleucidi vennero intraprese varie costruzioni, alcune delle quali in onore delle divinità della grecia come Pan. Qui Erode il grande costruì un tempio in onore dell’imperatore Cesare Augusto e, il figlio, Filippo, che ne fece la capitale del suo regno dandole il nome di “Cesarea di Filippo” per distinguerla da Cesarea Marittima, sulla costa del Mar Mediterraneo.
Questo è il luogo che Gesù sceglie per affidare a Pietro la Chiesa, qui Gesù svela la sua identità, e qui affida ai discepoli la loro vocazione.
La domanda che Gesù rivolge genericamente, diviene prima propria per i discepoli, ma a caduta diventa una domanda per ciascuno, e in base alla nostra risposta si delinea anche la nostra vocazione a essere Chiesa.

Non ci basta sapere qualcosa su di Gesú, occorre riconoscerlo, entrare in intimità, come un innamorato con la sua fidanzata, come un'amicizia speciale. Gesù non è uno tra i tanti: per noi è tutto. Non possiamo permetterci di non riconoscerlo.
È importante fare chiarezza circa la nostra fede in Gesù, diversamente non sta in piedi la fiducia per la Chiesa.
Quante volte anche ai nostri giorni sentiamo - anche se meno che in passato - Dio sì Chiesa no; Cristo sì Chiesa no. Il no per la Chiesa in realtà è un no a Gesù. È infatti esplicita la relazione tra la fede in Lui e la Chiesa che Gesù affida e costruisce su Pietro, su un uomo, un pescatore di Galilea.
Anche con noi, oggi, Gesù vuole continuare a costruire la sua Chiesa. Una Chiesa che è una "casa" dell’umanità, le cui fondamenta sono solidissime ma che ha continuo bisogno di essere riparata. Sempre la Chiesa ha sempre bisogno di essere riformata, riparata.
Non credo che Pietro si sia mai sentito adeguato rispetto alle parole di Gesù, ma ugualmente Pietro si è affidato alle mani di Gesù e allora quella Chiesa molto umana fragile esprime anche tutta la solidità della roccia, che si compone di tante pietre vive.
Tutti noi, per quanto piccoli, siamo resi come “pietre vive”, perché la Chiesa è una Istituzione fatta di Noi: essa è comunità di vita, fatta di tantissime pietre, tutte diverse, che formano un "unico" segno della fraternità e della comunione.
Questo Vangelo di oggi ci ricorda che Gesù ha voluto per la sua Chiesa una relazione speciale con Pietro, con il pescatore di Galilea, centro visibile di comunione in lui, in Pietro e in coloro che gli sarebbero succeduti nella stessa responsabilità che porta in sé, fino anche la testimonianza del sangue.
Quale Chiesa Gesù vuole fare con le pietre vive che siamo noi?
Dopo gli scandali economici, i complotti, e la pedofilia, la Chiesa ha fallito frantumando della sua credibilità e autorità morale, ma questa Chiesa è pur sempre la Chiesa che Gesù vuole in relazione a Pietro. Ecco allora che è necessario che la credibilità vada di pari passo con la libertà. Ma la libertà della Chiesa significa anche la nostra libertà di discepoli. Dobbiamo essere liberi dalla paura del fallimento; liberi dalle ipocrisie dell'esteriorità; liberi dalla tentazione di imporci con la forza, anziché con la debolezza che fa spazio a Dio; liberi da un'osservanza religiosa che ci rende rigidi e inflessibili; liberi dai legami ambigui col potere e dalla paura di essere incompresi e attaccati.
Pietro è un uomo che diventa libero grazie alla relazione che Gesù costruisce con lui.

sabato 26 agosto 2023

Intrecci straordinari

Rut 2,1-3.8-11; 4,13-17 e Matteo 23,1-12

Ci vuole una certa apertura di cuore, per comprendere l'agire, l'iniziativa di Dio rispetto alla nostra libertà e alle nostre scelte. Dio opera in chi, e attraverso chi è in difficoltà, è emarginato, straniero, povero e solo. Solo in questa apertura riuscirò anche io ad accorgermi di chi soffre, maturando in me la libertà di ascoltarlo e accoglierlo.  A è proprio nella apertura del cuore che si sperimenta la grazia, e la salvezza che anche  da lontano ci raggiunge: come Obed, figlio di Booz e di Rut, che fu il padre di Iesse, il padre di Davide ecc...
Signore Gesù rendimi libero nell'accogliere, per accorgermi che tu da sempre mi raggiungi e mi salvi.

venerdì 25 agosto 2023

Migranti

Rut 1,1.3-6.14-16.22 e Matteo 22,34-40

In poche righe e in modo semplice e snello, viene raccontata la vita intera di una donna: i suoi dolori, le sue battaglie, l’amore e l’amicizia. Al centro di tutto c’è lei, i suoi rapporti, la sua famiglia e le sue sfide.
Forse noi non comprendiamo tante dinamiche e situazioni di chi è migrante o profugo, di chi sceglie di abbandonare la propria casa e la propria terra per vivere altrove. Noemi ci offre uno spaccato umano credibile. Ma anche Rut, con la sua umiltà, la sua fedeltà, la sua abnegazione, insieme a Noemi, ci permette di comprendere la paura, l'abbandono, la solitudine e il bisogno di cambiare. La vita è luogo di sfide quotidiane, di fatiche che faccio, come anche delle prove che il Signore mi propone e che non capisco, ma in tutto questo non devo dimenticare che il Signore è ovunque.

giovedì 24 agosto 2023

La Gerusalemme celeste

Apocalisse 21,9-14 e Giovanni 1,45-51

Ogni volta che dal monte degli Ulivi guardo Gerusalemme mi tornano in mente le parole di Apocalisse che abbiamo appena ascoltato e letto: Gerusalemme che scende dal cielo!
Ma la Gerusalemme che scende dal cielo, non rappresenta tanto qualcosa di divino o di magico, quanto l'attesa realizzata del desiderio di carità, povertà, umiltà, dolcezza, pazienza, misericordia … ecco cosa rappresenta la santa Gerusalemme. "Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’Agnello". Essa è immagine del Dio-con-noi! La  "Gerusalemme che scende dal cielo" è l’umanità visitata da Lui! E’ dunque la festa di questo incontro! Festa delle nozze! Le sue alte mura, le sue torri e le sue porte sono il segno concreto e storico di una attesa e di un compimento.

mercoledì 23 agosto 2023

Affrancarsi da Dio

Giudici 9,6-15 e Matteo 20,1-16

Gedeone, è morto, lasciando ben settanta figli legittimi e uno avuto dalla sua schiava: Abimèlech. Proprio costui, esortato dai signori di Sichem, vuole diventare re, sebbene suo padre aveva giustamente rifiutato di designare un erede alla guida degli israeliti, perché “Solo il Signore vi guiderà”. Per diventare re uccide tutti i suoi fratelli, solo Iotam il minore si salva, ed è lui che cerca di far comprendere quanto sia spregevole chiedere a qualcuno di porsi al di sopra di tutti, estromettendo Dio dal cuore del suo popolo.
In fondo la storia dell’umanità è piena di uomini che si sono proclamati re, imperatori, dittatori e hanno servito solo loro stessi e la loro cupidigia. Come invece cristiani abbiamo il dovere, di metterci a servizio e di andare oltre il dono dei propri frutti nella quotidianità.

martedì 22 agosto 2023

Gedeone, dubbio e fede

Giudici 6,11-24 e Matteo 19,23-30)

Come è umano il dubbio di Gedeone quando dichiara tutta la sua fragilità rispetto alla possibilità  di vivere per sé stesso, lontano da Dio. Un dubbio che divene una accusa: "dove sono i suoi prodigi?"
È facile, e forse anche necessario, immedesimarsi in Gedeone, nel suo dubbio, un dubbio che ciascuno di noi, può aver avuto, rispetto a tutto il male sperimentato o causato.
Eppure il Signore, vuole partire da Gedeone, dalla sua forza, sebbene sia la forza di un dubbio, che abita comunque nella forza della sua fede, la stessa che lo spinge a non arrendersi. Solo per questo Gedeone può accogliere le parole di Dio: "non ti mando forse io?"
Dobbiamo rispondere anche con le nostre poche forze, con i nostri dubbi e le nostre paure, perché solo testimoniando la Parola del Signore possiamo salvarci e salvare gli altri. 

lunedì 21 agosto 2023

Ostinati nelle nostre condotte...

Giudici 2,11-19 e Matteo 19,26-21

Come può il Signore infiammarsi d’ira, come può mettere il suo popolo nelle mani dei nemici, ma soprattutto come può la mano del Signore essere contro il suo popolo?
In realtà mi sembra di percepire come in ogni abbandono in ogni essere contro, in realtà il Signore sia accanto, si fa vicino. Ed ecco la rivelazione: il Signore non abbandona mai il suo popolo. Il popolo, l’eletto, quello che aveva avuto tutto dal Signore, è il popolo ad abbandonare il Signore, a prostrarsi ad alti idoli, ma il Signore non ci abbandona mai, perché siamo sua eredità e suo popolo, soprattutto nelle scelte difficili, per consigliarci nel fare le scelte giuste, per aiutarci nella fatica, nel dolore, nel dubbio. I giudici una volta, altri compagni di strada oggi.

domenica 20 agosto 2023

Una donna pagana piena di fede

Is 56,1.6-7; Sal 66; Rm 11,13-15.29-32; Mt 15,21-28

Al tempo di Gesù, la vita di una donna in Israele non era facile. Il mattino di ogni giorno l’ebreo osservante recitava - e recita tuttora -, questo ringraziamento: «Benedetto il Signore che non mi ha creato né pagano, né donna, né schiavo». I testi sapienziali dichiarano che mentre la donna vergine è desiderata per le nozze, quella sposata è "vite feconda nell’intimo della propria dimora" e la sua piú alta vocazione è essere la padrona della casa. Dunque la donna è una presenza nascosta, afona nella società, la sua vita è dedicata alla famiglia, e viene amata finché resta al «suo» posto: il posto stabilito dagli uomini.
Anche se poi alcune donne avevano una loro importanza e dignità, è su un tale sfondo religioso e culturale che si confronta il pensiero di Gesù. Egli porta anche qui la novità rivoluzionaria del Vangelo. Attraverso i vangeli e gli incontri con le donne, Gesù ridisegna completamente il loro ruolo nella società e nel progetto di Dio. Ecco cosí che fra le altre donne incontra la donna malata di emorragia che ha il coraggio di toccarlo nonostante sappia di essere «impura»; le sorelle Marta e Maria; la donna sorpresa in adulterio, e Maria di Magdala; come anche la donna del vangelo di oggi la donna straniera, greca e per di piú di origini siro-fenici, quindi pagana.
Una cosa è evidente, Gesù non teme e non rifiuta l'incontro con il genere femminile, anzi, il modo con cui le guarda, scegliendo di averle accanto ci può dire moltissimo sul suo insegnamento ma anche sulla nostra vita quotidiana di uomini e di donne e di come stare gli uni di fronte alle altre.
Oggi più che mai, dopo questa fase di crisi e cambiamento occorre che la Chiesa, torni senza paura a ispirarsi alle parole e al comportamento di Gesù verso le donne, assumendone i pensieri, i sentimenti, gli atteggiamenti umanissimi e, nello stesso tempo, decisivi anche per la forma della comunità cristiana e dei rapporti interni ad essa tra uomini e donne.
Gesù sente proprio di essere lì per quella donna pagana. Sembra che per un momento Gesù volesse escluderla, rifugiandosi nella rigida ortodossia della legge, ma immediatamente di fronte a un amore gratuito che diviene supplica e preghiera, anche Gesù si apre alla possibilità di incontrare il Padre, il regno, attraverso la vita e la supplica di quella donna. In quel momento preciso tra Gesù e la donna pagana si genera la fede grazie a un amore gratuito che quella donna gli manifesta,, un amore a cui basta una briciola della Sua presenza, delle sue parole.
Ecco che l’amore per questa figlia di Dio e di questa donna, non conosce le regole delle istituzioni: è un amore che grida, insiste, suscita compassione e agisce negli altri, si avvicina, si prostra, chiede aiuto ed infine crede che tutto l’amore stia in una briciola di Pane.
Gesù viene toccato nel suo essere uomo dall'umiltà così grande, di quella donna, che gli sconvolge il cuore di Gesù. Da quell'incontro non solo è guarita la figlioletta, ma quella donna continua il suo cammino di fede con una consapevolezza nuova. Ma ancor piú straordinario è che Gesù impara da quella donna, dalla sua umanità a plasmare la sua religiosità.

sabato 19 agosto 2023

Sichem e la svolta ...

Giosuè 24,14-29 e Matteo 19,13-15

Dopo aver descritto, ciò che il Signore ha compito per Israele, Giosuè chiede al popolo di scegliere quale dio servire? A Questa richiesta gli israeliti rispondono decidendo di scegliere il Signore, anzi, ripercorrono ancora una volta la storia della salvezza. A Sichem siamo di fronte a una vera svolta; ogni israelita è provocato nel fare una vera e propria professione di fede: di servizio a Dio, di esserne testimone e di ascoltare la voce del Signore nella propria vita.
Anche oggi, in questa nostra Chiesa e in questo nostro mondo abbiamo bisogno di “conoscere” Dio, anche noi siamo chiamati ad ascoltare sua voce ed essere testimoni fedeli della nostra scelta. Quando per noi la svolta?

venerdì 18 agosto 2023

L'assemblea di Sichem ...

Giosuè 24,1-13 e Matteo 19,3-12

Dio, attraverso Giosuè, convoca tutto il suo popolo, a Sichem (luogo caro, da Abramo in poi, a tutto Israele). In particolare, Dio fa ripercorrere, per bocca di Giosuè, tutta la storia dell’alleanza tra Lui e il suo popolo; Dio ricorda al popolo che tutto ciò che hanno conquistato, in realtà è un dono del suo amore:. Pure oggi, in questo tempo così frenetico forse è proprio il caso di fermarsi e fare la nostra "assemblea di Sichem", nella quale ripercorrere la storia della nostra salvezza, dal primo incontro con Dio fino ad oggi. Facendo questo potremo far memoria dei passaggi fondamentali di Dio nella nostra vita e, così, permetterci di compiere scelte quotidiane che mirano alla vocazione di ogni persona: la santità.

giovedì 17 agosto 2023

La promessa è ... entrare

Giosuè 3,7-10.11.13-17 e Matteo 18,21-19,1

Il Signore decide, per fare attraversare il Giordano al suo popolo, di adottare lo stesso miracolo del Mar Rosso ... la divisione delle acque. Come a dire: sono sempre lo stesso Dio che vi ha fatto uscire dall’Egitto e che continua a operare prodigi in mezzo a voi. Anche oggi, in questi tempi difficili, nei quali sembra prevalere l’individualismo e l’egocentrismo rispetto all’altruismo e al bene comune, cosa ci dice questo brano? Che comunque il Signore è presente in mezzo a noi e che dobbiamo vivere nella consapevolezza che il Signore è sempre fedele all’alleanza che ha con ognuno di noi e con il suo popolo.

mercoledì 16 agosto 2023

Visione sulla terra promessa ...

Deuteronomio 34,1-12 e Matteo 18,15-20

Ma come? Mosè era ad un passo dall’entrare nella terra promessa e.. non l’hai fatto entrare. Era ad un passo dal toccare con mano quanto aveva atteso per una vita, e non è stato possibile? Perché tutto ciò? Perché capita nella mia vita che le cose, all’ultimo, non vadano come avevo immaginato?
Forse perché noi non siamo Dio, diversamente mi sentirei un po’ un dio e non ci sarebbe posto per la Provvidenza, che mi fa apprezzare ciò che non mi aspettavo.
Grazie Dio, ...  Dio vede più lontano di me.

martedì 15 agosto 2023

Maria assunta al cielo, una promessa realizzata

Ap 11,19; 12,1-6.10; Sal 44; 1Cor 15,20-26; Lc 1,39-56

Quest'anno non partiamo dal dogma di Maria Assunta al cielo, ma dal senso di questa festa, e delle parole ascoltate nella Liturgia della parola. 
Diceva don Tonino Bello che Maria, appartiene a suo figlio, è tutta sua, e questa appartenenza si esprime nell'essersi schierata per il figlio, per le sue idee, per i suoi sentimenti.

Il magnificat, del vangelo di Luca che abbiamo ascoltato ci dice come Maria si è schierata per i poveri, gli umiliati, gli affamati, gli afflitti, i discriminati dalla vita e per tutti quelli che non contano nulla. Maria non sale al cielo ricca di beni, semplicemente gloriosa, ma è assunta nella beatitudine di cui si è fatta ancella e avvocata ...

Si perché il vangelo dice beati i poveri, gli afflitti, i miti, chi piange ecc...

In Maria Assunta al cielo, Dio Padre ci offre una esperienza unica di confronto con la felicità, con la beatitudine realizzata a partire dalle fragilità umane. Maria canta le grandi opere di Dio, ma sono eco della felicità che Gesù esprime belle beatitudini,

- infatti ha fatto grandi cose per Lei e grande è il Suo Nome e la sua Misericordia per chi lo teme, perché ha consolato chi era nel pianto;

- ha spiegato la potenza del suo braccio per consegnare in eredità ai miti la terra;

- ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, per dare vittoria a chi era assetato e affamato di giustizia;

- ha rovesciato i potenti dai troni, perché fossero beati i misericordiosi, ha innalzato gli umili perché fossero beati i puri di cuore;

- ha ricolmato di beni gli affamati e ha rimandato i ricchi a mani vuote, perché attraverso l’azione degli operatori di pace fossero beatificati quanti saranno chiamati figli di Dio;

- ha soccorso Israele, suo servo, perché fosse soccorsa da Lui tutta l’umanità: chiunque sia perseguitato per la giustizia;

- si è ricordato della sua Misericordia e della promessa fatta ad Abramo, perché restassimo fermi nel suo amore: perché “beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”.

Maria il suo Cantico e le beatitudini ... un coro di gloria!

La festa dell'Assunta, allora è l'occasione per fare di noi testimoni e annunciatori del regno dei cieli, come i primi discepoli, è l'occasione per schierarci come Maria per i poveri, per chi è ultimo ... è per Gesù ...
Ci sono degli aspetti di noi che devono trovate conversione, perché non sono secondo il Vangelo, ma sono secondo il modo in cui la mentalità capitalista e globalizzante strumentalizza il Vangelo e lo deprime, garantendo peraltro privilegi per pochi e emarginazione per tanti.

La misericordia che è di Dio, e la sua fedeltà servono proprio a questa conversione, progressiva e costante della vita.

La misericordia si fa, si realizza, nella trasformazione della vita.

lunedì 14 agosto 2023

Riconoscere per riconoscersi

Deuteronomio 10,12-22 e Matteo 17,22-27

Mosè chiede al popolo di riconoscere l'agire di Dio per potersi riconoscere come suo poplolo, scelto, amato ed eletto: osservando i suoi precetti quel popolo potrà essere felice. Sembra quasi che questi versetti siano scritti per ciascuno di noi. Ognuno di noi, come figlio di Dio, deve sentirsi il prediletto. Ci viene chiesto di circoncidere il cuore, di tagliarlo, di eliminare la parte "cattiva", di diventare buoni e pazienti. Circoncidere il cuore ostinato, significa tagliare, togliere da noi quella parte intima di noi che fa resistenza al mistero di Dio, alla sua voce, alla sua presenza nella nostra vita. Oltre a questo cichiede attenzione per non indurire la nostra cervice, che è il nostro cuore superbo.

domenica 13 agosto 2023

Solennità di San Cassiano Martire - Patrono della Diocesi di Imola

Sap 5,1-6;14-16; Sal 30; Tm2,3-13; Mt 10,24-28

La nostra comunita cristiana nasce e si genera intorno alla vita e alla figura di questo suo martire, Cassiano, che nel 303 secondo fonti tradizionali, e non solo, subì il martirio. La vicenda di Cassiano è consolidata nella tradizione del luogo, e si un intreccia con fonti sia tradizionali che storiche; di racconti popolari, e ricostruzioni narrative; di riscontri archeologici, e oggi anche con studi e ricerche che confermano la autenticità del martirio ecc...
Anche se oggi parlare di martiri e di martirio è per noi qualcosa di strano e anacronistico,  i discepoli di Gesú subiscono persecuzione e molti sono esposti alla morte e al dare testimonianza di fede.
Sono 309 milioni i cristiani che sperimentano persecuzioni in tutto il mondo. Gli ultimi dati disponibili del 2019 parlano di 4.761 cristiani uccisi e 4.277 arrestati.
Esporsi al martirio oggi, è più facile di quanto si possa immaginare; il papa anche recentemente ci ha ricordato come i martiri cristiani "sono più numerosi nel nostro tempo che nei primi secoli": "Oggi sono tanti i martiri nella chiesa, tanti coloro che per aver confessato la fede cristiana sono cacciati via dal contesto sociale o vanno in carcere; come ad esempio nello Yemen: una terra ferita da una guerra terribile, dimenticata, che ha fatto tanti morti e che ancora oggi fa soffrire tanta gente, specialmente i bambini. Ma perché? Perché tanta ostilità? Gesù dimostra che la sua vita, le sue parole sono ciò che più di tutto turba la logica del mondo affascinato dal maligno. Non può che muoverci dentro come la testimonianza del sangue possa dare la vita per gli altri, perché il sangie dei martiri è seme di pace e di riconciliazione per un mondo più umano e fraterno.
Il martirio esprime come la nostra vita di discepoli di Gesù è una "fede incarnata", non teorica, non mentale, ma si esprime attraverso il modo in cui Dio entra nel tempo e nella storia segnandola e accompagnandola in un percorso che si chiama salvezza. Gesù in questa storia ha messo la sua vita, ma chiede a noi di fare altrettanto, metterci la vita.
Dove si trova il coraggio e la forza di sfidare la morte? Dove e quando si vince la paura? Si trova nella Provvidenza, dice Gesù. È Dio è vostro Padre, che si prende cura di voi, non c’è nulla che gli sfugge. Non ci abbandona. Dio conosce anche il numero dei vostri capelli, come potrete aver paura?Fidatevi! Ecco il linguaggio paradossale che viene a sostenere la tesi che il coraggio ci è dato dalla fiducia in Dio. In fondo cosa vince la paura? Solo la fede. Un breve racconto dice così: la paura bussò alla porta. La fede andò ad aprire. Non c’era nessuno!

sabato 12 agosto 2023

Ascolta ...

Deuteronomio 6,4-13 e Matteo 17,14-20

Siamo di fronte allo Shemà, la preghiera del pio Israelita, in cui si fa memoria dell’unicità di Dio e del rapporto d’amore che deve intercorrere tra ogni membro del popolo e Dio stesso. Il primo invito che ci viene fatto è «ascolta!». Tutto passa da qui. Se non mi fermo per ascoltare, se non faccio silenzio dentro e fuori di me non c’è spazio per Dio, non c’è spazio per ascoltare la sua Parola. Quindi prima di tutto nel rapporto con Yhwh c'è: ascolta!

venerdì 11 agosto 2023

Interroga ...

Deuteronomio 4,32-40 e Matteo 16,24-28

Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te e interroga pure te stesso: quali segni Dio ha compiuto per rivelare la sua grandezza, la sua forza, la sua presenza e la sua fedeltà? A noi suoi discepoli Dio fa ascoltare la sua voce; custodisce la sua presenza nel segno del pane, e ci circonda di affetto e benevolenza nelle persone che hanno camminato con noi, ci hanno abbracciato e consolato, ci hanno amato impedendo al nostro cuore di inaridire. Interroga te stesso: quale è il fine di Dio? Forse semplicemente la nostra felicità, e quella del suo popolo. La felicità come meta che si raggiunge dopo aver ricordato, riconosciuto, ... e accolto Dio.

giovedì 10 agosto 2023

Festa di San Lorenzo Sovrabbondare

2 Corinzi 9,6-10 e Giovanni 12,24-26

Abbondanza, ricchezza, raccolto sono parole centrali di questo brano della Lettera. Paolo, esorta ad essere magnanimi e a donare con generosità, perché se si vuole ricevere il “di più” della gioia del regno dei cieli occorre imparare a dare con altrettanta sovrabbondanza. Occorre essere sovrabbondanti. Dare e ricevere sono in fondo come due facce della stessa medaglia, esprimono uno stile di vita secondo il vangelo; nel dare si mostra una potenza inaudita racchiusa nella semplicità del dono: la potenza di Dio Padre, che dà la vita in modo sovrabbondante. Da qui la bellezza dell’evangelico “ricevere”. 

mercoledì 9 agosto 2023

L'amore costruisce sempre

Osea 2,16.17.21-22 e Matteo 25,1-13

Sedurre, condurre e parlare al cuore. Sedurre, fa pensare a qualcosa di inevitabile, come una calamita che attrae un metallo e questo inevitabilmente viene attratto, si sposta. Non c’è forzatura ma solo la seduzione dell'amore che attrae a sé. Segue condurre, che significa “accompagnare”: lo sposo non lascia sola l’amata, ma l’accompagna, la conduce con sé ... per  parlare intimamente al suo cuore. Parlare al cuore di chi amiamo ci produce una gioia smisurata. Con queste stesse parole, Dio, ogni giorno, è pronto a ricominciare con noi tutto dal principio, per farci trovare piena realizzazione in lui.

martedì 8 agosto 2023

Rispondere con umiltà ... che fatica

Numeri 12,1-13 e Matteo, 15,12.10-14

Quante volte anche noi - come Maria e Aronne -, ci facciamo giudici e accusatori? Quante volte critichiamo scelte e atteggiamenti di chi ci governa, della Chiesa, dei suoi ministri, ma anche semplicemente di chi accanto a noi ha delle responsabilità. Che fosa muove questo giudizio se non l’invidia e la gelosia. Ecco che i nostri giudizi diventano sentenze verso chi giudichiamo non meritevole; siamo pronti a giudicare e farci forti delle nostre scelte e convinzioni, attaccandoci anche alle mezze verità. 
È emblematico l'atteggiamento di Mosè, egli risponde con l’umiltà, che è l’arma più potente davanti ad ogni male, perché in essa l’uomo lascia a Dio la possibilità di ogni azione e reazione rispetto alla vita.

lunedì 7 agosto 2023

Incostanza

Numeri 11,4-15 e Matteo 14,22-36

È diventata una enorme fatica per Mosè guidare quel popolo ribelle e complicato. Ecco che anche Mosé comincia a lamentarsi con Dio di tutta quella situazione. Invece di essere mediatore e intercedere con preghiere e suppliche, si mette al posto di Dio, e tutto diviene un peso grande e difficile da sopportare. In effetti è proprio così anche per noi, quando al centro della nostra vita non mettiamo Dio ma noi stessi, quando pensiamo che la nostra vita dipenda solo da noi e dalle nostre scelte. Quando pensiamo che la nostra realtà è bella e soddisfacente, perché siamo stati bravi noi a fare le scelte giuste e, quando invece le cose non vanno bene, diamo la colpa a Dio. Questo è segno che Dio non è al posto giusto nella nostra vita. Allora rimpiangeremo le cipolle d’Egitto e lanostra voce diventa un lamento. Quando invece mi accorgo della lode, del ringraziamento a Dio, della  libertà che mi dona? Quando sperimento l'essere suo figlio, amato, curato e salvato.

domenica 6 agosto 2023

Trasfigurati in Lui

Dan 7,9-10.13-14; Sal 96 ; 2 Pt 1,16-19: Mt 17,1-9

Il 6 agosto del 1978 - io avevo appena 10 anni - moriva papa Paolo VI ... era la festa della Trasfigurazione del Signore.

Dal testamento spirituale vi riporto queste frasi:

"Chiudo gli occhi su questa terra dolorosa, drammatica e magnifica, chiamando ancora una volta su di essa la divina Bontà. Ancora benedico tutti. Roma specialmente, Milano e Brescia. Alla Terra santa, la Terra di Gesù, dove fui pellegrino di fede e di pace, uno speciale benedicente saluto".

"Ora che la giornata tramonta, e tutto finisce e si scioglie di questa stupenda e drammatica scena temporale e terrena, come ancora ringraziare Te, o Signore, dopo quello della vita naturale, del dono, anche superiore, della fede e della grazia, in cui alla fine unicamente si rifugia il mio essere superstite? Come celebrare degnamente la tua bontà, o Signore, per essere io stato inserito, appena entrato in questo mondo, nel mondo ineffabile della Chiesa cattolica? Come per essere stato chiamato ed iniziato al Sacerdozio di Cristo? Come per aver avuto il gaudio e la missione di servire le anime, i fratelli, i giovani, i poveri, il popolo di Dio, e d’aver avuto l’immeritato onore d’essere ministro della santa Chiesa, a Roma specialmente, accanto al Papa, poi a Milano, come arcivescovo, sulla cattedra, per me troppo alta, e venerabilissima dei santi Ambrogio e Carlo, e finalmente su questa suprema e formidabile e santissima di San Pietro? In aeternum Domini misericordias cantabo".

Paolo VI ha manifestato questo mistero nella sua vita. L'immagine del Signore trasfigurato ha dato energia al cuore della sua spiritualità e della sua speranza per la Chiesa e l'umanità. È una bellissima coincidenza o una grazia che questo Papa sia morto la sera della festa, il 6 agosto 1978.

Ed è la vicenda umana di questo umile e immenso Papa, che diviene lo spazio in cui la Trasfigurazione si rende oggi evento della vita della Chiesa e della nostra vita, il volto luminoso del Signore infatti, continua ad essere radioso nella Chiesa, e attraverso la vita e la nostra testimonianza.

Ciò che accade sul monte non è solo una teofania, nella sua accezione tradizionale: Yhwh sul Sinai; il rivelarsi ai magi ... ma è come dire: Dio che si rivela e manifesta, no, è molto di più, è accettare che il mistero di Dio ci appartiene è accettare che Dio centri con la nostra esistenza.

Ecco allora che la trasfigurazione è luce per la nostra vita, è ascolto e bellezza.

Il volto di Cristo ha illuminato tutto il cammino di Paolo VI, ora quello stesso volto illumina la Chiesa, la luce di Cristo è ciò che oggi chiamiamo transizione, passaggio, cambiamento. La Trasfigurazione ci parla del prezzo di essere discepoli, della prova e dell'esodo he il Cristo deve compiere per essere glorioso.

La visione cristiana di oggi, alla luce del Concilio, trova eco nelle parole di questi giorni di papa Francesco: "una chiesa aperta in cui c'è posto per tutti ..."

La trasfigurazione è allora veramente un cammino di luce, ascolto e di bellezza, fatto di preghiera e azione, verità e amore, responsabilità individuale e giustizia sociale, il tutto in una rinnovata sintesi esistenziale. Tutto questo porterà al trasformare i "cuori di pietra" in "cuori di carne", così da rendere "divina" e perciò più degna dell'uomo la vita.

sabato 5 agosto 2023

Dichiariamo santo il cinquantesimo anno ...

Levitico 25,1.8-17 e Matteo 14,1-12 Madonna della neve ...

Dio dispone una conduzione nel tempo. Ma perché? È così necessaria?
È un cammino di quarantanove anni, e in quel momento tutti gli abitanti della terra dovranno fare l'esperienza di liberazione del cinquantesimo anno. Un anno di giubileo nel quale ognuno tornerà alla sua origine, terra e famiglia, un anno detto Santo. Anche noi siamo in cammino verso un Anno Santo: il 2025.
Dopo queste righe, mi chiedo: ma cosa cosa significa oggi liberazione, cosa può essere un Anno Santo in questo nostro tempo in cui indifferenza e ingiustizia la fanno da padrone. Bisognerebbe cambiare completamente orientamento, obiettivo, strada.. bella sfida! Ci vuole l’aiuto del Signore nostro Dio per un vero Anno Santo.

venerdì 4 agosto 2023

Celebrare, perché...

Levitico 23,1.4-11.15-16.27.34-37 e Matteo 13,54-58

Certamente colpisce il numero elevato delle riunioni ritualie celebrazioni: la solennità del sabato, poi la Pasqua, che durerà sette giorni, il tutto terminerà con una riunione sacra durante la quale non si lavorerà. Seguirà poi, quando saranno arrivati nella terra della promessa, il giorno dopo il sabato, quando il sacerdote eleverà il covone, fatto delle primizie della raccolta della terra, e benedirà il popolo. Dopo cinquanta giorni ci sarà una nuova oblazione al Signore. Poi al decimo giorno del sesto mese ecco il giorno dell’espiazione; il quindici del settimo mese, per sette giorni, si terrà la festa delle capanne, ecc... Oggi – mi chiedo – non è che anche noi viviamo un retaggio di questa intensità celebrativa? Sarebbe forse bene rivedere i nostri gesti? Siamo sicuri che la nostra liturgia esprima ció che è gradito a Dio?

giovedì 3 agosto 2023

Una Dimora per Dio

Esodo 40,16-21.34-38 e Matteo 13,47-53

A cosa serve costruire una tenda, un santuario, una chiesa? Innalzare colonne, stendere tende, elevare dimore? Perché abbiamo bisogno di riferimenti visibili, concreti per richiamare qualcosa di invisibile e mistico? Tutte queste cose servono per rendere presente l’evento rivelatore, facendo partecipare ognuno in prima persona e tutti insieme come un popolo, dell'’incontro con Dio eper le generazioni future l’alleanza e la benedizione. Lo scopo della Dimora quindi non è ornamentale, oppure dimostrativo della grandezza del proprio dio, ma è esperienza di rivelazione e di benedizione donata a tutte le generazioni aldilella storia, attraversando i secoli. 

mercoledì 2 agosto 2023

Il volto come luce

Esodo 34,29-35 e Matteo 13,44-46

Vedono il volto di  Mosé raggiante, e ne rimangono colpiti e turbati. È una luce radiosa, che si sprigiona in forza dell'ascolto della Parola di Dio, perché nel momento stesso che noi accogliamo la Parola, questa si radica in noi, ed agisce e ci trasforma, fin nella parte più remota di noi stessi, ci santifica e ci benedice. Dopo questa esperienza, anche senza accorgercene, siamo radicalmente diversi, e a poco a poco il nostro modo di parlare, di rapportarci con gli altri, in famiglia come al lavoro o a scuola, viene riconosciuto come diverso, “strano”, e il nostro percorso di Fede diventa visibile a coloro che incontriamo prima ancora che a noi stessi. Più ci avviciniamo al mistero più la luce da raggiante diventa abbagliante, folgorante ed è impossibile sostenerne la vista.

martedì 1 agosto 2023

Il giovane Giosuè a servizio di Mosè

Esodo 33,7-11; 34,5-9.28 e Matteo 13,36-43

Aiutaci Signore a riconoscere nei giovani la predilezione di Dio, aiutaci ad accompagnarli nel loro cammino affidando la nostra fiducia anche se possono sbagliare, essere incostanti o inconcludenti. Il nostro Padre quando ci guarda cosa vede? La stessa fatica, ma non si stanca mai di riprovare, di darci un’altra possibilità. Oggi più che mai occorre un modo nuovo di pensare chi è giovane, occorre evitare di usare la ragione come spada che discernere la vita,  ma occorre dare più spazio all’accoglienza del Vangelo, così le nuove parole che Dio ci affida non saranno più ulteriori norme da trasgredire, ma sorgente di bene per tutta la comunità, doni di grazia per la nostra salvezza.