domenica 2 luglio 2023

Non son degno di te?

2 Re 4,8-11.14-16a; Sal 88; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42

Molto spesso ci capita di dire: "all'inizio il Signore l'ho avvertito adesso non sento più niente, eppure mi impegno". È questo un momento delicato della vita spirituale, e normalmente uno a questo punto del cammino si scoraggia e dice: Tanto è inutile, non sento niente, non funziona niente. Invece, questo è un momento molto importante, perché in questa desolazione il Signore ci purifica, e ci permette di chiarire il nostro modo di stare con lui, con sincerità. È in questa desolazione che il Signore ci dice come essere degni di lui: "Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me".
Ogni volta che esprimo il mio essere cristiano, faccio il segno della croce; quando entro in una Chiesa ciò che per prima cosa attrae il mio sguardo è la croce; quando sarò morto sulla mia tomba sarà posta una croce.
Il nostro essere di Cristo e la croce sono intimamente connessi. Ecco che prendere la sua croce e seguirlo è un'espressione di Gesù che non lascia molte vie di uscita. Va capita bene ... È una delle frasi, più citate e più fraintese del Vangelo.
L'abbiamo interpretata come esortazione alla rassegnazione; alla sofferenza accettata con pazienza; all'occorrenza sono le inevitabili croci della vita. Ma Gesù dice qualcosa di diverso, dice “prendi”.
Al discepolo è chiesto di prendere attivamente, non passivamente la croce. Che cos'è allora la croce?
È la sintesi dell'intera vita di Gesù. Ma tu prendi la tua croce, si perché  la croce è del maestro ma anche di ogni discepolo. Prendere la tua croce significa "Prendere su di noi una vita che assomigli alla sua”.
La vocazione di ogni discepolo di Gesù non è subire il martirio in croce, ma fare nostra una vita a imitazione del maestro.
Che cosa ha rappresentato la croce per Gesù se non il segno di un amore sempre più maturo e vero per Dio Padre e per i fratelli, i suoi amici ...
Sostituiamo alla parola croce la parola amore. Ed ecco: se qualcuno vuole venire con me, prenda su di sé l'amore, tutto l'amore di cui è capace, e mi segua.
Ed ecco che prendendo la croce, che è l'amore, ti ritroverai amato da Gesù e capace di amare come Gesù; ti troverai salvato e ti troverai capace di salvare insieme a Gesù i tuoi fratelli. La croce allora sarà ... anche se è pesante ... una gioia, strana ma vera, perché amare porta in sé una gioia vera.
Quindi il discepolo è colui che, innanzitutto, ama Dio. È bello questo imparare ad amare il Signore, perché uno davvero diventa, un poco alla volta, ciò che ama. 
Quindi, se qualcuno vuole venire dietro a me... superi ogni logica razionale, ogni gratificazione e ritorno per sé stesso, esca dal suo io, sconfini oltre il tu.
L'esito finale sarà “trovare la stessa vita” che il maestro ha donato amando, la stessa vita che Gesù ha donato in croce.

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