domenica 28 gennaio 2024

Il male, un agnello e un santo

Dt 18,15-20 Sal 94 1Cor 7,32-35 Mc 1,21-28

Nel Vangelo di Marco, il primo “miracolo”, un esorcismo, avviene di sabato e in sinagoga… potremmo dire: ... di domenica, in parrocchia!
Eh già!!! Sorpresi? Sconvolti? Scandalizzati?
Sorpresi dal male, non ci aspettiamo che il male, il maligno sia così vicino a noi. Eppure di riflesso, il male che percepiamo in questo nostro mondo, guerra, distruzione odio, fame, abbandono, violenza, incuria della creazione ecc ... tutto questo male non ci è estraneo. La conseguenza principale di questo male è il peccato di indifferenza. È la nostra scelta di non agire e di non reagire. Restando nella illusoria situazione che quel male non mi tocchi. 
Ma il male non è semplicemente assenza di bene; noi cristiani sappiamo che il male è conseguenza del nostro peccato, delle nostre scelte di peccato. Quando il nostro agire è legato o condizionato dalla condizione di peccato, inevitabilmente noi generiamo il male. Male a partire da noi stessi, relazioni tossiche; male nel nostro agire senza pietà  e carità che sfocia nell'arida indifferenza; male nel nostro pensare e amare, per cui il mio fratello non è più un fratello ma è colui di cui posso disporre a mio piacimento. E questo capita anche nella Chiesa e nelle comunità parrocchiali.
Sconvolti dal male: poi succede quello che succede oggi, lo sterminio, la guerra, la violenza e le intolleranze. Il male sconvolge i nostri pensieri, al punto di distorcere la verità e la realtà stessa. Al punto di arrivare ad accettare che ci sia un male minore e accettabile, rispetto a un male peggiore. Veniamo sconvolti dal male non sentimentalmente, ma nel nostro riconoscerlo come tale, viene sconvolta la capacità di reagire male con la virtù umana e cristiana della "fortezza”, cioè con il fare il bene.
Scandalizzati dal male: cioè inciampiamo sul nostro male ma non lo riconosciamo come tale per cui siamo solo capaci di un sussulto sordo, che tacita la coscienza ma che non ci libera dal male.

Oggi la Parola ascoltata ci fa incontrare Gesù di fronte al nostro problema originale: il peccato, e con il peccato il male che lo esprime e rivela. Questo esorcismo è il primo miracolo, ovvero atto pubblico di Gesú e della sua "potenza" cioè del suo essere figlio di Dio.
Nel libro della Genesi scopriamo il male come effetto del peccato e si manifesta come vergogna ... l'essere nudi. Poi immediatamente si trasforma in paura di Dio, da cui l’uomo stesso si nasconde e a seguire si infrange anche la fiducia nell’altro, nel fratello.
Il nuovo testamento prosegue nella stessa direzione, per cui gli uomini nel loro agire libero, hanno peccato, e in forza del peccato il male è entrato nel mondo. Dio non è la causa del male morale, però, rispettando la libertà della sua creatura, lo permette e, misteriosamente, sa trarne il bene.
Nel vangelo di oggi il male è descritto come un rumore interno di un uomo, una disarmonia che porta alla disperazione. Quando Gesù agisce, l'uomo abitato dallo spirito impuro si contorce ed emette un grido molto forte. La sua Parola rivela il male in noi, lo fa venire alla luce, per questo a volte ne abbiamo quasi paura. Ma come guarire altrimenti dal male?
Nella nostra società, noi stessi creiamo "spazi cattivi" di compromesso in cui la vita cobita e convive con il male. Questo compromesso blocca il meglio di noi stessi e ci rende incapaci di incontrare il Padre.
Noi però dimentichiamo che abbiamo ricevuto una unzione,che siamo stati liberati dal male, e che abbiamo scelto di lottare per il bene. Nel Battesimo siamo stati uniti con l'olio della forza e della virtù del bene ... l'unzione catecumenale non è un rito vuoto, ma dice la nostra scelta di bene da opporre a ogni suggestione del male. Siamo chiamati a lottare per il bene e a convertire la vita al bene. Siamo, dobbiamo essere segno virtuoso del bene che Cristo porta con sé venendo nel nostro mondo.
La conversione è quindi anche il frutto della liberazione dal male che è in noi; questo è possibile, per tutti, e che proprio questa è la buona notizia che Gesù è venuto ad annunciare.
Gesù, entrando nella sinagoga di Cafarnao, trova un uomo posseduto da uno spirito impuro, il quale, alla vista di Gesù, esce allo scoperto e inizia a gridare.
Ecco, costringiamo il male allo scoperto, smascheriamolo e ripiantiamo nella libertà la scelta del bene, questo a partire da noi, a partire dalla riconciliazione, a partire dalla confessione del nostro peccato.
Gesù è l'agnello che toglie il peccato, ma per togliere il peccato deve entrare in relazione con noi, una relazione forte, libera e intima.
Allora capiamo cosa c'è in gioco, qual è la battaglia che Gesù deve affrontare: la battaglia è quella per riportare l’uomo a Dio, perché il Regno si è fatto vicino, La battaglia di Gesù è quella per restituirci la libertà, perché nessun male ha il diritto di tenerci prigionieri, di possedere la nostra vita. Altrimenti questo nostro mondo sarà sempre più schiavo, ovvero posseduto, dal male.







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