domenica 29 ottobre 2023

Un amare impossibile

Es 22,20-26; Sal 17; 1Ts 1,5c-10;Mt 22,34-40

Gli ultimi avvenimenti in Israele si aggiungono alle tante situazioni nel mondo, dove prevalgono le spirali di odio, violenza e crudeltà che sembrano inarrestabili. Venerdì abbiamo pregato, ci siamo inginocchiati davanti a Dio per chiedere pace. Siamo tutti scossi per quello che sta accadendo in Israele e nei Territori palestinesi; ciascuno di noi si sente partecipe e nello stesso tempo ci sentiamo impotenti e attoniti. Che cosa ha a che fare questo dramma con noi?
E cosa occorre fare per poter stare davanti a tutto questo?
Che cosa dice alla mia vita, al mio presente, al mio destino?
Una domanda la farei: Maestro che cosa devo fare?
Se non è chiaro che il primato dell'amore serve a renderci umani, forse le parole del Signore quando parla dei nemici, toglie ogni dubbio su quale atteggiamento e modalità relazionale deve avere ogni suo discepolo: “A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. (…) Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. (…) Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell'Altissimo (…)”».
Parole incredibili e assurde come il primato dell'amore. Sembrano le parole di un pazzo. Chi può amare il proprio nemico? Come si può amare chi ha ucciso tuo figlio, violato tua madre, rapito il tuo amico? Chi ti ha sorpreso nel tuo riposo, quando meno ti aspetti una violenza.

È umanamente impossibile, e il fallimento dei tentativi per una soluzione diplomatica lo dimostra. Eppure, queste sono le uniche parole diverse, vere. Le uniche parole che sono intrise di speranza, per una pace impossibile.
Le uniche parole che sono piene di amore incondizionato e non di odio. Le uniche parole che promettono una ricompensa e non una vendetta. In realtà, sono le uniche parole ragionevoli di fronte all’irrazionalità del comportamento bestiale degli uomini.
Maestro, qual è il comandamento grande?
Domanda seria, alla quale Gesù risponde ma, come al suo solito, al di fuori dagli schemi, proponendo una parola che tra le Dieci Parole (nella legge) non c’è. Comincia con un verbo al futuro, una prospettiva da scegliere e costruire: come se volesse dirci: senza amore non c’è futuro, senza amore ci distruggeremo. È tutto qui il Vangelo. Cosa serve amare? Serve a guarire la vita e le sue ferite.
Sapere quale sia il più importante comandamento significa aver capito quale amare è l'unica strada verso una vita buona, verso una vita bella. Non si tratta tanto di assolvere un dovere, un precetto o di avere dei comportamenti corretti, ma di saper scegliere la strada della vita. Dobbiamo crederci che per vivere bene, per avere una vita bella occorre saper amare.
Non amare è solo un lento morire. Chi non ama muore lentamente; chi non freme non ama; chi non sente in se stesso la vita dell'altro, non ha ancora fatto realmente esperienza di amare. In queste poche righe di Matteo, ci viene chiaramente detto che Gesù inventa una legge che prima non c'è. Gesù ci ricorda ciò di cui siamo fatti e da cui veniamo. Veniamo generati dall'amore di Dio e siamo fatti per amarci ... quando lo dimentichiamo, è il male, il peccato che prevale in noi, sono le logiche razionali perverse che non lasciano scampo, ma che hanno solo il sapore della morte.
Ecco allora quanto è importante amerai Dio con tutto il cuore ... con tutta l'anima e con tutte le forze ... e il prossimo come te stesso, l'inganno è proprio questo: pensare di poter amare Dio senza amare i fratelli ... diversamente saremo tutti umanamente degli sconfitti.

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