domenica 14 gennaio 2024

Gesù non è un influencer

1Sam 3,3-10.19   Sal 39   1Cor 6,13-15.17-20   Gv 1,35-42

Credo che oggi, soprattutto per chi ha meno di 40 anni, occorre fare un attimo chiarezza.
Leggendo i vangeli si potrebbe arrivare a pensare che Gesù è un personaggio famoso o con la fama in crescita?
Oggi si direbbe che Gesù  è un influencer, cioè un personaggio di successo, popolare (nei social network) e in generale molto seguito dal pubblico e dai media, che era in grado di influire sui comportamenti e sulle scelte di una parte consistente di un popolo.
Oggi dovremmo dire che per noi qui, non è più così!
Oggi Gesù non è per nulla popolare; per molti bambini della fascia 6-12 anni ogni idea di Gesù è completamente staccata dal contesto vitale, sociale, educativo e culturale. Per molti di questi piccoli, Gesù è "nessuno", è uno sconosciuto, è irrilevante, a lui non si fa più riferimento. Questo significa che anche le famiglie di questi piccoli hanno con Gesù un rapporto non significativo.
Gesú non è prioritario e, neppure centro dell'esperienza di fede ... visto che la fede, come cammino ed esperienza umana e spirituale non esiste più ... la fede è spesso qualcosa di vago e indefinito.
Gesù non è cercato ...
Se è vero che il 16% degli studenti in italia rifiuta l'insegnamento della religione cattolica, e in Emilia Romagna questa percentuale sale al 45% ... forse qualche domanda dobbiamo farcela.
È Gesù riferimento di ciò che cerchiamo nella vita? É tra ciò che cerchiamo?
Ma quando lo cerchiamo?
Lo cerchiamo quando ci lasciamo interrogare da una relazione che parte da Lui. 
Se la domanda su di lui non ci provoca più, se non ha più fascino, allora non siamo discepoli di nessuno ... 
Essere discepoli significa lasciarsi condurre dalla domanda essenziale della propria vita, è tornare continuamente lì dove è Gesú. Cioè: dove dimori?
Che non significa chiedere semplicemente dove abita, ma piuttosto esprimere il proprio desiderio di conoscerlo in profondità, di entrare nel mistero della sua vita, n confidenza con Lui.
Cioè fare in modo che, piano piano, il Signore divenga casa e luogo dove rimanere insieme.  
Ed ecco che da questo cercare viene la trasformazione, il cambiamento: incontrare il Signore, genera un cambiamento della vita, 
Nel momento in cui i discepoli si lasciano coinvolgere dalle domande che hanno dentro e dalle domande di Gesù, allora Gesù diventa interessante.
Per cui noi quali domande abbiamo? Abbiamo domande di senso? Abbiamo delle domande?
C'è in noi quella inquietudine circa il mistero, circa la vita, circa la morte, circa l'eternità? Riconosciamo in noi un desiderio di essere intimi con Dio, da cui ci siamo in un qualche modo allontanati.
Alle parole del Battista: "ecco l'agnello di Dio", così come viene indicato ad Andrea e Filippo, scatta in loro il desiderio di conoscere quel maestro, di frequentare la casa dove abita, di condividere la gioia di un incontro personale e quotidiano (erano le 4 del pomeriggio); nasce in loro il desiderio di stare con quell'uomo. E tutto questo diviene una esperienza da condividere, e a cui cui condurre i fratelli.
Ed è in questo modo che Gesù fa nascere la Chiesa, non certo per "influencer" ... ma per attrazione, cioè nella condivisione di una esperienza. Questo è vero anche oggi nella fragilità e transizione che viviamo.
La Comunità di fede, nasce lì dove ci sono esperienze che cambiano la vita per sempre!
Erano le quattro del pomeriggio, quell'ora non l’hanno mai dimenticata, perché l'incontro con quell'uomo ha cambiato la loro vite per sempre, e da quella prima volta rimasero con Lui. 

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