Fil 3,17-4,1 e Lc 16,1-8
Situazione difficile per quell’uomo ricco che vede sperperati i suoi averi dall'amministratore più fidato. La parabola conclude con una morale disorientante sui figli della luce. Ma chi sono? E chi sono i figli di questo mondo? Non vorrei cadere in una differenza puramente morale, per cui i primi sono i buoni e i secondi i secondi sono i cattivi. Intanto entrambi sono figli e forse dividere il mondo in bianco e nero, buoni e cattivi, non è nella logica di Gesù è quindi della parabola. Il criterio di giudizio non può essere divisivo, ma è l'amore. In quest’ottica l’amministratore disonesto fa esattamente quello che avrebbe fatto il padrone: dona, ama, perdona e condona. L'elogio è per tutti i figli che quasi spudoratamente sono capaci di fare il bene per tutti coloro che hanno accanto.
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