domenica 4 febbraio 2024

TOCCARE E PREGARE

Gb 7,1-4.6-7   Sal 146   1Cor 9,16-19.22-23   Mc 1,29-39


Oggi siamo messi di fronte alla quotidianità della vita di Gesù. Sembra che l'evangelista Marco voglia darci una idea di estrema prossimità di Dio alla nostra vita; Dio è nella nostra quotidianità... ed è in questa prossimità che Dio va accolto e riconosciuto.

Gesù è il modo di questa prossimità.

Una presenza - quella di Dio - che anima la nostra quotidianità - non solo quella narrata nel vangelo – ma perché è il laboratorio del Regno, dove il mondo di Dio si misura con il mondo del dolore, della fragilità, della possibilità e della fede?

Il vangelo disegna tre situazioni:

- la strada; Gesù è a Cafarnao ed incontra gente nella città dell'uomo;

- la casa - di Simone ... o della suocera - gli spazi della intimità, della famiglia, delle relazioni strette;

- la folla è la gente che sta attorno in attesa ... la messe è tanta ...

Con una frase possiamo dire che tutto ciò che occupa il cuore dell’uomo, la sua vita di tutti i giorni, entra nel rapporto con Dio.

Ciò che caratterizza l'atteggiamento di Gesù è farsi vicino, alla gente per la strada, alla suocera nella casa, ai malati sulla porta alla sera. Farsi accanto, farsi vicino è il modo in cui Dio sceglie di entrare in relazione con noi, d'altronde questo è il frutto immediato della incarnazione... dire che il verbo si fa carne significa che la Parola di Dio diviene parte delle nostre parole e della nostra vita.

Che cosa succede se mi lascio interrogare da queste Parole?
Incontrare; toccare; annunciare:

1) Gesù vuole incontrare, non evita e non esclude. Questo ci educa alla necessità di lasciarci coinvolgere, ci invita a farci vicini, a farci accanto.

2) Gesù nel toccare condivide la sua vita, esprime il suo desiderio di guarire, e vuole che chi è toccato senta in sé che è guarito del tutto.

Essere toccati, toccare ... non è sufficiente, molti si accalcano … ma pochi sono toccati.

Tante volte “frequentiamo” il Signore, senza però realmente toccarlo, o lasciarci toccare da lui.

Tutto questo è molto bello e coinvolgente perché ci rivela, ci fa conoscere ed entrare nel suo cuore, nei suoi sentimenti, nella sua volontà, perché suggerisce come noi dobbiamo maturare e alimentare i nostri sentimenti, la volontà e il nostro cuore.

In tutto questo, Gesù ci dimostra cosa significa che il regno il regno si è fatto vicino.

Essere vicini ha un profondo valore teologico.

Ecco perché è estremamente importante essere vicini alle situazioni di fragilità e di sofferenza dei nostri fratelli ... dimostriamo così concretamente che il regno di Dio è vicino ... proprio in quel "si avvicinò e la prese per mano": mano nella mano.

Ma accanto a questa immagine di vicinanza, Marco ci rivela qualcosa che solo pochi hanno visto: Gesù che pregava. Gesù si prendeva cura della sua vita spirituale ... prima dell'alba se ne va nel deserto da solo per stare con il Padre.

È una provocazione fortissima per tutti noi. Ci interpella sulla nostra vita spirituale.

Ci interpella sul nostro cercare momenti di solitudine e di intimità con Dio. Noi soli, noi io e lui ...

Questo ci provoca una domanda sulla qualità della nostra vita spirituale ... se l'abbiamo una vita spirituale ...
Poi sul modo in cui ce ne prendiamo cura ...

Su come la alimentiamo...

Educarsi alla spiritualità significa dare del nostro tempo a Dio ... non riempiendolo di parole ma dando tempo perché Dio sia presente.

Trovare Dio, cercare Gesù ... non sono espressioni illusorie. Se vogliamo trovare Dio, allora, dobbiamo imparare a cercarlo in quell’“altrove” che è la nostra fragilità, perché è lì che Lui viene a cercarci, ovvero nella solidarietà che nasce tra le persone quando tutte prendono contatto con la povertà, con la fragilità che le abita.
La nostra relazione con Dio ha questa enorme possibilità, quella di essere una relazione familiare, in cui possiamo parlargli e possiamo portargli tutto ciò che abbiamo a cuore.

E se è vero che Lui sempre ascolta, tanto più ascolta quando non gli portiamo solo il nostro dolore, ma anche quello di chi abbiamo a cuore.



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