domenica 21 maggio 2023

Connessione tra cielo e terra

At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-23

Siamo in un momento di vera crisi, tocchiamo con estrema evidenza la nostra fragilità e incapacità di fronte alle forze della natura e agli stravolgimenti che il clima determina sulla nostra vita. Dopo la pandemia, dopo la guerra, ora anche l'alluvione del nostro territorio. Sono troppi i segni di sofferenza e le ferite che questa sciagura ha aperto per poterle raccontare tutte ...
Ma cosa dobbiamo imparare da tutto questo? Che cosa dobbiamo riconoscere e capire?
Ci eravamo illusi di stare bene?
Ora sentiamo su di noi che i momenti di crisi e di difficoltà ci sono, ci sono stati e ci saranno anche in futuro.
Il tempo della crisi è un tempo di scelte, è un momento in cui dobbiamo metterci con determinazione davanti alle decisioni che dobbiamo prendere. Tutti, nella vita, abbiamo avuto e avremo momenti di crisi: crisi familiari, crisi matrimoniali, crisi sociali, crisi nel lavoro, tante crisi … Ieri la pandemia, poi la guerra, oggi l'alluvione. 
Ma ogni crisi, per noi credenti, per noi discepoli di Gesú, non è solo dramma, dubbio paura e sofferenza, per noi c’è la perseveranza nella preghiera, c'è il riconoscere la fedeltà di Dio, e la fedelta dei fratelli che si esprime nella fratellanza e nella solidarietà: il fango lasciato dall’alluvione annulla ogni distanza e discriminazione.
Questo è anche il tempo della conversione, perché questa fedeltà di Dio e dei fratelli ci ispira il cambiamento per il bene, non per allontanarci ed essere indifferenti al bene, ma per fare il bene.
Oggi il memoriale della Pasqua si illumina del mistero storico e concreto dell'Ascensione del Signore. Un evento che vuole raccontarci, prima di ogni umana percezione di sepatazione o privazione, la fedeltà del Signore, l’esplicito invio a essere nel mondo segno e strumento della Sua presenza, di ciò che lui ha vissuto e insegnato. Una presenza che non viene meno, mai, attraverso l'opera e l'agire della Chiesa e di ciascuno di noi.  
Con l'Ascensione tutti i battezzati divengono responsabili di ciò che il Signore ci ha affidato, il mondo, gli altri e la loro realizzazione, il senso della loro vita.
È bello pensare e scoprire che Ascendere per Gesù rappresenta in modo reale, concreto e intimo a ciascuno, la sua presenza più vera attraverso la nostra umanità.
Ascendere per Gesù significa immergersi in noi e dilagare nel mondo, nel tempo e nella storia  attraverso noi. Oggi ciascuno di noi, non può non insegnare a vivere lo stesso vivere bene di Gesú. Ogni discepolo insegna a essere felici, insegna a donare, cioè ad essere vivi. È questa la forza che nell'Ascensione i discepoli aggiungono e portano nel mondo. É questo che anche oggi, in questi giorni, ciascuno è chiamato, nelle proprie possibilità, a vivere.
“Dal giorno in cui fu assunto in cielo fino alla fine del mondo”, è una bellissima espressione, una frase ad effetto ... meravigliosa. Ci dice che lui, il Signore, è con noi e opera attraverso di noi la salvezza del mondo.

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