venerdì 2 dicembre 2022

Avvenga in noi secondo la nostra fede

Isaia 29,17-24 e Matteo 9,27-31

Il più della volte, noi non vediamo, siamo ciechi rispetto alla vita, soprattutto perché non riconosciamo il Signore nel nostro quotidiano. Ma che cosa determina il cambiamento radicale di questa cecità? Di questo non vedere?
Gesù, toccando, compie il miracolo di donarci la certezza della sua presenza nella nostra vita. Ma cosa significa che Gesù ci tocca gli occhi e ci fa vedere?
Tutto parte da noi, dal mettere in gioco la nostra fede in lui. La nostra fede non è un imparaticcio di nozioni teologiche e filosofiche, ma è un grido, è una preghiera rivolta al Signore: è chiedere pietà; è desiderare la presenza di Dio nonostante ogni fragilita. Gesù non può che accogliere questa preghiera così piena di fede. La fede grida il desiderio di amare ed essere amati; attende concretezza; la fede ha bisogno di dita, di mani, di sguardi, di luoghi e tempi. La fede ha bisogno di concretezza. Avvenga in noi la concreteza della fede (siamo toccati da Gesú) a partire dal grido della nostra preghiera.

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