giovedì 7 aprile 2016

Atti 5,27-33 e Giovanni 3,31-36
Insegnare nel suo nome


"Insegnare": dal latino, imprime segni; traduce anche il greco "didaskein" che nell'insegnare dice un atto di autorità. Ciò che corrisponde alla Vangelo è l'azione di imprimere un segno nella realtà, un segno che rivela e rende presente Gesù stesso, in ciò si comprende anche l'autorità che il Segno porta in sé, quella appunto di Cristo. Se affianchiamo a tutto questo, le parole del Vangelo di Giovanni, non possiamo illuderci circa il segno che è il Vangelo: "Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito". La bellezza del credere in Gesù non è motivata da una estetica umana, ma dall'origine delle Parole del Signore e dallo Spirito che anima le stesse parole. Solo chi è al di sopra di tutto intuisce e ne comprende la "bellezza".

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