domenica 22 gennaio 2023

Dall'ascolto ... alla vita

Is 8,23b-9,3; Sal 26; 1 Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23

Questa domenica, la Chiesa celebra la “Domenica della Parola”, istituita da papa Francesco il 30 settembre 2019 – memoria liturgica di san Girolamo, colui che, su invito di papa Damaso, tradusse la Bibbia in Latino.

Ma qual’è il motivo di questa giornata?

"Far crescere in tutti noi la familiarità con le Sacre Scritture (...)".

L'importanza e l'urgenza di stabilire un rapporto costante con la Scrittura nasce dalla consapevolezza che "la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo" (Rm 10.17); ovvero, la fede in Gesù, morto e risorto, è un dono che raggiunge chi è disponibile ad ascoltare l’annuncio di salvezza, ovvero l'ascolto della parola sempre nuova che è il vangelo.

L’ascolto della Parola di Dio educa il cuore e tutto di noi, sentimenti, azioni, desideri; l'ascolto della parola ci conduce ad entrare in relazione le persone e con gli eventi della storia: Dio ci parla ancora attraverso le Scritture, le quali sono sua voce nella vita concreta.

Di fronte alla scrittura che abbiamo ascoltato quale atteggiamento dobbiamo avere?

1) Potremo partire dal dire: "Signore, apri i miei occhi e il mio cuore affinché io possa comprenderla e compia la tua volontà”.

- Cosa dice questo testo in sé stesso?

- Comprendo il senso e il significato delle parole?

- Che cosa risuona in me questa Parola?

- Signore, che cosa dici a me con questa tua Parola?

- Quali situazioni della mia vita ne vengono toccate?

- Cosa ho da dire a te, Signore, in risposta alla sua Parola?

- Signore, cosa vuoi che io faccia?

Quando leggi e ascolti la Parola di Dio, bisogna che ti ricordi, sempre, che quella Parola è rivolta a te, ed è di te che sta parlando.

2) Invoco lo Spirito Santo perché mi doni un cuore docile all’ascolto, capace di accogliere la parola del Signore e la metta in pratica".

3) Poi occorre che mi lasci condurre dalla parola per ripercorrere con lui le strade di Galilea, gli incontri sul lago, la sua vita di tutti i giorni … non posso stare davanti alla parola con un cuore rigido e un ascolto immobile, piatto, se voglio incontrare Gesù oggi in questo nostro tempo e in questa nostra quotidianità.

4) Ora queste tue parole, che cosa risuonano e cosa mi suggeriscono ...

5) Come posso rendere concreto nella mia vita uno nuovo stile che abbia il “profumo” della Parola letta e ascoltata.

 

Ecco allora che per un cristiano è fondamentale la relazione tra ascolto della Parola e vita concreta.

Tra la Galilea di Gesù e il nostro mondo globalizzato sono tanti i punti di contatto. Provate a pensare alla luce del vangelo cosa era la Galilea dei gentili: terra di frontiera, di vita e di morte, crogiuolo meticcio delle genti. A Cafarnao, città mercantile sulla via del mare: una delle strade più battute da mercanti e da eserciti, zona di contagio e di contaminazioni culturali e religiose.

Sembra il nostro mondo globalizzato con tutte le sue apparenti contraddizioni, crisi economiche e migrazioni di popoli, realtà che da sempre descrivono le normali diversità di un mondo in evoluzione e in profonda trasformazione.

Eppure Gesù vive in quella galilea, consapevole che non si tratta di Gerusalemme, ma ugualmente Gesù, il figlio di Dio è all’opera, qui e tra quelle colline e quel lago, per quelle strade di Cafarnao, di Magdala, di Betsaida, come anche tra le nostre case e le citta di oggi.

Allora anche per noi è l'invito alla conversione, anche per noi la chiamata a essere discepoli a seguirlo per essere voce del vangelo.

Ascoltare e accogliere questa parola oggi, ci fa fratelli tra noi, ci rende la famiglia di Gesù. Sparlare degli altri, distruggere la fama degli altri, ci rende la famiglia del diavolo (dice il Papa). Oggi come allora, Gesù forma una nuova famiglia, che è anche questa nostra comunità, non più basata sui legami naturali, ma sulla fede in Lui, sul suo amore che ci accoglie e ci unisce tra noi, nello Spirito Santo. Sulla sua chiamata a seguirlo! Tutti coloro che accolgono la parola di Gesù si riconoscono figli di Dio e fratelli tra di loro. Ma questa è la vera conversione al vangelo.

E' il vero cambiamento di mentalità che mette in discussione il mio presumere di andare poi bene così.

Proprio come è accaduto ad Antonio Abate!

Egli, ... nato in un'agiata famiglia di agricoltori, verso i 18-20 anni rimase orfano dei genitori, con un ricco patrimonio da amministrare e con una sorella minore da educare. Ascoltando il vangelo, rimase attratto dal “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi”; ecco che Antonio volle scegliere la strada suggerita dal vangelo. Vendette dunque i suoi beni, affidò la sorella a una comunità di vergini e si dedicò alla vita di preghiera, silenzio e ricerca di Dio.

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