domenica 21 luglio 2024

Gesù ci tiene con sé

Ger 23,1-6   Sal 22   Ef 2,13-18   Mc 6,30-34

La realtà storica, culturale in cui viviamo, la creazione con tutto ciò che rappresenta, terra, cielo, universo, cosmo ecc ... la nostra vita e la vita di chi ci ha preceduto con tutte le circostanze e le responsabilità,  tutto questo è mediazione per la rivelazione del mistero di Dio creatore e salvatore...

Comprendere le Scritture sacre non è solo una questione di logica, sintassi, grammatica e traduzione... comprendere le Scritture significa entrare nel tempo, percorrerlo insieme agli uomini e alle donne che lo hanno vissuto e rintracciare con loro la presenza del mistero.
L'immagine del Dio pastore appartiene alla vita di un popolo che ha identificato in questa figura tutto il suo desiderio di essere unito a Dio, l’unico capace di prendersi cura di un gregge che spesso è disperso, aggredito, usato e sfruttato. Questa immagine recupera situazioni storiche e di vita ben precise.

Come anche il Dio liberatore e guerriero è immagine concreta che nasce nell'esperienza della liberazione nel momento in cui il popolo sperimenta l'oppressione degli egiziani.
Così pure Paolo ci parla di Dio, attraverso Gesù e da come lui stesso abbia visto in Gesù colui che porta a pienezza la storia che stava vivendo. Il tempo dell'annuncio una parola nuova ... il tempo del confronto nascosto con culture e religioni diverse e antiche.

L'inno ai filippini è la sintesi della comunione con Cristo in una Chiesa che da subito appare già molto umanamente divisa.

E così anche il vangelo ci presenta la necessità di non smarrire mai il cuore della nostra relazione con Gesù.

Un Gesù che chiede di stare con lui ... quanto io ci sto con lui e cosa significa questo stare? Un Gesù che ascolta il racconto di un'esperienza, ma cosa gli racconto io?

Un Gesù che ha compassione ... una chiesa che ha compassione non è una chiesa ripiegata su se stessa sulle sue liturgie, sui suoi riti e programmi pastorali.

Credo che in queste domeniche scendere dentro la mia umanità significhi riconoscere l’unico che è estremamente umano, e che in questo suo essere umano non pone solo dei segni miracolosi, ma vuole farci fare esperienza di un Dio padre amorevole...capace di dare senso anche alle nostre fragilità.

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