lunedì 12 dicembre 2016

Numeri 24,2-7.15-17 e Matteo 21,23-27
Con l'occhio penetrante ...


Nel Vangelo di oggi è evidente che per gli anziani dei sacerdoti e i capi del popolo, la realtà di cui fanno parte è impenetrabile, presi e ingabbiati nei loro "pensieri e ragionamenti"; per loro ogni vedere è un vedersi ... Siamo di fronte al soggettivismo assoluto. La prima lettura invece ci offre l'immagine di cosa significa vedere. Balaam, profeta, pur senza appartenere al popolo di Israele, profetizza ciò che è Israele, come popolo prediletto e amato da Dio. Per dare concretezza al "vedere e udire",  il testo usa l'espressione "occhio penetrante" che vede la visione dell'onnipotente. Per fare questo, il profeta "cade" in una sorta di "trance", in un'estasi paragonabile a certe forme di dissociazione dalla realtà causate da sostanze stupefacenti. Ma, senza entrare nel particolare, è importante notare che solo in questa condizione di abbandono della realtà per affidarsi all'onnipotente, il profeta entra nella visione di Dio circa la storia, il tempo e la vita. Rileggere la profezia, serve per entrare nella storia odierna, e comprenderne il senso rispetto alla narrazione della salvezza.

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