domenica 18 giugno 2023

Alla ricerca di pecore perdute

Es 19,2-6a; Sal 99; Rm 5,6-11; Mt 9,36-10,8

Come ci sentiamo? Come stiamo? Sì, in questo momento storico, proprio oggi, come ci sentiamo? Che cosa stiamo vivendo? Quale piega ha preso la nostra vita?
Dopo aver visto la pandemia, la guerra, l’alluvione e toccato tanto dolore, tanta impotenza, tanta povertà, non è certo un gesto di carità che accomoda tutto. Oggi è necessario che i nostri sentimenti si lascino coinvolgere e plasmare dai sentimenti di Gesù, perché solo così riusciremo dare al nostro mondo la speranza di Cristo. Oggi possiamo lasciarci condurre dall'evangelista Matteo che ci porta tra le folle che seguono Gesù. L’evangelista ce lo fa vedere all’opera tra case, nei campi, sulle barche, per le strade… È instancabile. Non ha freni! Incontra chiunque e sembra che la sua unica preoccupazione sia quella di entrare nella vita delle persone che incontra per mettere in comune la sua vita. Sembra che per lui questo significhi annunciare il Regno, portare il Regno. Condivisione, apertura e accoglienza, altro che timidezza, paura e indifferenza.
La gratuità del modo di essere di Gesù, per Matteo, è uno dei punti essenziali del suo messaggio, ma anche della sua proposta per noi, perché Gesù è apertura del cuore e desiderio di donare amore, dare sé stesso, dare la vita.
Ma pensate che la straordinaria immagine di Gesù ci mostra l’evangelista: vede le folle! Vede la loro stanchezza! Le sente sfinite! Le guarda negli occhi, le scruta nel cuore, dà peso e valore alle loro fatiche. Per lui quelle persone, singolarmente e insieme, contano. Se ne vuole fare carico, e vuole che anche altri lo facciano. Vuole che i suoi discepoli, anche noi, ce ne prendiamo carico. Una comunità cristiana è tale quando si prende carico i fratelli. Gesù, vuole che il suo modo di farsi carico continui anche dopo di lui.
E per questo che ci chiama. Chiama perché altri imparino a vedere, e vedendo imparino a sentire compassione, a farsi carico dei pesi, della tristezza, della fatica altrui. Sembra che l’unico suo comando sia: guarite, risuscitate, purificate, scacciate demoni e donate, donate voi stessi. L'agire di Dio passa dalle nostre mani.
In questo Gesù ogni uomo donna riscopre che Dio è il Salvatore che solleva, fino al cielo, dove nessuno può più fare e subire il male.
In Gesù sentiamo di essere preziosi agli occhi di Dio, di essere il suo tesoro, la sua terra riscattata. E proprio per questo siamo un regno di sacerdoti, capaci di celebrare la vita, di rinnovarla, di farla risorgere.
Il Signore Gesù chiama me, chiama te, ti chiama per nome, come ha fatto con gli apostoli e ti chiede: Vuoi portare vita? Vuoi liberare? Vuoi che altri, attraverso te, si sentano raggiunti dall’amore di Dio?
Tu cosa rispondi?

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