domenica 11 febbraio 2024

Il dovere della libertà

Lv 13,1-2.45-46 Sal 31 1Cor 10,31-11,1 Mc 1,40-45

Concludiamo questo periodo del Tempo Ordinario con questo brano di Vangelo, prima di immergerci a partire da mercoledì nel Tempo Forte della Quaresima.
Un brano particolare che ci conduce a contatto con un lebbroso.
L'immagine è già ricca di senso e di drammatica fragilità umana: un uomo malato, fragile, sofferente, solo ... additato da tutti come colui che è colpito dalla malattia perché ha peccato. È un uomo impuro separato da Dio; 
lontano da tutti; il suo male è segno del suo peccato che lo conduce progressivamente alla morte. Il suo corpo, la sua vita sono segno di corruzione e di disfacimento ... non c'è speranza. L’uomo, malato di lebbra, era un uomo escluso dal culto, dalle relazioni, dalla vita del popolo di Israele. Della Legge doveva osservare solo le norme che decretavano la sua esclusione.
La guarigione di cui Gesù è originale forza risanante è un nuovo inizio, in realtà è la conversione, cioè, realizza e permettere nella propria carne la vita nuova che opera la salvezza.

Gesù lo sana, lo rende idoneo per rientrare di nuovo nella vita del popolo, il lebbroso guarito può rientrare in una vita adulta e responsabile. È di nuovo un uomo libero di vivere ... gli è data la possibilità di vivere!

C'è un dialogo breve e fondamentale tra il lebbroso e Gesù: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!»

Ma in questa risposta di Gesù non c'è solo il suo desiderio di guarire il lebbroso, ma anche tutte le conseguenze che la guarigione porta con sé, cioè la responsabilità di una vita nuova, libera dal male e capace di sperimentare amore e compassione ... perché frutto sperimentato di una compassione gratuita del Signore. Ogni salvato, ogni liberato dal male porta con sé la salvezza che è innanzitutto una responsabilità esigente, che impegna la vita a fare di ogni possibilità un dovere. Da guarito, purificato e salvato, puoi fare il meglio di te stesso!

Questo passaggio è forse il più difficile, perchè corrisponde alla guarigione del cuore, la nascita di una coscienza “purificata”, capace di obbedire alla Legge dell’amore, è un processo lungo e a volte doloroso, non esente da cadute e da errori.

Il nostro mondo, la mostra vita. la nostra realtà porta in sé la lebbra del male, l'esclusione, la guerra, lo scarto dei fratelli, la negazione dei diritti, l'inganno delle relazioni e tanto altro ...

Di fronte a tanta fragilità, non possiamo non sentirci sconvolgere le viscere, come a Gesù di fronte al lebbroso. Gesù si commuove, sente compassione e lo tocca. Tocca l’intoccabile, toccando ama, amando lo guarisce. Dio guarisce con una carezza.

Prendere il vangelo sul serio ha dentro una potenza che cambia il mondo. E tutti quelli che l’hanno preso sul serio e hanno toccato i lebbrosi di questo mondo, amando e toccando, immergendosi nella realtà sono stati artefici di salvezza. Gesù guarisce il lebbroso perché gli vuole bene. La lebbra del mondo, il male che c'è nel mondo sarà pienamente redento solo dall'amore che avremo gli uni per gli altri. Oggi di quanto amore c'è bisogno?

Di fronte al male che ovunque si manifesta ... solo l'amore garantisce la salvezza!

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