venerdì 2 dicembre 2016

Isaia 29,17-24 e Matteo 9,27-31
La liberazione dall'oscurità ...


Le nostre oscurità che attendono la liberazione, sono esplicito richiamo alla salvezza. Cosa debbo intendere per oscurità? È una condizione di peccato? È un limite o fragilità umana? Credo che a volte siamo troppo determinati nel voler a tutti i costi individuare lo stato di tenebra e quello di luce; la nostra vita invece è un insieme di luce e tenebre che si alternano a seconda della nostra consistenza e inconsistenza. Essere nella luce non è semplicemente la condizione morale positiva, buona, questa è una conseguenza. Essere nella luce è cercare, desiderare e custodire la relazione con il Signore, con colui che è la "luce del mondo". I due cechi del Vangelo, sono attratti da Gesù-luce che illumina la vita. Essi pur nella loro cecità percepiscono la luce, pur senza vedere sentono che quella luce è per loro ...
Il loro grido: "Figlio di Davide, abbi pietà di noi", rappresenta la condizione di tanti di noi che vivono il desideri della luce ma anche la loro fragilità, la loro "tenebra". Al desiderio di vedere, corrisponde l'essere salvato dal Signore, e si sperimenta quotidianamente nell'essere compresi nella luce di Cristo. 

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