domenica 16 ottobre 2022

Preghiera necessaria

Es 17,8-13; Sal 120; 2Tm 3,14-4,2; Lc 18,1-8

Pregare é una necessità?
Quante volte fin da piccoli ci è stato chiesto di pregare ogni giorno; quante volte lo abbiamo fatto nell'infanzia con quella serena certezza di essere in un dialogo personale con Dio. Poi ad un certo punto, tutto si è oscurato, la trasmissione è diventata disturbata; interferenze anomale hanno interrotto la connessione e reso difficile e faticosa la preghiera
Le nostre esperienze non devono scoraggiarci, se pensiamo che è una fatica che appartiene anche alla vita di alcuni santi, come ad esempio Santa Teresa d'Avila, quando ci racconta come pregare fu per lei pari al succhiare un chiodo, e questo fu il preludio a diciotto anni di aridità spirituale, chiamata "la notte dell'anima".
Dire che la preghiera appartiene alle nostre necessità significa affermare che senza di essa siamo privati di qualcosa che è fondamentale per portare frutti che corrispondano all'identità cristiana. Senza la preghiera il nostro essere, e dirci cristiani, non ha alcun senso ... si svuota ... si impoverisce ... si annulla ...
Ecco che occorre entrare nel senso vero di questa necessità ... pregare è necessario per la nostra fede; ma pregare è anche umanamente necessario per accostarsi al mistero dell'eterno; ecco allora che la preghiera è come l'aria che respiriamo, se non ci fosse, ne moriremmo, sentiremo la fame d'aria.
Questo disorientamento interiore, questa fame d'aria è la triste esperienza di tanti che pur avendo ricevuto il battesimo, pur se educati cristianamente al catechismo, nella vita hanno poi abbandonato la pratica della fede ... ma questo itinerario è proprio un morire progressivo e complessivo ... morire alla fede, morire alla grazia, morire al desiderio di felicità e di Dio.
Mi verrebbe da dire che questo lento morire non è un vero e proprio rinnegamento della fede, ma un esodo, una indifferenza, un disinteresse, che questo nostro mondo propone come ideale di vita e come progresso umano, nel senso che l'emancipazione da Dio non è la sua negazione, ma è l'affermazione di una autonomia umana che ha smarrito ogni riferimento di origine e di finalità futura. In un presente quotidiano che basta per se stesso, non c'è bisogno di Dio e neppure della preghiera: a parlare e ad ascoltarci bastiamo noi stessi.
Di fronte a questa situazione ogni tentativo di riavvicinare la fede, di rianimare un senso religioso si scontra col pregiudizio ideologico con la sfiducia e l'indifferenza.
Gesù non ha tante spiegazioni da darci, non tante giustificazioni, o soluzioni innovative, ribadisce che occorre pregare, che è necessario farlo senza stancarsi.
Gesù non racconta una parabola a caso, ma nella parabola mette in evidenza l'esperienza, di una donna, che fa della preghiera una ragione di vita, lo spazio vitale in cui trovare giustizia.
Recuperare il nostro spazio vitale alla preghiera cosa significa?
Occorre che rendiamo umana la preghiera, non formale, non un comandamento da obbedire, non un insegnamento da osservare, ma un'esperienza umanamente ricca, un fremito del cuore, un palpito di desiderio, uno slancio d'azione come un abbraccio, una carezza, come un bacio.
La preghiera sia personale che comunitaria deve essere affettiva, nei confronti di Dio, come anche deve essere affettiva e coinvolgente dei fratelli.
Questa esperienza mette in luce oltre alla necessità, la qualità della preghiera, essa deve esprimersi non solo con parole, ma anche solo con un gesto che dica tutto l'abbandono e la fiducia che possiamo riporre in Dio.
Pregare senza stancarci significa non cedere all'aridità, anzi, come insegnano i Santi, nell'aridità occorre non stancarsi, non scoraggiarsi, ma fidarsi di quel moto del cuore che anche solo per un momento ci ha fatto gioire nel nostro pregare.
È preghiera recuperare un minimo nella intimità del cuore ...
È preghiera lo sguardo di amorevolezza che posso avere per i miei figli ...
È preghiera la gratitudine quando sono amato da mia moglie o da mio marito ...
È preghiera la compassione e la misericordia che nasce quando tocco le piaghe dei fratelli ...
È preghiera la contemplazione di una immagine che mi rapisce subito verso Dio ...
È preghiera il mio agire con verità e umiltà par amore dell'altro ...
È preghiera offrirsi ogni giorno pur con tutta la propria fragilità per il regno dei Cieli ... È preghiera un segno di croce al mattino come fosse un abbraccio a nostro Signore crocifisso.


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