domenica 11 dicembre 2022

Ti attendo, non ti attendo ... Indifferente!

Is 35,1-6.8.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11

Gesù è venuto nella storia più di duemila anni fa e tornerà nella gloria nella pienezza del tempo.
Ma per noi oggi, cosa significa attenderlo; cosa significa prepararci al Natale. Certamente non significa preparare la sua nascita, ma significa lasciarci illuminare, e farci riempire di lui. Significa dare al nostro tempo l'impronta della sua presenza, della sua venuta, non di altri ...
In questa terza domenica di avvento siamo provocati nel nostro cammino di fede da una domanda: Siamo prossimi ad accogliere Gesù? Riusciremo a vivere e organizzare la grande festa in questo Natale 2022?
Sarebbe importante che ciascuno di noi riuscisse a vivere questa giornata progettando la grande festa del Natale, affinché la gioia sia vera e soprattutto di tutti.
Proviamo a capire come si può fare per organizzare una grande festa di Natale.
1) Occorre avere chiaro chi è il destinatario, protagonista della festa. Il vangelo con le domande di Giovanni, che attraverso i suoi discepoli arrivano fino a Gesù, non deve mettere  nessuno in difficoltà.
Questa grande festa, ci accorgiamo che fa i conti con un dubitare esistenziale di cui facciamo esperienza nella nostra umanità; anche se questo dubitare è pure occasione per provocare la nostra fede. Il Dubbio è lo strumento di Dio per fare breccia nella nostra sicurezza razionale, e dell'autosufficienza umana ed esistenziale.
Quante volte anche ciascuno di noi ha dubitato ...
Diciamolo seriamente, quante volte abbiamo pensato: ma sarà poi vera questa storia?
Quel bambino, quei segni, miracoli e parole ... Sarà poi tutto vero quello che il Vangelo racconta? Ma sarà poi realmente risorto?
Mi conforta constatare che, in questo dubitare, sono comunque in una buona compagnia. Lo stesso Giovanni Battista, se da una parte era rassicurante per la sua forza, per le sue parole coinvolgenti, dall'altra, ora rivela tutta la sua umana fragilità, Il suo dubbio ... "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?"
Ma oggi, tutto è cambiato, al punto che anche il dubbio è in difficoltà!
Magari il dubbio esistenziale fosse causa dei nostri ragionamenti e ripensamenti; oggi il dubbio si blocca, e non riesce a penetrare la cortina dell'indifferenza che tutti avvolge.
Attenzione, l'indifferenza è il peggiore dei mali e di ogni situazione e scelta di vita.
L'indifferenza anestetizza e svuota l'interesse, che è l'unico movimento dei sentimenti umani capace di generare il desiderio di conoscere e conoscersi.
Come reagire all'indifferenza che sostiene il nostro perbenismo cristiano, ma non scalda e non ravviva il nostro essere Chiesa? Il nostro essere comunità parrocchiale, famiglia accogliente, famiglia di tutti e per tutti.
2) Per questa grande festa occorre superare le solite convenzioni e consuetudini. Credo che la festa vada ripensata e non dobbiamo scandalizzarci di ciò che Gesú ci propone di fare nel tempo di mezzo della sua venuta.
Ma la grandezza della festa deve corrisponde al cambiamento interiore ed esteriore di noi stessi. Un cambiamento interiore capace di dire la conversione della vita spirituale; il cambiamento esteriore deve invece comunicare la tensione missionaria, la carità e l'accoglienza.
Caro Gesù, occorre guardarti. Ed ecco che Giovanni, per fare questo manda i suoi discepoli a verificare direttamente che senso hanno le tue parole, che senso ha la tua rivelazione. Gesù ci dice che occorre guardare ciò che lui è, guardare ciò che lui fa; solo questo permette di riconoscerlo come Messia, come colui che deve venire e che viene costantemente per noi.
Come posso contrastare la mia indifferenza di oggi?
Il Vangelo mi provoca oggi con questa insolita beatitudine: Beato colui che non trova in te motivo di scandalo. Posso vincere la mia indifferenza solo ascoltando le tue parole, quelle che mi scaldano il cuore e muovono di stupore.
Vincere l'indifferenza con la gioia che passa dal desiderare di essere nel Regno di Dio di cui parli. Un regno dove i più piccoli sono più grandi di tutti, anche di Giovanni, il tuo Giovanni.
Aiutami Signore! Parlami ancora di questo Regno.
Aiutami Signore a legare questa fragile realtà dubbiosa con la concretezza reale e corporea di chi vive accanto a me, rivelati con il tuo amore, che si fa sempre carità concreta e visibile.

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