domenica 2 aprile 2023

Passione per il mondo

Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mt 26,14-27,6

Inizia la più Santa delle settimane dove rinnoveremo nella morte e la Resurrezione di Gesù, la nostra fede in Lui nostro salvatore e nostra vita. Oggi, Gesù entra nella Città Santa, la città di Davide, il monte del Tempio di Dio ma sa perfettamente che quel viaggio terminerà in maniera tragica. C'è contraddizione tra i sentimenti di Gesù e la gioia della folla: Gesú ha pianto alla vista della Città Santa, mentre le folle ora lo acclamano vedendolo arrivare con la modesta cavalcatura dei Re di Israele, la mula. Ecco allora lo acclamiamo e alziamo rami di palma e stendiamo drappi e mantelli ai suoi piedi: “Osanna al Figlio di Davide!”
È la contraddizione d'un mondo antico, come anche del nostro mondo moderno, dove la verità non esiste e dove non interessa più scegliere il bene non il male; dove la vita non ha più valore se non per un profitto vantaggioso per qualcuno, scafista e mercante di profughi, come anche ad una etica e a una morale non solo soggettiva, ma che esalta il ruolo del più forte del momento; dove la parola pace riempie la bocca di tutti, ma poi rimane insieme alla parola guerra, ai tanti mercanti di armi ed agli speculatori dell'energia e delle derrate alimentari.
È in questo guazzabuglio che Gesù non si sottrae, ma si consegna per entrare caricarsi di tutto ciò che rappresenta anche oggi la nostra vita, perché tutto transiti dalla gioiosa esultanza alla drammaticità della passione, per essere innalzato sulla croce w issato sulmondoco e segno di salvezza e di vita eterna.
Anche oggi vogliamo piegare Dio, il suo unico figlio, alle nostre idee, adattare Dio alla nostra misura umana, dove Dio stesso è irrilevante e di accompagna alla nostra indifferenza. Non ci disturba Dio, purché sia indifferente.
Tutto questo è accaduto duemila anni fa; tutto questo accade ancora oggi: Gesù è piegato, a seconda delle circostanze e dei luoghi, secondo la necessità del momento. Continuerà ad accadere, così come alle porte di Gerusalemme, finché non saremo in grado di scorgere in Lui la verità dell’Amore, altrimenti lo condanneremo e lo uccideremo ancora e ancora perché mai soddisferà le nostre aspettative.



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