sabato 31 agosto 2024

I talenti non vanno sprecati

1Cor 1,26-31 e Mt 25,14-30

Al di là delle doti o talenti che ciascuno possiede, questa immagine ci rimanda a Dio come origine di ogni dono, e che elargisce i suoi talenti ... Rispetto a questa immagine emerge immediatamente la relazione tra il padrone e i servi, tra Dio e l'uomo. La questione principale non è tanto sull'utilizzo dei doni quanto sulla relazione che questo uso rivela. Se il dono ricevuto mi rimanda a un amico caro o a un padre amorevole, il mio vivere quel talento porta inevitabilmente frutto. Ma se ho una immagine distorta di Dio, ogni talento diviene fonte di ansietà e di paura, perché non vivrò mai il dono come tale.

venerdì 30 agosto 2024

Verginità è attesa di Gesú

1Cor 1,17-25 e Mt 25,1-13

Una parabola come questa non vuole dire che il 50% verrà scartato ... almeno spero non sia così,  ma che occorre perseverare nel custodire il desiderio dello sposo, del suo arrivo. Nella vita è facile assopirsi, e non essere al pisto giusto e al momento giusto, quando arriva lo sposo, anche se non è detto che lo sposo arrivi a un orario decente o consueto. Siamo alla festa conclusiva, quella che inaugura il Regno dei cieli; lo Sposo è Gesù. Le vergini è l'umanità. La lampada viene consegnata a tutta l'umanità, alle dieci vergini: quindi a tutti è data la possibilità di attendere ma non tutti tengono accesa quella lampada. Questa condizione non è però un giudizio di condanna: ma semplicemente,  Gesù non riconosce ciò che non ha avuto mai a che fare con lui.

giovedì 29 agosto 2024

Martirio di San Giovanni

Ger 1,17-19 e Mc 6,17-29

Quanto accaduto a Giovanni, cugino di Gesù, segna profondamente la vicenda storica del Signore come pure la reazione di molti suoi discepoli che da quel momento si uniranno al gruppo di Gesù. La storia spesso si ripete e il gioco della seduzione colpisce in ogni tempo, e determina le scelte che soggettivamente si fanno. Anche oggi il peccato della lussuria come anche l’ira e la violenza sono esplicite e drammatiche condizioni della vita quotidiana. Sotto questo sguardo, Erode si trova in buona compagnia, ma questo non giustifica la fragilità. L'impulsività, l'orgoglio, la mancanza di sapienza e di discernimento sulla realtà è ciò che si evienzia drammaticamente nel momento in cui prevale la tentazione del male.

mercoledì 28 agosto 2024

Vincere l'ipocrisia

2 Ts 3,6-10.16-18 e Mt 23,27-32

Questi ultimi due "guai" riguardano l'ipocrisia. Gesù usa una immagine molto efficace frutto del confronto tra ciò che é esternamente pulito, ma dentro sono pieni di ossa e di putridume, infatti  così sono sepolcri. Riconoscere e accettare anche la fragilità e le miserie, questo è il primo passo che permette a Dio di farci rinascere e rinnovare; di andare sino al fondo del nostro cuore. Solo così  si spezza l’ipocrisia.


martedì 27 agosto 2024

Vittime del loro interno

2Ts 2,1-3.13-17 e Mt 23,23-26

La superficialità e l'esteriorita sono spesso lo spazio della nostra religiosità fatta di gesti e di forme vuote di senso e di vera relazione con Dio. In queste pagine del vangelo di Matteo, Gesù mostra tutta la sua ribellione rispetto alla mediocrità di chi ha fatto della legge una serie di formalità e di obblighi. Questo stile, non solo è oppressivo, ma trasforma anche chi lo determina. Per i farisei è essenziale l'esterno, la superficie, la parte visibile, mentre gli scheletri della loro esistenza sono ben chiusi dentro nel profondo di loro stessi. Esternamente tutto è in perfetto ordine, nessuno può dirgli nulla: solo che tutto puzza di vecchiume e di falso. 


lunedì 26 agosto 2024

Quando la religione non rende liberi

2Ts 1,1-5.11-12 e Mt 23,13-22

Oggi Gesù si scaglia contro coloro che usano il potere religioso, contro i paladini della religione ebraica, che come certi professori, e a volte anche certi preti, sono lontani dalla gente comune, dalla vita di tutti i giorni, al punto che ogni insegnamento è incapace di portare frutto e rimane sterile, astratto.
Per questo Gesù si scaglia contro coloro che impediscono alla Parola di Dio di umanizzarsi. Ecco; occorre che tutti i sacerdoti, i professori e i catechisti, come anche tutti coloro che adempiono al ruolo educativo siano semplici e umili conduttori della Parola. Nulla di più!


domenica 25 agosto 2024

E se ne andarono in molti ... ma la crisi non ci deve spaventare

Gs 24,1-2.15-17.18  Sal 33  Ef 5,21-32  Gv 6,60-69   

Circa dieci anni fa, feci un intervento ad una assemblea regionale di Azione Cattolica sulla situazione pastorale che si respirava in quei tempi, e a seguire insieme a Maria Pia Mazzanti ci addentrammo nella previsione statistica circa la consistenza del clero della nostra Diocesi imolese. Mai lettura fu così puntuale e mai una previsione statistica si avvicinò alla realtà attuale. Infatti se era facile prevedere il calo drastico dei sacerdoti non era certo allo stesso tempo facile azzeccare una crisi delle vocazioni come oggi vive tutta l'Italia e l'Europa. La lettura pastorale già dieci anni fa metteva in luce la presenza esclusiva delle teste bianche nell'assemblea domenicale, colore che nel frattempo si è sempre più consolidato, diminuendo però, la consistenza numerica. Sono sempre stato tacciato di essere un profeta di sventura ... ma a malincuore, occorre riconoscere che la realtà risulta anche più drammatica di ogni previsione.

E quindi? Volete andarvene anche voi? Chiede Gesú alla gente e ai discepoli nella conclusione di questo sesto capitolo sul pane della vita, che corrisponde all'interrogazione che risuona nella comunità giovannea a seguito della riflessione sul segno che era Gesù, in relazione alla vita e all'esistenza eterna.

Al tempo della prima comunità credente, quella di Giovanni, e della redazione del vangelo,  le parole di Gesù è la risposta di Pietro, si collocavano in una dialettica di senso molto profonda e all'interno della cultura per la maggior parte ancora giudaica.

Ma oggi questo abbandono rispetto alla comunità credente, questo allontanarsi dalla fede professata, che vita significa, cosa rappresenta?

Faccio un'analisi partendo da ciò che oggi conta per le persone: stare bene, la salute, i soldi, lo svago, il divertimento, il disimpegno; il risultato immediato; il venir meno del progetto, del desiderio ... cosa è venuto a mancare? 

Mi sembra evidente che manca il gusto del mistero,quel mistero che precede e che accompagna ogni esperienza ed esistenza, cioè il gusto di Dio e il senso della vita.

Crisi di di fede: è in crisi di senso religioso o è in crisi di relazione col mistero? Non sarà che l'indifferenza, il disinteresse, il ripiegamento su noi stessi e quella sorta di solitudine della società globale, che diviene solitudine esistenziale, conduce e riconduce ogni pensiero, focalizzando tutto sul presente, senza alcuna altra possibile realizzazione.

Di fronte alle situazioni complesse e difficili che viviamo, vogliamo andarcene anche noi?

Ieri come anche oggi, accogliere le parole di Gesù significa metterle a fondamento della vita personale, provoca insorgere di due gruppi, di due posizioni: c’è chi accoglie la Parola, chi comprende il segno, e c’è chi invece lo rifiuta, e non crede. 

Accogliere Gesù e le sue parole sul pane della vita significa lasciare che la relazione con lui ci trasformi. Diversamente si innesca un processo di paura, fatica e allontanamento.

Ma anche di fronte alla nostra reazione negativa Dio Padre non cessa mai di attirarci a sé, e lo fa con quella frase che continuamente Gesù rilancia verso di noi per provocarci nella vita di fede, nel tentativo della grazia di aprire una breccia nel cuore. 

Quali conseguenze sono implicitamente nell'accogliere la sua parola?

Dice il Cardinal Pizzaballa: Gesù non ci offre un orizzonte misero e limitato, un progetto di vita annacquato e triste, ma un cammino serio e importante, degno di una salvezza che ci è donata perché noi possiamo vivere all’altezza del dono di Dio.  

È un cammino alto, impegnativo, come una salita in alta quota. Ma tutti sanno che arrivati in cima, ci attende qualcosa di meraviglioso che appoggerà anche la fatica. 

Il cammino che porta con sé un inevitabile cambiamento, un cammino serio, adulto, esigente, che coinvolge in profondità tutta l’esperienza della vita. 

Non una trasformazione esteriore, ma un cambiamento rispetto al guardare la nostra umanità, rispetto al senso di comunione, alla possibilità di una nuova relazionale fraterna, una vera condivisione. Ecco Che la parola dura, difficile non è una questione teologica, ma è quella che fa passare dall’io egocentrico, al noi della comunione.

Ma solo una parola dura è capace di attrarre il cuore dell’uomo e di innescare cammini di verità e di libertà. 

Chi se ne va, pensa che questa Parola è troppo difficile da vivere. È l’atteggiamento che nasce dove manca la fede e la fiducia, dove si pensa che questa conversione del cuore dipende solo da noi e dai nostri sforzi. Ecco il nostro mondo oggi ... solo e abbandonato ...

Che resta non può non fare sue le parole di Pietro.  

Gesù non abbassa il tiro rispetto alle nostre fatiche ma propone ancora il cammino in salita verso la vetta...

La risposta di Pietro supera la scelta personale e diviene la risposta di una comunità ... è la risposta dei discepoli che sentono in loro nascere una nuova umanità, una nuova possibilità, cioè ha trovato in Gesù il pane per dare da mangiare a tanta gente.


sabato 24 agosto 2024

Cosa significa amare?

Ez 37,1-14 e Mt 22,34-40

Credo che la maggior parte degli esseri umano non sappiano rispondere alla domanda: Cosa significa amare? Perché si parte dall''esperienza di amare, e si è immersi nelle conseguenze dell'amore. Il comandamento di amare significa che siamo fatti per amare, perché Dio ci ha fatti a sua immagine e somiglianza. Dice Silvano Fausti SJ: "Amare riguarda il cuore, la mente, ma soprattutto la vita. L’amore è innanzitutto gioia del cuore per il bene dell’altro; si esprime con la bocca come lode  e si realizza con le mani, poste a servizio dell’altro come di me stesso. L’amore porta a comunicare ciò che si ha e si è, fino all’unione di intelletto, di volontà e di azione".

giovedì 22 agosto 2024

Ha senso pregare per la pace? Si perché Dio è sempre all'opera!

 Ez 36,23-28 e Mt 22,1-14

Le letture di questa giornata sono riferimento alla terra e realtà di Israele e Palestina. La profezia di Ezechiele deve compiersi ancora; non ha trovato ancora la sua piena realizzazione nella storia dei figli di Dio. Il vangelo, nella parabola tratteggia una violenza che é presente nei popoli della bibbia ma che non appartiene come condizione al regno di Dio, ma solo come aggiunta dovuta alla fragilità umana. Quel regno deve comunque realizzarsi nonostante tutte le nostre inadeguatezze.

mercoledì 21 agosto 2024

Il mio esserci costruisce è il regno

Ez 34,1-11 e Mt 20,1-16

A volte capita di pensare che il volontariato, il servizio caritativo o qualsiasi disponibilità in parrocchia sia il modo di lavorare per edificare il regno di Dio, … e Dio garantisce a tutti la retribuzione pattuita, il regno è per tutti. Da un lato é vero, cioè secondo una modalità che coinvolge la realtà personale e concreta della nostra vita; ma se ci pensiamo un'attimo ci accorgiamo di quanto tutto ciò sia molto riduttivo. A me verrebbe da pensare che il regno è possibile se nella vigna si incontra la “chiamata al lavoro” e la “disponibilità ad esserne coinvolti”. È in questo dinamismo che il regno diviene realtà e, non si limita ad essere un principio o una cosa astratta.
Il regno ci educa, ci forma all’esistenza; non un esserci fine a se stessi, ma un esserci per essere parte di una misericordia che tutto realizza e porta a compimento.

martedì 20 agosto 2024

La ricchezza è misura di altro

Ez 28,1-10 e Mt 19,23-30

Per parlare del regno dei cieli Gesù utilizza immagini concrete che appartengono alla nostra vita, alla nostra realtà, ma l'immagine non è mai esaustiva o corrispondente a ciò a cui si riferisce. Ma nello stesso tempo  l'immagine serve a ciascuno per realizzare nella propria vita e nella propria realtà la provocazione che porta in sé.
Detto questo, essere ricchi non vuol dire essere scartati dal regno dei cieli, come neanche seguire Gesù significa vendere casa, campi ecc ...
Il giovane "ricco" ha il cuore pieno di sé stesso, ricco cioè saturo, non ha posto per Gesù e non vuole fargli posto. Come anche il lasciare tutto del discepolo, non è la rinuncia alle cose ma è mettere Gesù come primo nella propria vita, con tutto ciò che ne deriva, compreso il seguirlo.

lunedì 19 agosto 2024

Le nostre pretese

Ez 24,15-24 e Mt 19,16-22

Noi abbiamo spesso la pretesa di conoscere e saper già ogni risposta ad ogni domanda. Nel dialogo con Gesù emerge che il Signore si adatta al nostro registro di pensiero, e che noi (il giovane) in verità, abbiamo già le risposte giuste. Quasi arriviamo ad affermare che la felicità siamo nella possibilità di darcela da soli. Ma la felicità è dono di Dio e non dipende dai nostri meriti. Dice papa Francesco, di chiedere ogni giorno al Signore che ci dia la possibilità di stupirci, delle cose belle dello spirito che Lui ci dona.
E con questo stupore ci dia anche la gioia nella vita, di vivere in pace nel cuore nelle difficoltà.





domenica 18 agosto 2024

Cosa Giovanni ha capito del segno del pane

Pr 9,1-6 Sal 33 Ef 5,15-20 Gv 6,51-58

Già più volte ho detto che il capitolo sesto di Giovanni è un insieme di strati e situazioni, e tra queste anche la rilettura comunitaria. Se nel vangelo di Giovanni nei capitoli della cena pasquale non si menziona l'istituzione, in questo capitolo sesto, un capitolo inserito nel percorso redazionale, si scopre il cammino di una comunità rispetto a un segno compiuto da Gesù, che da subito è stato ripetuto ma forse senza una piena coscienza e consapevolezza. Credo che a Giovanni - il discepolo amato -, in più circostanze sia stato chiesto che cosa voleva dire Gesù con quel segno del pane ... con quel pane e quel vino ... con quel suo corpo ...
Ed ecco che il capitolo sesto si apre ad accogliere una riflessione, una definizione più teologica che narrativa del segno del pane.
Le parole di questi versetti, infatti ci introducono nel pensiero profondo di Gesù e nel cuore del Cristianesimo. Il Vangelo ci porta di fronte a parole estremamente concrete: pane, mangiare, bere, corpo, sangue, carne, cibo, bevanda, vita. Non sono parole astratte, non sono concetti, non sono filosofie, astrazioni. Sono parole che collocano tutto il mistero di Dio fatto uomo nella concretezza della vita, della nostra esistenza.
Giovanni chiarisce come Gesù è quella parola che da senso alla nostra vita. Egli ha preso carne come noi, e in questa carne pone la sua stessa vita, il suo stesso esistere, l'esserci come Dio, una vita che non muore. Giovanni spiega alla sua comunità che Gesù è venuto per renderci partecipi della sua vita e perché, proprio credendo, abbiamo la vita. Avere la sua vita significa accogliere il dono di Dio, perché Dio non ha trovato altro modo che diventare pane e donarsi a noi in cibo: il modo più naturale, più umano, più accessibile a tutti.
Parole che vogliono descrivere l'essere credenti in forza della relazione con quel pane, suo corpo e sua vita. Non ci dobbiamo stupire se oggi sta crollando l'esperienza cristiana e la spiritualità in genere, d'altronde se il senso religioso è fatto di sensazionalismo, e la sua espressione concreta sono le devozioni, i riti e le cerimonie ... con la sua vita Gesù ci ha raccontato un'altra storia ben diversa da ciò che abbiamo tramandato per tanto tempo.

sabato 17 agosto 2024

Un regno da bambini

Ez 18,1-10.13.30-32 e Mt 19,13-15

I bambini al tempo di Gesù non contavano proprio nulla. Gesù però, di fronte ai discepoli che fanno come avrebbe fatto chiunque, ma il Signore sorprende sempre, mostrando come le logiche del Regno dei Cieli, cioè di Dio nel linguaggio dei Vangeli, ribaltano le logiche umane. Quale profezia si nasconde in queste parole? Forse anche solo che per essere parte del regno occorre lasciarsi toccare da Gesù, lasciare che Gesù ci benedica con le sue parole e con la sua vita. 

venerdì 16 agosto 2024

La verità non è mai rigida

Ez 16, 59-63 e Mt 19,3-12

Quando ci accostiamo a una pagina di vangelo come questa, dobbiamo partire da una riflessione preliminare e complessiva: il Vangelo dice sempre la verità nei suoi contenuti di fondo, stare a questionare sulle parole esatte di Gesù sarebbe esagerato. Un vangelo è sempre il frutto della predicazione del Maestro, di un evangelista o redattore, e di una comunità di riferimento. Per cui confidando nel dato di fatto che non c’era l’intenzione nell'evangelista di falsare le parole del Maestro, sappiamo però che la comunità cristiana ha comunque interpretato quelle parole in base alla vita dei suoi membri. Ecco quindi che Gesù non mette in discussione il nucleo del matrimonio, che è l’indissolubilità, ma allo stesso tempo apre a comprensioni diverse in ragione della vita e del comportamento dei coniugi ... Interessante: la verità non è rigidità cieca, ma uno sguardo di comprensione.

giovedì 15 agosto 2024

Assunta al Cielo

Ap 11,19;12,1-6.10   Sal 44  1Cor 15,20-26    Lc 1,39-56

Questa solennità recente che come sappiamo è stata definita nel 1950, il primo di novembre ci conduce a prendere coscienza di come la salvezza è intimamente legata alla nostra umanità, lo stesso verbo di Dio diventa uomo per mezzo di Maria, e assume una carne umana, ma è tutta la storia di Maria che diviene specchio di una storia universale in cui la salvezza si lega continuamente e si rivela nell'intimo di un evento frutto della nostra iniziativa, scelte e libertà, nel bene e nel male. In questo senso possiamo anche rileggere i testi della scrittura che oggi ci accompagnano; tutto attraverso Maria è condotto alla sua pienezza e al mistero di Dio.
Ma tutto questo mistero di gloria si realizza a partire da una condizione indispensabile che è origine della creazione stessa: l’umiltà.
Maria è umile e Dio la guarda ... ma questo guardarla pone lo sguardo del creatore in tutto ciò che l’umiltà è capace di manifestare e generare ... al punto che Dio guarda l'umiltà del nostro cuore per condividere con noi il desiderio di comunione e di amore.
Solo l'umiltà è capace di riconoscersi bisognosa di altro e di amare.
Dice papa Francesco (15.08.2021)  che oggi, guardando a Maria assunta, possiamo dire che l’umiltà è la via che porta in Cielo. Per arrivare in alto, in Cielo, bisogna restare bassi, come la terra! Gesù lo insegna: «chi si umilia sarà esaltato». Dio è innamorato della nostra piccolezza, della nostra umiltà. 
È nella fragilità di questo nostro tempo che oggi eleviamo a Maria la nostra supplica per la pace, così come il patriarca di Gerusalemme ha chiesto alle Chiese della sua Diocesi ma non solo.

Gloriosa Madre di Dio,
innalzata al di sopra dei cori degli angeli,
prega per noi con san Michele arcangelo
e con tutte le potenze angeliche dei cieli
e con tutti i santi,
presso il tuo santissimo
diletto Figlio, Signore e maestro.

Ottieni per questa Terra Santa,
per tutti i suoi figli
e per l’umanità intera
il dono della riconciliazione e della pace.

Che si compia la tua profezia:
i superbi siano dispersi
nei pensieri del loro cuore;
i potenti siano rovesciati dai troni,
e finalmente innalzati gli umili;
siano ricolmati di beni gli affamati,
i pacifici siano riconosciuti come figli di Dio
e i miti possano ricevere in dono la terra.

Ce lo conceda Gesù Cristo, tuo Figlio,
che oggi ti ha esaltata
al di sopra dei cori degli angeli,
ti ha incoronata con il diadema del regno,
e ti ha posta sul trono dell’eterno splendore.
A lui sia onore e gloria per i secoli eterni.
Amen.

mercoledì 14 agosto 2024

Vita comune e comunitaria

Ez 9,1-7;10,18-22 e Mt 18,15-20

La comunità di Matteo confronta con le parole di Gesù con il proprio stile di vita e ciò che ne segue è l'insegnamento sulla solidarietà umana. Un crescendo dalle relazioni di ogni giorno, dalle fatiche conflittuali, dal fratello che sbaglia e che devi correggere, al bisogno spirituale sempre comunitario di pregare insieme. Come anche la gradualità del metodo: l’incontro con il peccatore da solo a solo, e poi con due o tre e poi con l’assemblea. Siamo tutti uniti fra noi e la comunione diventa comunicazione. Non viviamo se non insieme, se non appoggiandoci gli uni gli altri, se non sostenendoci gli uni gli altri. 


martedì 13 agosto 2024

Un regno per bambini

Ez 2,8-3,4 Sal 118 e Mt 18,1-5.10.12-14

Generare un figlio, è mistero perchè sei messo di fronte alla meraviglia dell'esistenza; ma farlo crescere lo è ancora di più perchè è sei provocato continuamente dalle domande di verità e da una scelta di amore non sempre facile. Un bambino per crescere chiede tanto amore quanto anche fermezza e rigore. Ma questa esperienza è per un genitore rivelazione del regno dei cieli: stupore, verità, fermezza e amorevolezza. Gesù sembra dirci che nell'esperienza della vita umana sta la chiave per comprendere quella relazione con Dio che è padre, che in realtà altro non è che il regno dei cieli. 


lunedì 12 agosto 2024

I figli sono liberi

Ez 1,2-5.24-28 e Mt 17,22-27

I figli sono liberi Un brano di Vangelo intricato o sconclusionato, annuncio della passione; tasse e tributi da pagare; pesci da pescare e monete da trovare ... ma il cuore del brano sembra essere che: I figli sono liberi. Il senso di tutto questo racconto è che i figli in quanto liberi non devono pagare nessun tributo, l'unico tributo da pagare al Padre è l'amore fraterno. Pietro trova il denaro per il tributo nel mare e nel pesce ... come dire in Gesù che paga lui stesso con la sua vita il tributo di libertà per tutta l'umanità … fratelli tutti.

domenica 11 agosto 2024

Un pane che da vita al mondo

1Re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51

Le nostre fatiche ci separano e allontanano dal pane
La fatica di credere non è una blasfemia, la fatica di credere, il dubbio rispetto al senso della realtà; la paura quando ci confrontiamo col mistero, fa parte della nostra natura. Sfiducia, dubbio e paura ... l'evangelista o chi per lui, ci riporta una annotazione nel vangelo che avevamo già sentito a Nazareth, ma che per Giovanni, a Cafarnao, a seguito dei segni fatti da Gesù nella Sinagoga, esprime tutto il disorientamento di una comunità: ... dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”? Ecco dalla loro conoscenza di Gesù non deriva nessuna certezza, nessuna sicurezza,  per cui l'affondo: Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?
Mormorare ci rende Gesú un estraneo, uno sconosciuto
La mormorazione di Cafarnao nasce quando lo sguardo della gente è incapace di riconoscere i segni compiuti da Gesù (voi mi seguite non perché avete visto dei Segni, ma perché vi siete saziati) Quando vedere il segno è semplicemente constatazione di una realtà, così com’è, senza intuire che questa realtà porta in sé la presenza di altro, senza capirne il senso, lì nasce la mormorazione. Entrare nel Segno significa riconoscere che tutto è segno di Dio, che ci porta a Lui. Il segno del pane è la concretezza di un passare dal disconoscimento (è solo pane da mangiare) al riconoscimento (il pane è mistero di Dio, è il suo corpo).
Riconoscere il pane tra i pani
Proprio e solo in questo riconoscimento posso capire che quel pane è cielo non solo disceso dal cielo, ma è mistero di cielo. Eccoci allora di fronte a un segno che ci offre di essere il vero pane, che ci introduce nella vita eterna. Ecco che il pane fa la differenza sul contenuto della nostra fede (Gv 6,47).É questione di saper cogliere la presenza di Dio nella vita, in tutto ciò che ci parla di Lui.
Fedeltà al pane del cielo
La conoscenza di Dio passa per Gesù, il Figlio. E si va al Figlio attirati dal Padre; questo è il percorso per accostarsi al mistero di Dio. Tutto ciò che è quel pane è solo dono di Dio, e chi ne mangia non muore in eterno, perché è dato per dare la vita al mondo. Il mondo, noi stessi, perché amati da Dio!
Mangiare il pane è in questo il nostro più completo atto di fede, ed è certezza della vita eterna.



sabato 10 agosto 2024

San Lorenzo ... martire ...

2Cor 9,6-10 e Gv 12,24-26

San Lorenzo, piuttosto che sottomettersi all’imperatore Valeriano accettò di morire, bruciato sul fuoco. Questa immagine ce la consegna la tradizione della Chiesa: il martirio per amore di Cristo, la chiesa e i fratelli e sorelle. È un perde la vita a cui occorre prepararsi imparando a morire ogni giorno, altrimenti non si accetterà mai la morte, tantomeno quella definitiva. Le persone infatti quando sono chiamate a scegliere, difficilmente scelgono di morire, proprio perché il morire non ci appartiene cone condizione accettata,  ma è come affrontare la condizione  l'estremo  di abbandono e solitudine. Gesù ribalta completamente il nostro sentimento piu profondo: se non muori, rimani solo. Non c’è niente da fare, ci dobbiamo fidare. 

venerdì 9 agosto 2024

Santa Teresa Benedetta della Croce, nostra patrona

Os 2,16.17.21-22 e Mt 25,1-13

Quante volte abbiamo già ascoltata questa parabola e forse ogni volta l'abbiamo messa da parte insieme a perplessità e molte situazioni irrisolvibili... In ogni modo l'accostamento, se la leggiamo a rigore di logica,  risulta un poco esagerata, ma se la guardiamo globalmente, aldilà dei nostri ragionamenti, resta una immagine nuziale ed escatologica. Quindi lo Sposo arriva riconosce le vergini, come il Pastore che conosce le sue pecore, sa che gli appartengono quelle che hanno custodito l'olio, mentre le altre, che non hanno olio, non vengono riconosciute. Il riconoscere presuppone il corrispondere all'amore dello Sposo, cioè un modo particolare di giudicare.


giovedì 8 agosto 2024

Tu sei Pietro

Ger 31,31-34 e Mt 16,13-23

Pietro sembra volare altissimo e, tuttavia, subito dopo crolla. Ciò che accadde a Pietro può succedere anche a noi; a volte ci sembra di vedere tutto chiaramente, che tutti i pezzi della nostra vita si incastrino alla perfezione e che, per di più, siamo capaci di dare luce agli altri. Ma poi, quando cominciamo a ragionare in una prospettiva umana, crolliamo. Ecco che solo con un atteggiamento umile e disponibile alla volontà di Dio, saremo capaci di muoverci con agilità per le altezze della vita di fede. Questo, Pietro lo capirà solo molto dopo ... forsecsolo alla fine della sua vita.

mercoledì 7 agosto 2024

Signore aiutami!

Ger 31,1-7 e Mt 15,21-28

La richiesta di aiuto di una donna pagana è sufficiente e necessaria  per suscitare in Gesú una diversa consapevolezza della sua missione: non più solo verso Israele ma bensì la salvezza per tutti, nessuno escluso. Gesù rimane colpito, toccato dall’umiltà e dalla fede in questa donna, completamente lontana dal contesto religioso ebraico. Ed è proprio da quell'incontro che riprende il suo "cammino" con una diversa consapevolezza. Gesù impara tanto dagli uomini e dalle donne del suo tempo, ed è da loro che ne viene plasmata la religiosità e le celte di vita! Siamo veramente di fronte a un Dio incarnato, un Dio unicamente umano.

martedì 6 agosto 2024

Fu trasfigurato

Dn 7,9-10.13-14 e Mc 9,2-10

Dice il vangelo di oggi che Gesù "Fu trasfigurato davanti a loro ...", non si è trasfigurato, cioè non si è fatto luce da solo, ma Lui stesso è stato illuminato. Da dove, da chi? Non sapiamo come sia stato,possibile. Sappiamo però che il Tabor rappresenta una esperienza eccezionale, una immersione nella luce che tutto trasforma: le sue vesti divennero bianchissime, cioè rivelatrici di luce. La luce esprime il mistero nel suo rivelarsi, mentre le tenebre nascondono e imprigionano il mistero. Più ci apriamo alla luce divina, più ci immergiamo nella trasfigurazione, più ci apriamo a Dio e più diventiamo brillanti, solari e contagiosi della santità.

lunedì 5 agosto 2024

Coinvolgimento attivo

Ger 28,1-17 e Mt 14,13-21

Nella moltiplicazione dei pani e dei pesci che cosa dice Gesù ai discepoli? Dice: "date voi stessi loro da mangiare". Quale è il senso e il significato di queste parole? Credo che dobbiamo intemderle oltre l'esecuzione di una azione, ma nel dare signficato e pienezza all'azione. Ed ecco che si svela il senso del dare "le nostre persone", il nostro tempo, le nostre energie, le nostre ore di sonno. È un coinvolgimento totale e completo che ci rende partecipi anche del mangiare il pane, per cui sarà proprio donandosi agli altri che salviamo noi stessi.

domenica 4 agosto 2024

È difficile stare davanti a questo pane

Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35


Nel segno del pane, che ogni domenica celebriamo, Dio non solo si dona, ma crea la condizione per esserci concretamente in questa nostra storia, per fare relazione con noi, e una relazione è qualcosa di personale.
La nostra difficoltà maggiore è misurarci con questa relazione e lasciarci coinvolgere.
L'evangelista Giovanni - o chi per lui -, impiega l'intero e lungo capitolo sesto per scrivere il senso di quella relazione che Dio ci propone ... e che da sempre propone all'umanità e che prende forma nel segno del pane.
Dopo che Gesù moltiplica il pane e dà loro da mangiare ... succede un vero tsunami di domande di interrogativi ... al punto che Gesù si allontana, ma la folla lo cerca, la folla non vuole sottrarsi all'incontro con lui e col segno del pane, pur senza comprenderlo realmente.
Infatti allora come oggi, per molti Gesù è un facilitatore, un risolutore di problemi, e a quel tempo il problema era mangiare. Oggi, se uno cerca Gesù è perché si sente nell'impossibilità di fare da solo, altrimenti non lo cerchi ... anzi, a dire il vero, molti battezzati lo tengono a debita distanza.
Da questo atteggiamento emergono alcuni interrogativi, circa il motivo di questa distanza, e soprattutto sui tempi, e sugli spazi che riservo alla relazione e con il segno del pane.
Nella vita del Santo Curato d'Ars (patrono dei parroci, 4 agosto, oggi) si racconta di un contadino che, ogni giorno e alla stessa ora, entrava nella chiesa parrocchiale, e si sedeva all'ultimo banco. Non aveva libri di preghiere con sé perché non sapeva leggere; non aveva tra le mani nemmeno la corona del rosario. Ma ogni giorno, alla stessa ora, arrivava in chiesa e si sedeva all'ultimo banco...e guardava fisso il Tabernacolo. San Giovanni Maria Vianney, incuriosito da quel modo strano di fare, dopo aver osservato quel suo parrocchiano per qualche giorno, gli si avvicinò e gli chiese: "buon uomo...ho osservato che ogni giorno venite qui, alla stessa ora e nello stesso posto. Vi sedete e state lì. Ditemi: cosa fate?". Il contadino, scostando per un istante lo sguardo dal Tabernacolo rispose al parroco: "Nulla, signor parroco...io guardo Lui e Lui guarda me". E subito, riprese a fissare il Tabernacolo.
Credo che questo racconto esprima bene la cura di una relazione, di una presenza. E noi?
Nonostante la difficoltà della gente e dei discepoli, Giovanni ci dice che Gesù non smette di andare al cuore del segno e ci proporre quel pane come fonte di vita inesauribile, come il pane che ci da Dio per avere forza nel cammino di ogni giorno
Tra Gesù e la folla la distanza è enorme ... tra Gesù e noi quanta è la distanza da riempire? Lui ci offre il pane per colmare ogni nostra difficoltà nella relazione ... ma io mi sottraggo a quel pane?
Lo so usare? Riesco a capire di cosa si tratta?
O sono come gli Ebrei nel deserto che quando videro la manna si chiedevano l'uno l'altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse.
Di fronte alle parole del vangelo oggi siamo interpellati anche noi a lasciarci coinvolgere dall'opera di Dio, credere in colui che egli ha mandato. Queste parole sono rivolte, oggi, anche a noi: l’opera di Dio non consiste tanto nel “fare” delle cose, ma nel “credere” in Colui che Egli ha mandato.
Ciò significa che la fede in Gesù ci permette di compiere le opere di Dio. Se ci lasceremo coinvolgere in questo rapporto d’amore e di fiducia con Gesù, saremo capaci di compiere opere buone che hanno il sapore del Vangelo, per il bene e le necessità dei fratelli. Ma per crederete occorre essere in relazione con Lui e col suo corpo. ecco allora il segno del pane.

sabato 3 agosto 2024

Amori tossici

Ger 26,11-16.24 e Mt 14,1-12

Un brano, quello di oggi, che sembra proprio una discontinuità nella lettura continua del vangelo di Matteo. Eppure. Risponde alla necessità di dare notizia di un fatto che ha condizionato pesantemente le scelte di Gesù ed il suo agire.
Erode si lascia trascinare nel vortice della passione fino alle estreme conseguenze del taglio della testa di Giovanni Battista. Ma come è possibile l’attrazione e il desiderio di possesso possa possa portare all'omicidio? Forse è pazzia? O forse semplicemente si tratta di come è fatta la nostra natura umana, con le sue fragilità e le sue dinamiche inconsistenti?

venerdì 2 agosto 2024

Contraddizione del mondo di oggi

Ger 26,1-9 e Mt 13,54-58

Tutti si aspettavano da Gesù qualcosa di diverso da quello che Lui proponeva. Anzi a volte noi stessi credenti pretendiamo un Gesù diverso. Quanto successe a Nazareth è una realtà replicata, la meraviglia viene soppiantata dall’incredulità e quindi dallo scandalo. E così nella sua stessa patria Gesù non viene riconosciuto. A Nazareth si lasciano sfuggire l'incontro con il figlio di Dio, eppure era cosi facile, vicino e immediato. Ma questo può capitare anche a noi oggi? A volte mi dico: come posso riconoscerti e continuare a gioire del tuo essere con me?

giovedì 1 agosto 2024

Ultima parabola …

Ger 18,1-6 e Mt 13,47-53

Il coraggio di gettare la rete in mare è ciò che ci manca. Rispetto al mondo, il Regno di Dio  non si trova altrove, perché non è fine a se stesso, ma il Regno è proprio in quel pescare nel mare della nostra realtà, della nostra storia. Oggi è tempo di ritornare in mare, altrimenti ogni azione pastorale si ridurrà a un agire conservativo e museale. La nostra vita da cristiani dovremmo giocarcela più nel mare del mondo che dentro le mura delle nostre Chiese, nei recinti delle parrocchie.