domenica 2 giugno 2024

La messa è il sacrificio di donarsi

Es 24,3-8 Sal 115 Eb 9,11-15 Mc 14,12-16.22-26

Che cosa è la "messa" per me?

Oggi a questa domanda devo dare una risposta ... la più vera possibile!

Chiarire a me stesso il mio rapporto con la "messa" ... mi servirà anche per comprendere questa solennità della Chiesa che celebriamo. La solennità è nata nel periodo medievale, era un periodo difficile, nel quale si metteva in discussione la presenza reale del Signore nelle specie del pane e del vino, si metteva in discussione il senso stesso dell’eucarestia. Una tentazione ricorrente che anche oggi riaffiora anche nella vita delle nostre comunità e soprattutto nella vita dei singoli battezzati. Oltre al fascino che ancora esercita la "prima comunione" nell'immaginario infantile, e nel modo in cui i genitori e le famiglie vivono questo sacramento, ogni rilevanza dell'eucaristia sembra svanire nella maturità umana dei battezzati. A questo minimismo e irrilevanza aggiungiamo pure che siamo forse tentati di ridurre l'eucaristia solo a un momento conviviale, ad un incontro comunitario. Dal valore e da ciò che rappresenta la messa ne deriva anche la consistenza e rilevanza del mio rapporto con l'Eucaristia oggi.

Tornando all'origine della solennità, quando papa Urbano IV istituì la Solennità nella chiesa si metteva in discussione la presenza reale di Gesú nel pane e nel vino. Oggi la lontananza dei cristiani dalla messa genera di conseguenza un allontanamento dalla padola di Dio e anche dal pane del cielo. L'allontanamento causa di irrilevanza e del venir meno della fede come priorità della vita e dell'esistenza.

La solennità rimette ancora oggi al centro della attenzione dei fedeli il segno eucaristico come priorità nella vita e della fede. Vivere la messa è fare eucaristia è quindi esprimere un atto di fede in un rivelarsi di Dio che chiede fiducia. Dio si rivela all'uomo (Abramo, Mosè ecc...) e chiede di fidarsi delle sue parole ... 

Parole che ridisegnano il rapporto con il mistero della vita e dell'esistenza. La Messa diviene l'occasione della lode a Dio, ma ora, per via di Gesù è anche il banchetto celeste, la Pasqua eterna! Il Dio che si fa carne e dona la vita per noi resta con noi, nel pane celeste, che nutre la nostra fame di vita. Da questo pane-presenza discende che non c’è comunità senza eucaristia. Di più: l’Eucarestia forma la comunità. L'Eucaristia è il punto di partenza della vita comunitaria. Da lì si attinge la forza di donarsi l’uno all’altro. Nel celebrare il sacrificio di Cristo per la vita del mondo acquista senso anche il sacrificio di ciascuno. È lì, nella celebrazione, che si aprono per noi gli occhi per vedere cieli e terra nuovi, per imparare lo stile di Dio, che è quello di donare la vita all’altro, di amarsi gli uni gli altri.

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