domenica 8 settembre 2024

Credenti in un modo sordomuto

Is 35,4-7; Sal 145; Giac 2,1-5; Mc 7,31-37

Effetà, apriti ... questa parola aramaica è la stessa che mentalmente nel battesimo ripeto toccando le orecchie e la bocca a dei bambini, e aggiungo queste parole: "Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua parola, e di professare la tua fede, a lode a gloria di Dio Padre".

Dal miracolo della guarigione del sordomuto, in terra pagana, al segno di una apertura che introduce nel mistero di Dio Padre: ascoltare la Parola ...; professare la Fede ...

L'umano sordo e muto, è in ripiegamento su se stesso, nel disperato tentativo di trovare in sé una soluzione alla sua solitudine ... Ma l'umano non è fatto per la solitudine, l'umano è fatto per la relazione, e il fondamento è la relazione con Dio. Quando estingue o riduce la relazione si trasforma in un sordo e in un muto. In un sordo che non sa e non riesce ad ascoltare ciò che è se stesso e ciò che è altro da sé; come anche in un muto che non può e non sa cosa dire ..., non sa pronunciare la parola amore.

Un uomo o una donna che vive senza relazioni è un uomo che vive solo a metà. Non può ascoltare, non può esprimersi, vive in un mondo suo, è isolato da tutti gli altri.

Essere sordi e muti era considerata una maledizione: chissà quale sarà la colpa, quale peccato avrà fatto ... per essere una creazione “difettosa”. Ed ecco che quell'uomo malato ora, oltre al peso della propria malattia, doveva anche portare il peso della sua presunta colpa.

La speranza dei suoi amici è che Gesù possa guarirlo. Per guarire la sua sordità e il suo mutismo Gesù entra paradossalmente nel suo isolamento, forza la sua possibilità relazionale. Fa breccia nel suo assurdo silenzio con l'unica parola vera: ti amo, apriti all'amore. Solo ascoltando infatti è possibile parlare. Ogni bambino dopo nato, ascoltando impara a parlare quello che ascolta. Interessante questo, perché anche noi potremo parlare come discepoli solo se ascoltiamo il maestro. Chi non ascolta la sua parola che cosa potrà mai riuscire a dire? Gesù riapre, e lo fa con un sospiro, con un soffio: segno, forse, di quella prima creazione, quando Dio aveva soffiato dentro l’uomo la sua stessa vita. Ed ecco che l'uomo diviene capace di parole vive, parole di vita, parole frutto dell'esperienza della misericordia di Dio.

È da questa esperienza, che il nostro aprirci testimonia la speranza che ci salva, una speranza che trasuda fede e carità.

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