domenica 20 agosto 2023

Una donna pagana piena di fede

Is 56,1.6-7; Sal 66; Rm 11,13-15.29-32; Mt 15,21-28

Al tempo di Gesù, la vita di una donna in Israele non era facile. Il mattino di ogni giorno l’ebreo osservante recitava - e recita tuttora -, questo ringraziamento: «Benedetto il Signore che non mi ha creato né pagano, né donna, né schiavo». I testi sapienziali dichiarano che mentre la donna vergine è desiderata per le nozze, quella sposata è "vite feconda nell’intimo della propria dimora" e la sua piú alta vocazione è essere la padrona della casa. Dunque la donna è una presenza nascosta, afona nella società, la sua vita è dedicata alla famiglia, e viene amata finché resta al «suo» posto: il posto stabilito dagli uomini.
Anche se poi alcune donne avevano una loro importanza e dignità, è su un tale sfondo religioso e culturale che si confronta il pensiero di Gesù. Egli porta anche qui la novità rivoluzionaria del Vangelo. Attraverso i vangeli e gli incontri con le donne, Gesù ridisegna completamente il loro ruolo nella società e nel progetto di Dio. Ecco cosí che fra le altre donne incontra la donna malata di emorragia che ha il coraggio di toccarlo nonostante sappia di essere «impura»; le sorelle Marta e Maria; la donna sorpresa in adulterio, e Maria di Magdala; come anche la donna del vangelo di oggi la donna straniera, greca e per di piú di origini siro-fenici, quindi pagana.
Una cosa è evidente, Gesù non teme e non rifiuta l'incontro con il genere femminile, anzi, il modo con cui le guarda, scegliendo di averle accanto ci può dire moltissimo sul suo insegnamento ma anche sulla nostra vita quotidiana di uomini e di donne e di come stare gli uni di fronte alle altre.
Oggi più che mai, dopo questa fase di crisi e cambiamento occorre che la Chiesa, torni senza paura a ispirarsi alle parole e al comportamento di Gesù verso le donne, assumendone i pensieri, i sentimenti, gli atteggiamenti umanissimi e, nello stesso tempo, decisivi anche per la forma della comunità cristiana e dei rapporti interni ad essa tra uomini e donne.
Gesù sente proprio di essere lì per quella donna pagana. Sembra che per un momento Gesù volesse escluderla, rifugiandosi nella rigida ortodossia della legge, ma immediatamente di fronte a un amore gratuito che diviene supplica e preghiera, anche Gesù si apre alla possibilità di incontrare il Padre, il regno, attraverso la vita e la supplica di quella donna. In quel momento preciso tra Gesù e la donna pagana si genera la fede grazie a un amore gratuito che quella donna gli manifesta,, un amore a cui basta una briciola della Sua presenza, delle sue parole.
Ecco che l’amore per questa figlia di Dio e di questa donna, non conosce le regole delle istituzioni: è un amore che grida, insiste, suscita compassione e agisce negli altri, si avvicina, si prostra, chiede aiuto ed infine crede che tutto l’amore stia in una briciola di Pane.
Gesù viene toccato nel suo essere uomo dall'umiltà così grande, di quella donna, che gli sconvolge il cuore di Gesù. Da quell'incontro non solo è guarita la figlioletta, ma quella donna continua il suo cammino di fede con una consapevolezza nuova. Ma ancor piú straordinario è che Gesù impara da quella donna, dalla sua umanità a plasmare la sua religiosità.

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