lunedì 4 settembre 2023

Sedotti

 

Ger 20,7-9; Sal 62; Rm 12,1-2; Mt 16,21-27


"Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà".

Questo perdere questo lasciare, quanto ci inquieta, ma è nella dinamica della seduzione, del lasciarci sedurre ...

Tutti sappiamo che prendere la propria croce su di sé, come invita a fare Gesù nel vangelo di oggi non è così facile. Gesù sa bene che noi, come i discepoli e come Pietro, abbiamo ancora molta strada da fare per riuscire ad andare dietro a lui. Ecco che di fronte a tanto timore, Gesù pone una condizione che sembra impossibile, ma che è necessaria: la croce.

Oggi, la tentazione è quella di voler seguire un Cristo senza la croce, anzi, ci impegniamo a proporre un Dio fatto secondo noi; ma Gesù ci ricorda che la sua vita e la sua via sono la via dell’amore, e non c’è vero amore senza il sacrificio di sé stessi. Essere disposti al sacrificio di noi stessi questa è la croce.

Forse è proprio per questo che oggi i credenti sono pochi ... è molti si dileguano e abbandonano la fede cristiana, nessuno vive con vera consapevolezza il sacrificio di sé stesso, anche solo nel dono all'altro e al fratello.

Ma come è possibile caricarsi della croce? Accogliere la logica della croce?

La croce è possibile solo nella logica della seduzione.

Signore mi hai affascinato, dice il profeta Geremia descrivendo la sua esperienza di fede: mi hai sedotto/affascinato e mi sono lasciato sedurre/affascinare.

Il termine deriva dal latino se-ducere e significa letteralmente "portare a sé", "condurre fuori dal retto cammino".

Ecco che la parola conserva una valenza negativa, tentare qualcuno a far qualcosa che non vorrebbe normalmente fare; ma porta con se anche un senso positivo l'affascinare.

Riconosciamo che Dio attira a sé persone di ogni lingua, razza e cultura, con il suo amore seducente e attraverso loro anch’essi hanno sedotto altri uomini e donne che li hanno seguiti, come ad esempio Chiara ha seguito Francesco.

Il solo fatto che molte persone in diversi luoghi e in diversi tempi si siano lasciate sedurre da Dio − non da una sua idea, da una sua immaginata o immaginaria presenza, ma da un appello concreto, da una reale chiamata − ci spiazza palesemente e dimostra quel Dio che parla nel profondo della nostra umanità, anche oggi.

Di qui la necessità di guardare dentro di noi per chiederci: “Dove mi trovo”? Da che cosa sono sedotto, dalle creature o dal creatore? Perché ho sete dell’invisibile e mi fermo a ciò che è visibile? Perché mi faccio sedurre da cose piccole e passeggere e non da Colui che è grande e perenne? Dio può interessarsi a me? Sono io davvero tanto importante per Lui?

Ci accorgeremo così che la nostra vita è un continuo oscillare tra le seduzioni del mondo e la seduzione di Dio che parla nel silenzio. La Sua seduzione, infatti, non ci priva mai del. dono della libertà. Infatti, la domanda di Gesù per ciascuno evolve inevitabilmente nel: "E tu, non potresti dare la tua vita per me?”.

Dobbiamo imparare nuovamente a lasciarci sedurre da Dio, da Gesù. Il suo invito è nella libertà di chi sceglie per amore di accettare il costo di amare, cioè il dono di se stessi.

Ecco che allora la risposta non potrà essere che dono, cioè offerta di sé, come risposta a colui che tutto ci ha dato, fino a morire per noi.

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