sabato 3 dicembre 2016

Isaia 30,19-21.23-26 e Matteo 9,35-10,1.6-8
"Vedendo le folle ne sentì compassione ..."


Solo chi si accompagna realmente nel cammino, può sentire compassione per chi cammina. Ascoltando le parole del Vangelo di Matteo, oggi, siamo sostenuti nell'idea che la compassione non è un sentimento fugace, ma una condizione scelta e vissuta.
Farsi accanto fisicamente, per Gesù, ha significato caricarsi della fragilità umana: malattia, morte, impurità, tentazione. A tutto l'uomo egli si accosta, e il suo patire insieme diviene il dono gratuito di se stesso. Da questa offerta nasce la missione della comunità dei discepoli e quindi della Chiesa. Il nostro agire missionario, l'agire della Chiesa, non è quindi proselitismo, ma l'essere inviati per "accompagnare" nella compassione.
Nella compassione di Gesù, che è la compassione del Padre, lo Spirito realizza la compassione della Chiesa, cioè della comunità cristiana: "il Signore curerà la piaga del suo popolo e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse".

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