venerdì 12 febbraio 2016

Isaia 58,1-9a e Matteo 9,14-15
Il digiuno che voglio ...


I giorni del nostro "digiunare" sono compiuti. Il senso del digiuno, come dice Isaia, il digiuno non è una privazione in se stessa ma espressione del desiderio di Dio: "Mi cercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie ..."
Il digiuno è lo spazio vitale del desiderio di colui che sazia la nostra esistenza, di chi può dare il fine è il compimento. Quel desiderio si identifica col desiderio dello "sposo".
Lo stile del digiuno, non è quindi mortificazione ma la novità di vita: "sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi, ... spezzare ogni giogo; ... dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo ..."
La profezia del digiuno, sono i giorni in cui il digiuno diviene efficace: "...verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno ..."
Escatologia (compimento finale) del digiuno: "Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: Eccomi!".

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