giovedì 27 luglio 2023

Epifania

Esodo 19,1-2.9-11.16-20 e Matteo13,10-17

A volte i brani di Esodo sembrano uscire - per noi moderni - da un racconto fantasy, ed è rispetto alla narrazione che va in crisi il nostro approccio razionale col mistero. 
Può Dio rivelare sé stesso mediante quella esperienza narrata? Quelle immagini descritte che cosa rappresentano nella memoria di un popolo? È possibile incontrare la presenza reale di Dio, ascoltare la sua parola, e offrire inni di lode insieme alla purificazione della nostra fragilità umana?
Questo racconto ci riporta all'esperienza nomade del popolo di Israele; ci riconduce all'origine del tentativo di toccare il mistero e di riuscire a esserne parte. Il monte, il tremore, i suoni, il fumo, il fuoco, la sua stessa voce, tutto ciò riporta ai racconti di teofania, presenti nelle mitologie di molti altri popoli, ma non per questo rappresenta una impossibile connessione tra mistero e realtà umana. Questa immagine, non è una spiegazione teologica e neppure una cronaca di un avvenimento ma una provocazione per la nostra libertà e intelligenza.

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