sabato 8 aprile 2023

Andare in Galilea per vederti ...

Matteo 28,1-10

Questa notte ritorno a quel sepolcro nel quale per grazia di Dio, più volte con grande commozione ho celebrato la Pasqua di risurrezione. Si perché nel Sepolcro si celebra sempre la Messa della Risurrezione. Infatti, quel sepolcro è tuttora vuoto, il Signore è presente e vivo.
Gesù esce allo scoperto con la sua resurrezione. Lascia dietro di sé la tomba vuota, il luogo della sua morte, lo spazio del suo corpo senza vita, ed emerge nella piena luce del mattino per forza dell’amore, dell'unico amore che salva e fa vivere, l'amore del Padre.
Possiamo dire che Lui viene allo scoperto, per condurci allo scoperto. Quante volte, invece, nella nostra vita abbiamo scelto con fatica e sofferenza la tomba, il nascondimento, il non vivere; quante volte il mondo preferisce la tomba, il morire alla vita e al vivere.
Ma come possiamo liberarci dall'enorme oscurità mortifera?
Gesù ci invita, meglio, ci insegna, che occorre superare i blocchi che generano delle nostre scelte miopi, spesso egocentriche; ci mostra come vincere la cultura dello scarto (capace di fare solo vittime); si contrappone all'indifferenza del cuore, condizione che è presagio e attuazione di ogni tomba vuota.
I Giudei misero i sigilli al sepolcro ... Gesù rappresenta il superamento di ogni genere di sigillo, di ogni nostra tomba vuota.
Abbiamo vissuto la quaresima, nella riscoperta di relazioni vere e buone che mostrino la possibile bellezza della comunità credente.
Abbiamo celebrato la Settimana Santa e forse ci siamo anche accorti di ricalcare schemi e stereotipi tradizionali, ma di non essere entrati nella novità di questa Pasqua.
Questa notte, occorre che ciascuno di noi senta il bisogno di risorgere con Cristo. Devo desiderare la risurrezione come condizione del mio esistere e non solo una vaga speranza della vita; è quel desiderio di vita e di speranza futura che spezza i sigilli che ci vincolano nella paura, al senso di colpa, alla vergogna, all’odio per i fratelli e per noi se stessi; perché tutto questo ci blocca nella tomba senza possibilità di scampo.
Oggi fare Pasqua significa venire fuori, venire allo scoperto, incamminarsi verso la Galilea della gente.
Venire fuori: significa smettere con i nostri pettegolezzi, con i nostri confronti giudicanti, con i nostri pregiudizi, con il nostro volere per forza restare attaccati a gesti che nulla celebrano se non la nostra piccolezza e arida fede. Il coraggio di venire fuori è un abbandonare ciò che è vecchio e abbracciare l'avventura di una Chiesa che vuole essere nuova e occasione di novità e verità per ciascuno. Non siamo il lievito vecchio ma nuovo, il lievito che è Cristo ci fermenti tutti.
Venire allo scoperto: Venire allo scoperto è un atto di umiltà e di accettazione di noi stessi e delle nostre fragilità, non temiamo di offrire noi ai fratelli.
Venire allo scoperto significa essere ciò che siamo anche agli occhi e nella volontà di Dio.
Gesù esce dal sepolcro, viene allo scoperto, mostra la sua piena identità, ci parla di sé stesso, della sua vita, di tutta la sua vita e del suo destino di figlio di Dio.
Incamminarsi verso la Galilea: Gesù risorto non è solo un fatto storicamente collocato, statico e definitivo. No, egli è dinamico, la risurrezione tutto coinvolge nella vita piena di Dio. Nell'apparizione dell'angelo: "Non è qui, è risorto" e poi con Gesù stesso: "... andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno"; emerge tutta la tensione di questo andare, tutta la tensione tra ciò che siamo stati e ciò che stiamo diventando, ciò che possiamo essere in Galilea.
Andare in Galilea significa fare parte della vita gli uni degli altri. La Galilea delle genti del tempo di Gesù, oggi è la Galilea della gente, sono gli spazi, i problemi, le necessità, le aspettative che tutti abbiamo.

Signore Risorto
perdonaci per le volte in cui abbiamo ignorato
coloro che tra noi sono feriti.
Perdonaci per quando siamo stati noi a ferirli.
Perdonaci per quando siamo stati indifferenti di fronte a loro.
Aiutaci a vedere coloro che non vediamo.
Aiutaci a sentire il loro dolore.
Dacci la forza di combattere per il diritto di ciascuno
di appartenere alla nostra comunità.
Dacci la forza di gridare e di usare la nostra voce
per chi tra noi non ha voce.
Metti in noi quel desiderio straordinario di essere agenti della tua vita risorta, cercando di ascoltare, vedere, sentire e includere coloro che abbiamo ignorato.
Che possiamo accogliere questo giorno come inizio di un nuovo tempo nella nostra vita e di questa comunità.
Questo chiediamo nel nome di Gesù Cristo, la nostra Resurrezione e la nostra Pace. Amen

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