venerdì 30 dicembre 2016

Siracide 3,3-7.14-17 / Salmo 127 / Colossesi 3,12-21 / Matteo 2,13-15.19-23
Magdala, Tabga, Monte Beatitudini, spiaggia del primato e Cafarnao
La famiglia di Gesù 

Il Vangelo di Matteo ci mostra come Giuseppe, vive concretamente il suo affidarsi alla volontà di Dio. Non dimentichiamo che la prima reazione di fronte al mistero fu di fare di testa propria: " ... di rimandare Maria a casa sua, senza farne un atto pubblico ... Perché lui amava Maria e non voleva ripudiarla". È bello scoprire che all'origine della manifestazione e realizzazione della volontà del Padre troviamo l'amore pieno e gratuito di un ragazzo e una ragazza, un amore giovane e pieno di futuro. Da quel momento Giuseppe ha cercato nella volontà di Dio il modo di realizzare e garantire il segno reale e concreto del suo amore: "il bambino e sua madre". A volte, a tutti noi, capita di stare di fronte alle nostre vicende e storie di famiglia solo con la nostra umanità, ma sbagliamo, perché, in questo modo proviamo la nostra famiglia della sua dimensione trascendente, occultiamo il dono di grazia che in essa si genera e da cui essa è alimentata perché essa è cuore del mistero di amore di Dio. Quando,come discepoli di Gesù, neghiamo la dimensione di grazia della famiglia, cioè di "luogo" della volontà di Dio, generiamo una tale ferita, che, farà male fintanto che un amore riconosciuto e condiviso non si affaccerà all'orizzonte della ragionevolezza e dei sentimenti pretendendo il suo spazio esistenziale e redentivo. Rileggere Siracide, oggi ci fa molto bene, ci fa bene per ripensare ai nostri legami famigliari passati, ma soprattutto per imparare a generarli in futuro, a generarli non solo umanamente ma nel misterioso compiersi del desiderio di Dio per ciascuno di noi: "Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli e ha stabilito il diritto della madre sulla prole ...".

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