domenica 14 aprile 2024

Professiamo la vita

At 3,13-15.17-19; Sal 4; 1 Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48

Tornato da Israele, è bello leggere questo Vangelo con lo sguardo e il cuore ancora in quei luoghi che anche oggi sono eco della vita di Gesú, ma soprattutto della sua morte in croce e della risurrezione.
Racconti, meglio direi testimonianze oculari di incontro con colui che era morto sulla croce e che risorto dalla morte è stato riconosciuto e incontrato come vivo, come il vivente.
In quell'esperienza di limite dei discepli, quella di paura e tradimento ... perché questo è ciò che provarono i discepoli in quei giorni dopo quei fatti ... accade qualcosa che rimette tutto in gioco. La vita di quelle persone cambia, inizia un vero processo di conversione, di remissione dei peccati, e proprio lì a Gerusalemme, dove il male, la paura e la morte avevano espresso il massimo della loro efficacia.
Oggi la realtà non è molto diversa per i credenti, per quei cristiani palestinesi che sono discendenti di quella comunità delle origini: la guerra, la paura, l'odio, l'ostilità, la vendetta che caratterizza anche il nostro tempo, è proprio il spazio in cui egli vivo vuole interagire con noi e con la realtà. Non vuole essere un semplice ricordare, una immagime - seppur belle - non vuole essere uno spirito celeste, un fantasma ...
Ebbene, gli evangelisti ... tutti ... secondo il loro modo personale, sono concordi nell'affermare e attestare che lui, il Sgnore non solo è risorto, ma in un qualche modo è vivo, è vivo concertamente e realmente. I verbi vedere, toccare sono i verbi della risurrezione ... e vogliono descrivere una esperienza reale e non fittizia.


Il Risorto tessere la sua vita con la nostra e imprimeregli il sigillo dell'eternità.

È questa la mostra fede, quanto prifessiamo ogni domenica recitando il Credo; la risurrezione appartiene alla nostra natura umana, e siamo realmente destinati a una vita che non ha fine. Il brano di oggi, sottolinea tre aspetti propri della sisurrezione:


Il primo aspetto è l'insistenza circa la sua concretezza: non è un fantasma, mangia e beve quello che gli si offre. Gesù alla sua Chiesa promette la sua presenza fedele, dentro la storia: una storia che non sarà meno drammatica della sua, ma che potrà contare su di Lui e sui suoi doni sempre, perché lui c'è ed è vivo.

Il secondo aspetto sta in queste parole: “… aprì loro la mente per comprendere le scritture”. La risurrezione ci aprei l mente, il cuore, la vita. Gesù si ferma con loro e riflette sulla storia della salvezza, così come è narrata dalle Scritture. Gesu apre: il cielo si apre, il centurione si apre alla fede, i sepolcri si aprono. Gesù risorto continua ad aprire: cioè fa vedere ciò che veramente è la vita, ovvero una continua Pasqua.

Il terzo aspetto è che la Chiesa è chiamata a partire; partire da Gerusalemme per annunciare la conversione e il perdono. Partire per essere in tutto il mondo ... occasione di cambiamento della vuta (conversione) e perdono (misericordia).

Nessun commento:

Posta un commento