domenica 8 ottobre 2023

Gesù fa fruttare

Is 5,1-7; Sal 79; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43

Dopo aver ascoltato questa parabola, chissà cosa si è smosso nel cuore di tanti, visto che Matteo ci informa che iniziano a prendere provvedimenti contro Gesù ...

Certamente è una immagine molteplice, cupa e affettiva insieme; la parabola è dura, sanguinaria ... ma emerge anche qualcosa di bellissimo cioè che a Gesù piace la vigna, amava le vigne, come già i profeti, lo si capisce fin dalle prime battute: un uomo, con grande cura, piantò, circondò, scavò, costruì. Gesù osserva l’uomo custode della vigna che ne diventa sfruttatore e predatore, ma al tempo stesso racconta come Dio non si arrende e prosegue nel suo intento ... quale è questo intento?

Il vino, sono convinto che l'intento di Dio è il vino della gioia, della letizia della vita, quel vino che nella Messa si offre con grande devozione: "il frutto della vite e del lavoro dell'uomo ... lo presentiamo a te perché diventi per noi bevanda di salvezza".

Questa parabola mi suggerisce un'immagine straordinaria: c'è una città antica nel deserto del Negev, una città che è stata abbandonata nel 6 secolo, è una città del regno nabateo, Avdat, sulla via carovaniera dell'area, che portava anche l'incenso dall'Oman a tutto il mondo antico.

Una città antica che ha una caratteristica, è nel deserto, ma attorno alla città coltivavano la vite, e le vigne producevano abbondantissimi grappoli ...

In città vicino alle mura, c'è un tino pubblico dove per uve venivano pigiate con i piedi di tutti ... che bello, la vendemmia era una azione collettiva e pubblica di tutta la città ... la pigiatura dei grappoli per produrre abbondante il frutto della vite: il vino. Mi piace pensare quale gioia il momento della vendemmia, quale gioia andare nei terreni curati e irrigati, dove le vigne, sotto quel sole caldo del deserto producevano i grappoli gustosi ... la vendemmia si rivela il tempo del frutto, tempo della gioia e della festa.

Di fronte a questa immagine mi chiedo, ma se la vigna oggi è la Chiesa, o la nostra comunità è importante che sia curata, che sia custodita con amore da noi, con la stessa premura del padrone della vigna.

Primo concetto la cura della comunità ... come io me ne prendo cura?

Con le chiacchiere, con la critica con il giudizio ... con l'indifferenza e l'astensione, questo è ciò che fanno i vignaioli omicidi ... spesso ogni siamo proprio così, invidiosi gli uni degli altri e in questo modo uccidiamo la vigna del Signore.

La cura deve essere quella pazienza buona che costruisce, accoglie, consola e anche soffrendo la fatica genera relazioni buone e sane, aperte al confronto e alla presenza di Dio, e a come lui si mostra dentro la nostra comunità. Abbiamo letto  cosa dice Paolo agli Efesini .. quello è l'atteggiamento da imitare per esprimere la cura della vigna che c'è la chiesa, che è la nostra Parrocchia.

Secondo concetto raccogliere il frutto ...

Per molto tempo ho pensato che il frutto fosse il grappolo buono: le nostre opere, il nostro agire ... ma ora sono convinto che il vero frutto della vite è il vino ... che è la bevanda di salvezza, un frutto di vita per l'eternità...

Ecco che mi chiedo la nostra umanità, il nostro esserci è frutto di vita, noi siamo solo operai della vigna e anche frutti che pigiati danno il vino della vita ... se noi siamo unito a Cristo non possiamo non essere frutto di vita ... per il mondo, per la Chiesa è fra di noi.

Ma ci pensate, ciascuno può essere frutto vivo per la moglie, per i figli, per gli amici, per il proprio parroco, al lavoro, a scuola, al bar ... il nostro esistere uniti Gesù è Frutto.
Dio, in questa vigna, in questa nostra comunità ci offre una casa di cui prenderci cura, e dove possiamo essere veramente noi stessi e trovare una vera intimità con lui, perché la nostra vita sia feconda e porti frutto e possiamo provare l’estasi della vera gioia, il vino buono dell’eternità.

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